Capitolo 47:

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"Fermo," ordinò Cregan seduto alle spalle di suo marito, un piccolo fermaglio dorato stretto in una mano e sue ciocche ricce nell'altra. Si stava occupando di stringere alcuni ciuffi ribelli che altrimenti sarebbero finiti in faccia al suo sposo mentre volava.
Jace ridacchiò ma concesse al suo uomo una tregua, permettendogli di fissare quella piccola perla dorata.
"Felice ora?" domandò una volta che Cregan gli ebbe posato le mani sulle spalle e si fu alzato in piedi. I suoi abiti di cuoio che ancora mancavano all'appello, insieme a spallacci e polpacci.
"Ora che so che non c'è possibilità che tu venga accecato dai tuoi stessi capelli? E che una freccia non ti colpirà perché non vedrai dove stai andando? Molto," commentò il Lupo iniziando a vestirsi davanti allo specchio, gli occhi fissi sul suo amore che seduto sul bordo del letto si stava infilando gli stivali, la sua uniforme di volo nera e rossa che lo copriva da capo a piede.
"Tyland Lannister non sarà così sciocco da scoccarci contro delle frecce," commentò Jace sbadigliando sonoramente.
E in ogni caso non avrebbero effetto su un drago, pensò passando le mani contro il viso. Non aveva chiuso occhio, l'agitazione tale da tenerlo sveglio, il cuore che batteva forte nel petto e le braccia di Cregan strette attorno alla vita, tenendolo saldo alla realtà.
"Diciamo che non mi stupirei se lo facesse," commentò Cregan accomodandosi al fianco di Jace per infilarsi gli stivali. Il principe posò la guancia contro la mano e rimase a osservare il suo profilo, gli occhi pieni di amore e le labbra piegate in un sorriso.
"Cosa?" domandò Cregan quando fu pronto, voltandosi a propria volta per guardare il suo amore.
Jace sollevò le spalle e continuò a sorridergli.
"Nulla, ti guardo," gli disse con dolcezza.
Cregan sorrise, scosse il capo e si piegò su di lui, unendo le loro labbra in un piccolo bacio.
Strofinò il naso contro il suo, in una morbida carezza e poi si alzò, offrendogli le mani che Jace accettò immediatamente, alzandosi e avvolgendo le braccia attorno alla vita di Cregan, affondando la guancia contro il suo petto.
"Ti amo," gli disse sollevando il viso e guardandolo negli occhi.
Cregan sorrise.
"Ti amo anch'io," rispose lui chinando il capo per poterlo baciare ancora.
"Trattare con i Lannister sarà difficile ma non impossibile," disse Jace facendo un passo indietro, riassumendo quell'aria da comandante che indossava quando parlava con i loro uomini.
"Sei preoccupato per i tuoi fratelli," intuì Cregan incrociando le braccia contro il petto.
Jace sospirò e si morse il labbro. Li avrebbe tenuti a distanza, questo sì, in sella ai loro draghi che erano grandi abbastanza da non essere minimamente toccati da dardi o frecce.
"Aegon ha sedici anni ma Viserys ne ha solo tredici... ho paura che possa prendere la cosa con troppa leggerezza," ammise Jace.
Suo fratello minore era sempre stato irruente, molto più di Aegon. In un certo senso assomigliava a Luke, spavaldo e coraggioso. E Jace aveva buoni motivi per credere che Viserys avrebbe potuto prendere quella spedizione come un gioco. Ricordava cos'era accaduto l'unica volta in cui Luke aveva tentato di portare a termine una missione per conto della Regina Nera...
Scosse il capo e incrociò le braccia contro il petto.
"Viserys non è lo stesso di quando è arrivato qui. Si allena da solo un anno ma gli è stato spiegato qual è il rischio della battaglia. Non prenderà decisioni avventate," lo rassicurò Cregan posandogli le mani sulle spalle.
Jace sospirò incerto. Forse avrebbe dovuto impedire a Viserys di partecipare. Ma suo fratello era stato così entusiasta e poi tre draghi sarebbero stati meglio di due.
Specialmente se quel drago è Syrax, pensò mordendosi le labbra. Il drago della Regina Nera era grande il doppio di Vermax e forse era meno combattiva ma le sue dimensioni bastavano a incutere timore.
"Tyland avrà buone ragioni per tenerci testa. Mia madre ha ucciso suo fratello. Tu sei stato il suo boia," disse Jace e Cregan prese il suo viso fra le mani.
"Non esitare adesso, amore mio," sussurrò Cregan premendo la fronte contro la sua.
"Jason Lannister sarà anche morto ma la combattività dei Leoni è morta con lui," gli disse rassicurandolo.
Jace sospirò, la pelle di Cregan calda contro la sua fronte e il suo respiro bollente contro le sue labbra.
"Tyland è sempre stato il fratello più strategico. Non rifiuterà una buona proposta e poi, se dovesse farlo, sarà il fuoco del tuo drago ad accoglierlo," continuò accarezzandogli le guance.
In quell'anno avevano raccolto le alleanze di piccoli Lord Verdi. E ogni volta che questi tentavano di sottrarsi erano i draghi a ricordare loro il loro posto. Stormcloud aveva arso un intero campo, primaria fonte di sostentamento di un Nobile inferiore e questo aveva immediatamente piegato il capo, timoroso all'idea che quelle fiamme potessero incendiare la sua casa.
Non possono nemmeno chiedere aiuto, si disse Jace, poiché tutte le comunicazioni erano gestite da suo fratello, che fosse un corvo o un uomo a giungere a palazzo era Lucerys che si premurava di avvertire suo marito se la cosa lo riguardava.
"Hai ragione. Come sempre," disse Jace con tono pieno di affetto.
Cregan gli sorrise e baciò la fronte.
"Abbiamo tempo prima di partire... andiamo a trovare nostro figlio," suggerì accennando verso la grande porta. Rickon che li attendeva stretto tra le braccia di una balia.

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