Quattro parole: Polvere, Libri, Dedica, Mani

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«Elisa, amore del nonno, ti va di aiutarmi a sistemare questa vecchia libreria?»

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«Elisa, amore del nonno, ti va di aiutarmi a sistemare questa vecchia libreria?»

Per Elisa, sette anni ed un amore spropositato per i nonni, quella richiesta era il più bello dei giochi.

Adorava trascorrere i pomeriggi, dopo scuola, nel grande salone di Villa Balestra, circondata da libri di ogni genere.

Perché da quei libri nasceva, ogni volta, una storia diversa, che lasciava la piccola sempre con mille domande e curiosità.

Ed ascoltava, ascoltava, seduta sulle ginocchia dei suoi nonni, con una luce negli occhi che Simone aveva visto soltanto negli occhi di un’altra persona nella sua vita.

Negli occhi di Manuel.
Negli occhi di suo marito.

«Va bene, però prima mi racconti una storia?»

Prima dovremmo togliere tutta questa polvere, pensò Simone, senza, tuttavia, esplicitare quel pensiero, ché lui, a dire di no a sua nipote, proprio non ce la faceva.

«Uhm…– finse di tentennare – va bene. Oggi ti racconto questa storia qui» concluse, estraendo dallo scaffale un qualcosa che aveva tutta l’aria di essere una album di foto.

«Allora…vediamo un po’ – iniziò, aprendo la prima pagina – C’erano una volta due ragazzi, uno di nome Simone, questo qui, vedi? – chiese, indicandogli il ragazzo più alto nella polaroid – Quello più bello, insomma, e uno di nome Manuel. Questi du-»
«Ma siete tu e nonno Manu!» esclamò la piccola, entusiasta e con gli occhi sorridenti.
«Siamo noi, amore, sì, ma questa storia è di chiunque viva, o abbia vissuto, un amore totalizzante»
«Che significa totalizzante
«Assoluto, coinvolgente. Posso continuare?»
«Sì, nonno»
«Quindi, dicevo che c’erano questi due ragazzi che, in un giorno di settembre, si trovarono nella stessa classe. Simone, dall’animo più dolce e romantico, subito si sentì attratto da Manuel. Lo trovava bellissimo e subito se ne innamorò. Ma agli occhi di Simone, Manuel era come il principe azzurro, irraggiungibile. E poi…»
«E poi?» chiese curiosa, la piccola Elisa.
«E poi, al tempo di Simone e Manuel, non era semplice vivere l’amore per due ragazze o per due ragazzi, era tutto meno libero di adesso, amore»
«E perché?»

Ecco, i perché dei bambini erano sempre stati una cosa dalla quale Simone non riusciva ad uscire fuori facilmente.

Ché ogni perché generava una sequela di altri perché senza fine.

«Perché ci sono persone che non amano i colori, che preferiscono una vita o tutta bianca o tutta nera. Poi, amore, quando sarai più grande, capirai»

Sebbene non avrebbe fatto fatica ad ammettere che quella spiegazione non era stata chiara neanche a lui stesso, Elisa sembrò accettarla o, comunque, non ribattere con un nuovo perché.

«Quindi, insomma, era difficile e Manuel aveva tanta paura»
«Paura di quelle persone che non amano i colori?»

Sorrise, Simone, per la tenerezza di quella domanda.

Il mondo visto dagli occhi di una bambina gli sembrò, in quel momento, così innocente che, al sol pensiero, a stento trattenne le lacrime.

«Sì, amore, aveva paura di quelle persone e questo portò Simone e Manuel a dividersi. Però non era solo Simone ad essersi innamorato di Manuel, anche Manuel provava quegli stessi sentimenti. E allora, come un cavaliere coraggioso, combatté contro le persone che avevano paura dei colori» disse, voltando la pagina dell’album e arrivando a mostrare ad Elisa una delle foto del Pride in cui Manuel teneva tra le mani una bandiera con i colori che rappresentavano la comunità bisessuale.
«E ha vinto lui?»
«Certo, amore, guarda qui!» rispose Simone, continuando a girare le pagine e indicando le foto che segnavano le tappe della loro vita.

La laurea di Manuel.
La laurea di Simone.
Il loro matrimonio.
Il battesimo e gli altri sacramenti della loro figlia.
Il matrimonio della loro figlia.
I loro anniversari.
Il battesimo di Elisa.

E in tutte le foto erano ritratti mano nella mano.

E sì che aveva vinto lui.

Aveva vinto e aveva ripreso in mano la sua vita.

Ad interrompere quel magico momento fu, però, il rumore dello scatto della serratura della porta.

Davanti a Simone e ad Elisa, si palesò Manuel che, con in mano un mazzo di fiori, si scontrò con le facce emozionate di suo marito e sua nipote.

«Beh? Perché state quasi a piagne? Ve dispiace che so’ tornato? Ritorno dopo?» scherzò Manuel.

Tuttavia, quelle domande non ebbero risposta nel momento in cui Elisa, toccata dalla storia che aveva appena ascoltato, scese in fretta dalle ginocchia di Simone e si precipitò in direzione di Manuel.

«Nonno! Nonno! – lo abbracciò la bimba che, a stento, arrivava a toccargli i fianchi – Ora lo so anche io!»

Manuel, stupito, con il mazzo di fiori ancora tra le mani, volse il suo sguardo verso Simone in cerca di risposte.

«Me sa’ che l’unico a ‘n sapello so’ io, bella de nonno»
«Hai combattuto contro le persone che non amano i colori e hai vinto. Nonno, sei un eroe!»

Ancora, decisamente, perplesso, Manuel finse di capire, ricambiò l’abbraccio e lasciò un baciò sulla testa della bambina prima di porgere il mazzo di fiori a Simone.

«Me dici sempre che ‘n me ricordo ‘n caz-»
«La bambina, Manuel» lo redarguì Simone.
«Niente, che ‘n me ricordo niente – si corresse – ma ‘o sai che me potrei dimentica’ come me chiamo e ‘n do’ abito, ma ‘n me potrei mai dimentica’ ‘r giorno che t’ho sposato. Buon anniversario, amore mio» disse, lasciandogli i fiori tra le mani.

Quella dedica commosse Simone fino alle lacrime.

Ché lo diceva sempre, che forse erano i settant'anni e la vecchiaia ad averlo reso ancora più emotivo di quanto non fosse già.

E mentre Elisa, ormai distratta dagli ultimi avvenimenti, era intenta a scattare delle foto ai nonni e al bouquet di fiori, Simone, sottovoce, tentò di spiegare a Manuel ciò che, con la loro nipotina, stava facendo.

«Nonno! Nonno Simo! – lo richiamò la piccola, aggrappandosi ad un lembo della maglia, facendo sì che interrompesse la sua conversazione con Manuel – Ma la storia come finisce?»

A quel punto, davanti alla curiosità di Elisa, fu Manuel a rispondere.

«Amore de nonno, ‘a storia ‘n finisce. Manuel combatterà sempre pe’ ‘n mondo a colori, lotterà sempre pe’ ‘r suo e vissero per sempre felici e contenti e Simone-»
«E Simone – intervenne egli stesso – lotterà per sempre al suo fianco»

Con il cuore gonfio d’amore, davanti allo sguardo fiero e sognante della piccola, Simone, Manuel ed Elisa si persero a guardare le foto appena scattate e ne scelsero una da stampare ed attaccare nell’album per dar seguito alla loro favola.

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