Capitolo 26:

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Sua madre gli aveva chiesto di mostrare a Cregan la sua stanza. Così, principe e Lord camminavano silenziosi lungo i corridoi della Fortezza Rossa. Il Lupo si lasciava orme rosse alle spalle, i capelli appiccicati alla fronte e le dita che tremavano un poco.
Jace teneva una mano appoggiata alla sua schiena. Non gli importava che qualcuno li vedesse, Cregan aveva appena ucciso venti uomini, meritava un po' di conforto.
Non una battaglia ma un'esecuzione, pensò mordicchiandosi le labbra.
Si fermò e due guardie aprirono le porte della nuova stanza di Cregan. All'interno era già stata portata una grande tinozza di acqua bollente e su un basso mobile erano stati posati oli e fragranze.
"Hai bisogno di un bagno," disse Jace chiudendosi la porta alle spalle. Diede la schiena a Cregan e quando si voltò nuovamente il Lupo fu su di lui, le labbra che divoravano le sue, una mano premuta contro la sua guancia e un braccio stretto attorno alla vita.
Jace ansimò contro la sua bocca, gli occhi chiusi e le braccia avvolte attorno al collo di Cregan. Affondò le dita tra i suoi capelli neri e sporchi di rosso, godendo del suo profumo intenso e selvatico.
"Mi sei mancato," sussurrò Cregan contro le sue labbra. Le baciò una volta, poi un'altra e un'altra ancora.
Jace sorrise e si sollevò sulle punte dei piedi, ignorando il taglio che si apriva su ogni alluce, e strinse il suo labbro inferiore tra i denti, coinvolgendolo in un altro bacio.
"Anche tu," rispose quando si furono separati, le fronti unite e i nasi che si strofinavano in una carezza sensuale. Cregan gli accarezzava i fianchi, percorrendo cerchi immaginari con i pollici. Inclinò il capo e baciò la sottile cicatrice che segnava la guancia sinistra di Jace.
"Hai bisogno di un bagno," disse lui allontanandolo delicatamente da sé. Non poteva nascondere la propria eccitazione ma non avrebbe fatto sesso con Cregan se prima non si fosse lavato. Il suo uomo puzzava discretamente e l'odore di acciaio del sangue era ancora troppo fresco.
Cregan sorrise e gli porse un inchino.
"Come il mio principe desidera," disse e Jace gli lasciò uno schiaffetto sul petto.
"Che scemo," disse con le guance rosse e le labbra piegate in un sorriso sincero.
Cregan si sfilò gli abiti sporchi e usurati, gettandoli in un mucchietto sul pavimento e Jace rimase a osservarlo, la schiena robusta e le braccia muscolose. Le natiche rotonde e i muscoli delle gambe che guizzarono quando superò il bordo della tinozza e affondò nell'acqua bollente.
Cregan si lasciò andare a un sospiro di puro piacere e rivolse gli occhi all'indietro, godendo dell'acqua calda che gli arrivava fino alle clavicole.
Jace sorrise, si sfilò gli stivali e lo strato superiore dei suoi abiti, rimanendo con indosso pantaloni e camicia. Si inginocchiò alle spalle del Lupo e iniziò a lavargli i capelli, guardando il piccolo secchio di acqua bollente farsi nero mentre le ciocche di Cregan diventavano sempre più pulite.
"Unisciti a me," disse Cregan quando lui si allontanò per consegnare il secchio alle guardie, i pantaloni bagnati e così le maniche della camicia.
Jace abbassò lo sguardo sui propri piedi. Le bende attorno alle sue dita si erano sciolte ma quelle non erano un problema, i tagli delle mani erano perfettamente guariti. Erano le piante dei suoi piedi che non ne volevano sapere.
"In quell'acqua sporca?" domandò Jace con sopracciglio sollevato.
Cregan buttò gli occhi al cielo.
"Mi sono lavato in un fiume prima di venire qui ma i cervi non offrono lozioni profumate," commentò afferrando una delle boccette di vetro.
Jace sorrise ancora e si avvicinò alla tinozza.
"È meglio che i miei piedi non tocchino l'acqua," disse leccandosi le labbra.
"Puoi tenerli all'asciutto," gli disse accennando perché si avvicinasse ancora di più.
Jace aggrottò le sopracciglia ma decise di fidarsi del suo uomo. Si sfilò la camicia e sentì gli occhi di Cregan corrergli lungo il petto. Sapeva di essere dimagrito, ora quando alzava le braccia poteva vedere le costole.
"Sei bellissimo," disse Cregan e Jace si sentì arrossire. Si sfilò i pantaloni e nudo rimase davanti al Lord. Lui allungò le mani verso di lui e Jace lasciò che Cregan lo aiutasse a scivolare nella tinozza. Prima lo fece sedere sul bordo e poi lo calò lentamente fra le proprie gambe, lasciando entrambi i polpacci appoggiati al bordo dove prima era seduto Jace.
Il principe sospirò, lieto di sentire l'acqua calda su di sé e la durezza del corpo di Cregan contro la sua schiena.
"E ora," sussurrò Cregan afferrando la sua coscia destra. Jace lasciò che il Lupo gli aprisse le gambe e che appoggiasse il polpaccio destro contro il bordo opposto della tinozza, i piedi completamente asciutti e il corpo rilassato.
"Bello, vero?" domandò Cregan baciandogli il collo.
Jace annuì e guidò le braccia di Cregan attorno alla sua vita, così che lo tenessero stretto. Al sicuro. Appoggiò la testa contro la spalla del Lupo e poi si voltò per baciargli il collo, assaporando la sua pelle dolce.
"Cosa ti è successo?" domandò Cregan sollevando una mano per poter accarezzare la cicatrice che gli sfregiava il viso.
"Aegon. Ma non temere, Luke mi ha protetto," disse Jace sorridendo lieve. Non amava parlare di quel giorno nelle segrete. Lo aveva raccontato solo a due persone: Luke, per necessità e Daemon, per sfogo.
Cregan annuì e unì la fronte alla sua, lasciando che le loro labbra si sfiorassero.
"Allora dovrò ringraziare tuo fratello," gli disse stringendo con più forza il braccio attorno alla sua vita. Avrebbe voluto che si voltasse e che sedesse sul suo inguine come se fosse il suo trono ma sapeva che i piedi del suo amore erano una questione delicata.
"Sai perché amo questa posizione?" domandò con le dita che gli accarezzavano la vita.
Jace scosse il capo e Cregan ghignò, lasciando che una delle sue mani scivolasse verso il basso, oltre l'uccello del suo amore fra le sue natiche sode. Il principe ansimò quando i suoi polpastrelli sfiorarono il piccolo anello di muscoli e un gemito lasciò le sue labbra quando un dito scivolò facilmente dentro di lui.
"Ah!" esclamò lasciando cadere il capo all'indietro, offrendo il suo collo a Cregan che immediatamente vi passò sopra la lingua, succhiando la pelle pallida e dolce.
Un secondo dito si unì al primo e le gambe di Jace ebbero un sussulto, i muscoli in tensione e i piedi che più d'una volta rischiarono di finire in acqua, colpevole il desiderio di Jacaerys di andare incontro ai movimenti del suo uomo.
Così, Cregan afferrò le sue cosce e lo issò dalla vasca, marciando verso il letto.
Jace si aggrappò alle sue spalle e strillò quando lui lo lasciò cadere sul soffice materasso.
"Fammi vedere questi piedi," gli ordinò mentre completamente nudo iniziava a sciogliere le bende che gli fasciavano gli arti. Jace lo lasciò fare, la presa di Cregan forte contro le sue caviglie e le bende che venivano via come fossero state fatte di seta.
"Guariscono ma lentamente," disse Cregan lasciando un bacio sulla pelle segnata.
Jace si morse le labbra mentre il suo uomo si sdraiava su di lui e prendeva le sue labbra nelle proprie, succhiando e leccando la pelle calda e rossa. Lui gli avvolse le braccia attorno alle spalle e lo tenne vicino mentre il Lupo muoveva i fianchi contro i suoi, risvegliando in lui quell'eccitazione che desiderava sfogare da tempo.
"Perché non riesco a costringermi a stare a letto," rivelò Jace muovendo i fianchi contro quelli di Cregan, i loro corpi uniti in una languida carezza che non dava spazio ad altro se non alla passione.
Cregan ghignò.
"Allora dovrò tenerti a letto con me," gli disse baciandolo con ardore, la lingua affondata tra le sue labbra. Jace rise contro la sua bocca e stinse le cosce attorno alla vita del suo uomo, lasciando che le mani corressero lungo la sua schiena e graffiassero la pelle bianca.
Cregan si allontanò da lui e balzò giù dal letto, avvicinandosi alla tinozza per prendere un paio di boccette di olio profumato.
Jace si voltò su un fianco e strinse insieme le cosce, guardando il suo uomo che leggeva le etichette, scegliendo quella che riteneva più adatta, il suo uccello lungo e duro.
"Se fossi un omega non dovresti prepararmi," sussurrò mordendosi le labbra. Il sogno che aveva avuto nelle segrete ancora lo tormentava, il modo in cui Cregan lo guardava pieno di disgusto.
Cregan fissò gli occhi su di lui, le sopracciglia aggrottate e i denti che strappavano le pellicce che gli segnavano le labbra. Si avvicinò al letto e il cuore di Jace prese a battere veloce. Cregan salì sul materasso e rimase in piedi, lui tra le gambe. Jace era ancora steso su un fianco ma presto si girò sulla schiena in modo da guardare il Lupo dritto negli occhi.
Non che sia facile, pensò con lo sguardo che sfuggiva per posarsi sul suo uccello.
"Magari non voglio un omega," disse Cregan inginocchiandosi sul corpo di Jace. Lo afferrò per le cosce e lo costrinse ad aprire le gambe, appoggiandole alle sue spalle. Jace si morse le labbra mentre Cregan strappava con i denti il tappo di una delle due boccette.
"Magari voglio te per come sei. Alpha e uomo," disse Cregan portando due dita umide al suo ingresso e Jace si morse le labbra, gettando gli occhi all'indietro mentre il Signore di Grande Inverno lo apriva con lentezza e precisione, facendogli correre brividi lungo le gambe e la schiena.
"Non dire più una stronzata del genere," gli disse Cregan chinandosi per baciarlo. Jace avvolse le braccia attorno al suo collo e lo spinse contro di sé, i loro uccelli che strusciavano l'uno contro l'altro e le dita di Cregan che si facevano sempre più veloci.
"Voglio te. Solo te e nessun altro," sussurrò Cregan affondando dentro di lui con unica spinta decisa che gli fece sprofondare gli occhi nel cranio. Jace si aggrappò alle sue braccia, le dita dei piedi arricciate. Cregan iniziò a muoversi, una mano che lo teneva stretto per il fianco e l'altra che era avvolta attorno al suo cazzo.
"Soltanto me," sussurrò Jace con la bocca aperta e i capelli sparsi sul cuscino.
"Soltanto te," rispose Cregan chinandosi per prendere le sue labbra.
Non aveva idea di quanto Jace gli era mancato fino a quando lo aveva stretto fra le sue braccia. Ora sapeva che non l'avrebbe più lasciato andare. Mai più.
Il rapporto fu breve ma appagante, entrambi troppo desiderosi del corpo dell'altro per poter attendere. Jace venne contro la sua pancia e Cregan dentro di lui, accasciandosi contro il suo corpo.
"Forse ti sbagliavi," commentò Jace accarezzandogli i capelli.
Cregan sollevò gli occhi su di lui e gli baciò il mento.
"A proposito di cosa?" domandò lui con dolcezza, le braccia strette attorno ai suoi fianchi.
"Sei un uomo romantico, Cregan Stark," rispose Jace chinando il capo per poterlo baciare.


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