Tre parole: Colori, Folla, Megafono

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Era una calda mattina di giugno quando, durante la colazione, Simone disse ai presenti che la settimana successiva avrebbe partecipato al Pride di Roma

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Era una calda mattina di giugno quando, durante la colazione, Simone disse ai presenti che la settimana successiva avrebbe partecipato al Pride di Roma.

Il suo non era stato un gesto per chiedere il permesso, tantomeno per testare le reazioni dei suoi familiari, ma soltanto per mostrare quanto ciò lo rendesse felice.

E, in effetti, tutti, attorno a quella tavola, si erano mostrati contenti per questo.

Nessun commento.
Nessun giudizio.

Solo un consiglio, da parte di Dante.

«Portati da bere che farà molto caldo» gli aveva detto.

Soltanto al termine del pasto, quando tutti avevano abbandonato la cucina, Manuel, timoroso, era riuscito a rivolgere una serie di domande a Simone.

«Ma…ce vai da solo?»
«Sì, perché?»

Già, perché?

Perché più trascorreva il tempo e più Manuel iniziava a capire qualcosa in più di sé.
Perché aveva smesso di detestare il suo riflesso allo specchio.
Perché aveva, finalmente, sbrogliato quella matassa di ansie e confusione che albergava nella sua testa da, ormai, più di un anno.
Perché aveva capito che Simone era la persona della quale era innamorato e nessuno avrebbe potuto cambiare ciò.
Perché era innamorato di un ragazzo e andava benissimo così.

«Perché pensavo che…cioè, insomma…però solo se a te te va bene, ‘n voglio che…» aveva provato a dire, timidamente.
«Cosa, Manu?»
«Potrei veni’ co’ te – aveva soffiato, tutto d’un fiato – sì…cioè, sempre se te va, te potrei accompagna’»

Simone era rimasto stupito da quella proposta tanto che, per un attimo, era stato tentato di chiedere a Manuel di ripetere ciò che avesse detto.

Manuel gli aveva appena chiesto di andare al Pride insieme.

Manuel.

La stessa persona che, solo un anno prima, l’aveva offeso in modo becero.

Manuel.

Manuel che, colpito dal silenzio di Simone, aveva ripreso parola.

«Scusa, ho…ho detto ‘na cazzata, dai. ‘N te preoccupa’, magari c’avevi altri programmi»

Magari te volevi diverti’ senza portatte dietro n’ignorante come me.

«No, Manu. Assolutamente no – gli aveva risposto Simone – Non hai detto una cazzata, ero solo…sorpreso. Non mi aspettavo che me lo chiedessi, tutto qui. Sarei davvero felice se venissi, invece»

E ne aveva sorriso, Manuel, felice di aver compiuto un ulteriore piccolo passo verso la completa accettazione di sé stesso.

***

La mattina della manifestazione, Simone si svegliò piuttosto tardi, trovando, al suo risveglio, la villa completamente vuota.

Scese al piano di sotto per prendere qualcosa da mettere sotto i denti e, proprio lì, trovò una sorpresa.

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