Sei parole: Intolleranza, Cura, Attenzione, Dottore, Falso allarme, Notte in...

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Simone picchietta con le nocche delle dita sullo sporco davanzale delle finestre del Bambino Gesù

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Simone picchietta con le nocche delle dita sullo sporco davanzale delle finestre del Bambino Gesù.

Vorrebbe sforzarsi di rimanere calmo, e invece, non riesce a fare altro che piangere in silenzio.

Ché quello che adesso è nella stanza con il dottore è il suo bambino e Simone ha paura che quella frase che da ore continua a ripetersi, stesso nome, stesso destino, possa avverarsi.

Simone picchietta con le nocche delle dita sullo sporco davanzale delle finestre del Bambino Gesù e Manuel lo osserva senza proferire parola.

È seduto di fronte a lui, muove nervosamente la gamba e, sebbene anche lui sia in ansia, si sforza di essere lucido.

Per sé stesso.
Per il suo bambino.

Ma, soprattutto, per Simone.

Prende un respiro profondo, e con una forza che non sapeva neanche di avere, si avvicina a Simone e gli cinge le spalle.

«Amore, andrà tutto bene, mh?» dice, cercando di essere convincente.

Ma convincere Simone non è semplice.

Ché i racconti di Dante circa la notte in cui Jacopo è passato a miglior vita sono ancora vivi nella mente e nel cuore di Simone e non riuscirebbe a sopportare che…

No, non vuole neanche pensarci.

E poi vede Manuel così – almeno all’apparenza – tranquillo e sente la rabbia montare dentro di sé.

Come fa ad essere così tranquillo mentre Jacopo sta male?

Rabbia che, davanti all'affermazione di Manuel, non riesce a non esternare.

«Ma che cazzo stai dicendo, Manuel? Ma ti senti quando parli? Andrà tutto bene – continua fra le lacrime – con quale coraggio dici una cosa del genere? Parli come se non te ne fregasse un cazzo. Torna dov’eri e lasciami stare»

Fanno male quelle parole.

Arrivano come pugnali lanciati uno dopo l’altro, dritti nel cuore di Manuel.

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