Tre parole: Dedica, Canzone, Chitarra

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«Matteo, devi assolutamente aiutarmi»

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«Matteo, devi assolutamente aiutarmi»

Esordisce così, Simone, non appena entra nella frutteria dove, in estate, Matteo lavora per guadagnare qualche spicciolo da mettere da parte.

«Ma che ce devi fa’ con ‘sta chitarra?»
«Appunto, proprio per questo mi devi aiutare»
«Mh, okay. T’è partita una corda? Devi riaccordarla? O-»
«Fammi parlare, Matteo – lo interrompe Simone – È una questione di vita o di morte»

Prova a non ridere, Matteo, ché, pur fermandosi a riflettere, non trova nessuna questione di vita o di morte che possa risolversi con una chitarra.

Ma da quando Simone e Manuel sono diventati ufficialmente una coppia, anche il rapporto tra Simone e Matteo si è rafforzato, e davanti alla richiesta di un amico, Matteo non si tira mai indietro.

«Vabbè, parla allora»
«Tra tre giorni è il compleanno di Manuel e io ho pensato di fargli una serenata come regalo»

L’espressione perplessa e confusa di Matteo non lascia proseguire Simone che, ancora una volta, è costretto ad interrompere il suo discorso in favore di un altro.

«Cosa mi guardi così?» dice, fintamente infastidito, Simone.
«No, me chiedevo, ma una serenata vera? Cioè de quelle sotto al balcone a schiva’ le secchiate d’acqua delle vecchiette che se scocciano della caciara alle dieci de sera?»
«Ma ti sembro il tipo?»
«Ao’, che ne so, l’hai detto te!»

Effettivamente, Simone si era reso conto di non essersi spiegato a dovere – almeno non per le capacità di comprensione di Matteo – ma doveva ammettere che quel siparietto lo stava divertendo più di quanto aveva immaginato.

«No, allora. Ricominciamo. Io e Manuel abbiamo una canzone…nostra. E…insomma, io vorrei suonare e cantare questa canzone, registrarla e poi regalargliela come se fosse una dedica. Mi sono spiegato?»
«Seh…bello, eh! Originale, pure, ma non ho capito…che c’entro io?»
«Tu c’entri perché sarai tu ad insegnarmi a suonare quella canzone»

La risata in cui scoppia Matteo è così spontanea che rischia di coinvolgere anche Simone sebbene non ne capisca il motivo.

E glielo chiede, allora, rischiando di farsi prendere per pazzo.

«Ma perché stai ridendo?»
«Perché m’hai chiesto una cosa folle, Simo. Ma te pensi davvero che suonare una melodia con la chitarra, per uno che la chitarra non sa manco tenerla in mano, sia facile?»

Ecco.

In realtà, questo Simone non lo ha messo in conto.

Ha dato per scontato che Matteo gli insegnasse quei semplici – ammesso che lo fossero – accordi e lui, magicamente, avrebbe saputo suonare quella canzone, tralasciando il fatto, poi, di avere soltanto un paio di giorni per imparare a farlo.

Si sente sconfitto, Simone.

Nel momento in cui gli è balenata in mente, quella era, per lui, l’idea migliore che avesse mai avuto.

Eppure è bastato che Matteo lo inducesse a riflettere per fargli cambiare idea.

E ora sono senza ulteriori idee e senza regalo.

«Hai ragione…sono stato uno stupido a non pensarci prima. Scusami se ti ho disturbato al lavoro» risponde Simone, con gli occhi bassi.

Probabilmente, se davanti al suo sguardo ci fosse stata una persona qualsiasi, Matteo avrebbe salutato e l’avrebbe lasciata andare.

Ma davanti a lui c’è Simone.

C’è il fidanzato del suo migliore amico che, in poco tempo, ha saputo diventare una persona estremamente importante anche per lui.

Lo afferra per un braccio, allora.

E «Aspetta, forse ce sta una soluzione» gli dice.

E il viso di Simone sembra tornare ad illuminarsi anche se non ha la benché minima idea di quale sia la soluzione che ha in mente Matteo.

***


Il fatidico giorno, quello del compleanno di Manuel, è arrivato e Simone è estremamente nervoso.

Ché la sua idea iniziale, alla fine, con l’aiuto di Matteo, che si è offerto di suonare la chitarra al suo posto, si è concretizzata ma, l’emozione che sentiva ha lasciato spazio all’ansia che quel regalo a Manuel non piaccia.

È originale
È fatto con il cuore.

Ma è pur sempre una chiavetta con, al suo interno, una canzone cantata con la voce di Simone.

E se non gli piacesse?
E se considerasse ridicolo questo regalo?
E se, peggio ancora, considerasse ridicolo me?

Ma non c’è più tempo per tutte quelle domande, ché Manuel ha già il pacchetto tra le mani.

«’Na chiavetta?» chiede, in modo retorico, Manuel.
«Ehm…sì, è…il regalo sta dentro ma…è una cosa stupida…oddio, Manuel mi dispiace, non…non so neanche come mi sia venuto in mente e come abbia soltanto potuto pensare che fosse una cosa bella da regalarti e-»
«Simò…co’ calma, mh? È ‘n regalo. Cioè, te hai pensato a famme ‘n regalo e già questo, pe’ me, è importantissimo. Posso anna’ a vede’ che ce sta dentro?»

Simone annuisce senza rispondere a parole.

È in imbarazzo e sa che non riuscirebbe a dire nulla.

Se ne sta fermo, allora, appoggiato allo stipite della porta, e osserva Manuel compiere quei piccoli movimenti che lo porteranno a svelare il regalo ricevuto.

E ciò accade poco dopo.

Il silenzio che, fino ad un attimo prima, occupava quella stanza, viene interrotto dalle note di una melodia.

Una melodia che Manuel subito riconosce e che gli permette di allargare il sorriso.

Ma la vera sorpresa arriva quando sente la voce, quella voce, cantare i primi versi di quella canzone.

E ti amo ti amo davvero
E ti amo ti amo lo giuro
Te lo scrivo di rosso e di nero
Sulla pagina enorme di un muro

Quella è la voce di Simone.

È la voce di Simone che canta la canzone della loro storia.

Una canzone che parla di muri, di cieli notturni, di un ragazzo che tentava l'approccio con tutte ma che ha amato davvero soltanto una volta.

Una canzone che parla di loro.

E Manuel la ascolta.

E pensa.

Pensa alla prima volta che si sono detti ti amo.
Pensa a quando hanno scritto un banale – per gli altri – ma importantissimo per loro S+M <3 sul muro dell’amore.
Pensa a tutte le stelle che hanno visto brillare e cadere.
Pensa al momento in cui si è reso conto che la definizione di amore era accanto a lui e risiedeva nel corpo e nell’anima di Simone.

Pensa.
Pensa e le lacrime sgorgano dai suoi occhi senza che lui possa controllarle.

E non è l’unico a farlo.

Ché anche Simone, ormai conscio della reazione positiva di Manuel, si è concesso di lasciarsi andare.

E le lacrime si mischiano alla saliva nei loro baci.

Si mischiano ai ti amo soffiati sulle labbra e ai sei tutta la mia vita sussurrati nelle orecchie.
Si mischiano al sorriso dei loro cuori.

E al sorriso sui loro visi, che è uno il motore dell’anima dell’altro.

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