Quattro parole: Sorpresa, Compleanno, Torta, Intolleranza

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«Simò, ma sei sicuro che doveva veni’ così?»«Manu, ma che ne so! Non ci sono le immagini»«Ma davero ‘n ce stava ‘na pasticceria che ce poteva prepara’ ‘na torta che ‘n c'aveva ‘e sembianze dello Slime?»«Invece di prendermi in giro, perché non mi a...

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«Simò, ma sei sicuro che doveva veni’ così?»
«Manu, ma che ne so! Non ci sono le immagini»
«Ma davero ‘n ce stava ‘na pasticceria che ce poteva prepara’ ‘na torta che ‘n c'aveva ‘e sembianze dello Slime?»
«Invece di prendermi in giro, perché non mi aiuti? Ti ricordo che Emma è anche tua figlia, Manuel»
«E infatti ho preparato certi rustici da paura, Simò! E sarà divertente vede tu’ padre mentre spiega a venti marmocchi che ‘n c’avemo ‘na torta perché de tre impasti ce ne fosse stato uno commestibile»

Esausto, Simone si sfilò il grembiule da cucina, il cui colore originario era, ormai, irriconoscibile e si sedette, sconsolato, sulla sedia in legno del piccolo tavolo che avevano in cucina.

Ché quando aveva detto a sua nonna che alla torta di compleanno per i cinque anni della loro piccola Emma ci avrebbe pensato lui, non aveva pensato che preparare una torta senza lattosio fosse così difficile.

O meglio, a leggere la ricetta sembrava molto semplice, ma all’atto pratico, gli ingredienti mescolati erano diventati una poltiglia irriconoscibile che non aveva neanche lontanamente la forma – e neanche il sapore – di una torta.

«Tu non capisci, Manu» esclamò, sconfitto, Simone, dopo lunghi attimi di silenzio.
«N’è che ‘n capisco, Simò, è che nostra figlia c’ha n'intolleranza al lattosio, mica du’ capocce! È ‘na cosa comune, ‘na qualsiasi pasticceria c'avrebbe aiutato e a quest’ora c'avremmo avuto ‘na torta anziché n'esaurimento nervoso»
«Per te è facile, Manuel – sbottò Simone – Emma ti ama, sei il suo papà preferito, vi basta uno sguardo per capirvi, sembra viviate in simbiosi. A te non serve svegliarti alle cinque di mattina e passare sette ore per provare a fare una torta. Tu riesci a passare tutto il tempo che vuoi con lei, non hai un turno che ti impedisce di essere presente alla sua festa. Volevo fare una cosa per lei e non sono stato capace»

Quelle parole pronunciate da Simone spezzarono il cuore di entrambi.

Quello di Simone, il quale si sentiva un padre di serie B.
Quello di Manuel, il quale non aveva mai fatto attenzione al disagio che provava Simone.

«Simò…Emma c’ha cinque anni, te pensi che avrebbe capito che la torta l’avevi comprata e non l’avevi fatta te?» chiese Manuel, cercando di ignorare ciò che Simone aveva detto poc'anzi.
«Non è questo il punto. Lei non lo avrebbe capito, certo, ma il fatto che lo sapessi io era già abbastanza. Tu non te ne rendi conto, Manuel! Emma cerca sempre te, con te è felice. Io mi sento di troppo fra voi. E…e mi sento anche un idiota a dirtelo perché sembro geloso del vostro rapporto quando, in verità, siete tutta la mia vita, ma è…è frustrante. Non so fare niente per lei, nemmeno una stupida torta. Non sono all’altezza del ruolo. Non sono abbastanza per Emma»

Un leggero pizzicore agli occhi lo costrinse ad interrompersi ché si sentiva già abbastanza ridicolo per ciò che stava dicendo, addirittura scoppiare in lacrime avrebbe – secondo lui – soltanto peggiorato la situazione.

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