Tre parole: Gelosia, Capitano, Rugby

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Da quando Simone e Manuel hanno rivelato a tutti – parenti, amici e semplici conoscenti – di essere una coppia, Manuel non manca mai di essere presente agli allenamenti e alle partite di rugby di Simone

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Da quando Simone e Manuel hanno rivelato a tutti – parenti, amici e semplici conoscenti – di essere una coppia, Manuel non manca mai di essere presente agli allenamenti e alle partite di rugby di Simone.

Non capisce assolutamente nulla di quello sport, la sua unica conoscenza in materia è la forma ovale della palla, ma sa quanto, per Simone, il rugby sia importante e, allora, fa di tutto pur di stargli accanto.

Ma la voglia di farlo è aumentata ancor di più da quando Gabriele, il capitano della squadra, sembra trascorrere molto tempo con Simone.

Ché poi, a Manuel non dà neanche troppo fastidio la quantità del tempo che trascorrono insieme quanto la qualità.

Perché gli sembra che Simone, insieme a quel Gabriele – che lui chiama Michele, non sa ancora se per semplice dimenticanza o per infastidire Simone – si diverta di più, trascorra del tempo migliore.

Pizzerie.
Gelaterie.
Cinema.

E sempre tutto con la scusa – ciò che è secondo Manuel – che sono uscite di squadra.

Seh, squadra.

Manuel ha smesso di crederci quando ha visto quel tale, Gabriele, avvinghiarsi alle spalle di Simone.

Era un abbraccio tra amici, Manuel, era stata questa la risposta di Simone.

E Manuel aveva fatto finta di crederci soltanto per quieto vivere.

Ché di voglia di litigare non ne aveva – e, tuttora, non ne ha – e ha preferito lasciar correre.

Ma più lascia correre e più si sente un idiota.

Un cretino che sembra pedinare il suo ragazzo per pura e semplice gelosia.

E Simone non se ne rende conto.

Per Simone è tutto normale, ché secondo lui – per l’appunto – Gabriele è solo un amico e, anche se – lo riconosce – capita, a volte, che non si comporti da tale, lui non è interessato e Gabriele – almeno secondo Simone – è etero.

Per Simone è tutto normale e anche quella volta non fa eccezione.

«Stasera vado a cena con la squadra»
«Ah» la risposta secca e piccata di Manuel.
«Manuel…qual è il problema?»
«No, no, niente. Buon divertimento»
«Ma perché devi fare così?»

Ché Simone ha capito cos'è che sta innervosendo Manuel, ma vuole sentirlo dire dalla sua voce.

«Io faccio così? Io ‘n sto a fa' proprio niente. Io so solo stufo de ‘sto Michele sempre in mezzo ai piedi, de ‘ste cene co’ ‘a squadra che so’ aumentate a dismisura e io che…»
«Tu cosa? Parla, Manuel. Parla. Non è possibile che ogni volta che affrontiamo l’argomento, ti chiudi a riccio e finiamo…nemmeno a litigare, non parliamo proprio più. E comunque si chiama Gabriele»
«Ma sti gran cazzi de come se chiama! ‘N parlamo perché ‘n ce sta niente da di’. Che te devo di’? Me pare che ne avemo parlato a sufficienza e te me dai sempre ‘a stessa risposta, me fai sempre capi’ che ‘r visionario so’ io, però, intanto, quello te sta sempre addosso. E allora ‘o sai che c'è, Simò? Che me ne frego. Esci co’ chi te pare. Te lo ripeto: buon divertimento»

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