Un professore per due

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«Ho chiamato il solito hotel e non hanno posto»«Mhmh»«Ma come mhmh! Manuel, ma mi stai ascoltando? Ti sto parlando, puoi posare quel cellulare? Sei peggio dei tuoi figli che hanno quindici anni»«Scusa, Simò, era Vanessa de terzo F che voleva sape’...

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«Ho chiamato il solito hotel e non hanno posto»
«Mhmh»
«Ma come mhmh! Manuel, ma mi stai ascoltando? Ti sto parlando, puoi posare quel cellulare? Sei peggio dei tuoi figli che hanno quindici anni»
«Scusa, Simò, era Vanessa de terzo F che voleva sape’ le pagine da studia’ pe’ venerdì»
«Ancora, papà?» intervenne Veronica.
«Ma che c’è, Vero’? È ‘na studentessa come tutte le altre, siete te e Francesco che ve fate i film»
«No, pa’, è lei che-»
«Fermi un attimo – li interruppe Simone – di cosa state parlando?»
«Ma niente, Simò, so’ i tuoi figli che farneticano»
«Allora, papà, te lo spiego io. Praticamente c'è questa ragazza di terza F che è cottissima di papà. Partecipa ad ogni attività proposta da lui e ha, praticamente, una media pazzesca in ogni materia tranne che in filosofia. E a scuola hanno capito tutti che ha un debole per papà. Tranne papà, ovviamente»
«Ma perché n’è così! È solo appassionata alla materia»

A quel punto, tre paia di occhi si posarono, perplessi, su Manuel.

«Manuel…veramente, a questi livelli neanche mio padre! E lo sai che per mio padre l’importante è che respirino»
«Seh, io mo però devo anna’ a lavora’»
«Vai da Vanessa di terzo F, non farla aspettare»

***

Nonostante fosse cresciuto e non fosse più un adolescente, Manuel non era ancora in grado di stabilire un rapporto quantomeno decente con il suo compleanno.

Non riusciva a considerarlo quel qualcosa in più di un giorno come un altro.

E anche quella mattina, il giorno del suo trentacinquesimo compleanno, sembrava non essere da meno.

C’erano stati i dolci auguri di Simone.
C'erano stati quelli più vivaci di Veronica e Francesco.
C'erano stati i messaggi di Anita, Nicola e Dante.
C'era stata l’immancabile chiamata di Viola.

Ma nulla che fosse in grado di fargli cambiare idea sull’importanza di quel giorno.

Ed era andato a lavorare, come ogni giorno, sicuro che, una volta a casa, avrebbe trovato la solita sorpresa – della quale, ovviamente, era infinitamente grato – compresa di torta con le candeline e imbarazzante canzoncina.

Quello che Manuel non sapeva, però, era che quel compleanno, molto probabilmente, sarebbe stato diverso.

***

Era arrivato davanti alla scuola con, circa, mezz'ora d’anticipo, Simone.

Era passato dal fioraio per comprare un mazzo di rose rosse ed ora, se ne stava seduto sul muretto antistante l’ingresso della scuola, in attesa del suono della campanella che avrebbe decretato la fine delle lezioni.

Poco distante da lui, sempre seduta sul muretto, una ragazza dai lunghi capelli biondi, stringeva tra le mani un piccolo mazzo di fiori di campo.

Simone, da sempre curioso, non poté esimersi dal chiedere alla giovane chi stesse aspettando e iniziare a conversare.

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