Tre parole: Guerra, Draghi, Palazzo

273 48 0
                                    

«Tu da piccolo hai mai scritto una lettera al Manuel del futuro?»«No, Simò, io da piccolo ‘n me drogavo»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


«Tu da piccolo hai mai scritto una lettera al Manuel del futuro
«No, Simò, io da piccolo ‘n me drogavo»

Ridono entrambi, quella sera, seduti sul bordo della piscina di Villa Balestra, mentre aspettano la mezzanotte e, quindi, il compleanno di Simone.

«Quanto sei cretino!»
«Ah, te scrivi ‘e lettere a ‘r Simone de ‘r futuro e io so’ cretino?»
«Ma ti stavo dicendo una cosa seria, Manuel!»
«Vabbè, vabbè, okay, scusa! Dimme, so’ tutto orecchie»
«Stavo dicendo, e piantala di ridere – dice, dandogli una leggera spallata – che quando ho finito la terza media, quindi, cinque anni fa, ho scritto una lettera alla persona che sarei diventato ripromettendomi di aprirla al compimento dei diciotto anni»
«E come t’è venuto ‘sto colpo de genio?»
«Non me lo ricordo, Manu! Forse l’ho visto in un film, o forse ne avevamo parlato a scuola»
«Vabbè, ma quindi, Simò, perché me stai a di' ‘sta cosa?»
«Perché – risponde Simone, sventolando il foglio davanti agli occhi di Manuel – voglio leggerla ora, qui. Con te»

Davanti alle parole di Simone, Manuel si costringe a tornare serio.

Ché, in fondo, quella sembra essere una cosa importante per Simone e lui non ha nessuna intenzione di metterlo a disagio.

«Quindi ‘a voi legge mo’?»
«Sì…non ti va?»
«No, no, ‘n c'è problema» risponde Manuel, allargando un dolce sorriso.

E con il tenero benestare di Manuel, Simone apre il foglio e inizia a leggere.

Ciao Simone del futuro!
Oggi, cioè, quando leggerai questa lettera, sarà il giorno in cui compirai diciotto anni, quindi, auguri.
E dimmi, come te la cavi con il liceo scientifico? Hai fatto amicizia? Sei riuscito ad aprirti un po' e a migliorare in fatto di socializzazione? E l’amore? Come va? Hai trovato una ragazza che ti fa battere il cuore? In famiglia, invece? Spero che papà sia tornato, che abbiate fatto pace e che, insieme alla mamma, siate tornati ad essere una famiglia unita.
Sogni? Aspirazioni? Sei ancora convinto di voler fare l’insegnante di matematica? Oppure hai scelto di trasferirti all’estero e fare, boh, il giornalista, l’ingegnere, l’architetto?
E, dimmi un po', giochi ancora a rugby?
E il mondo? Si è trasformato? È scoppiata la terza guerra mondiale? Siamo stati invasi, che ne so, dai draghi? Sono tornati i dinosauri? Oppure, sono arrivati gli alieni?
Tornando a noi, caro Simone del futuro, spero che tu sia riuscito a trovare la felicità che io cerco da anni e che ancora non sono riuscito a trovare in niente. Spero tu abbia imparato a ridere e a volerti bene, e che, per il giorno del tuo diciottesimo compleanno, tu abbia qualcuno che tenga a te al punto da aspettare la mezzanotte con te solo per essere il primo a farti gli auguri.
Adesso ti saluto.
Solo una cosa: abbi sempre cura di te.
Ciao Simone del futuro, ci rileggeremo tra cinque anni, quando io e te saremo la stessa persona: il Simone del presente.

Quando Simone interrompe la lettura, Manuel si rende conto di avere gli occhi lucidi.

Non sa se ad averlo colpito di più è quella consapevolezza che Simone non è mai stato un bambino felice o la delicatezza delle ultime righe e, non sapendo bene cosa dire, lascia che sia Simone il primo a parlare.

Every moment spent with you is a moment I treasureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora