Tre parole: Supermercato, Cassiera, Gelosia

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«Sono così felice, Manu»

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«Sono così felice, Manu»

È questa la prima frase che Simone esclama non appena le sue scarpe vanno a impattare contro il pavimento del loro nuovo appartamento.

La casa che hanno comprato e nella quale, ora, stanno camminando, è frutto di tanti sacrifici da parte di entrambi e, potrebbero giurarlo, nessuno dei due ha mai vissuto un’emozione così forte.

«La nostra prima casa! Non sei felice?»
«Prima e, spero, pure ultima» ribatte Manuel.

Ché lui ha trascorso infanzia e adolescenza a cambiare case, abitudini, letti.

Ha vissuto come un nomade e l’idea di fare di quella casa con Simone, con l’amore della sua vita, il suo punto fermo, non può che renderlo felice.

Ma è tutto così strano, così nuovo, a tratti, incredibile, che lui quella felicità non riesce neanche ad esprimerla.

«So’ felice pure io, Simò – dice – è ‘n sogno che se realizza»

Poi lo abbraccia, lo bacia.

Cerca di mostrargli con i gesti tutto quello che a parole non riesce a dire.

Ma poi non può evitare – con il suo spiccato senso dell’umorismo – di interrompere il momento.

«Amò, io ‘n vorrei sembra’ ‘n cafone, però…»
«Però?»
«Eh, niente, ‘a casa è bella, io so’ felice, ma ‘r frigorifero è vuoto ed è ora de pranzo»

Ride Simone.

Ride, ché lo sa che Manuel è anche quello.

Manuel è la personificazione dell’allergia a qualsiasi tipo di sentimento e Simone – che, all'inizio della loro storia, ne rimaneva offeso – ci ride su.

«Okay, okay, hai ragione – alza le mani in segno di resa – Andiamo a familiarizzare con il supermercato, sia mai che io mi metta in competizione con il tuo senso di fame»

E, questa volta, è il turno di Manuel di ridere.

Ché, se ne rende conto che, probabilmente, non sono mai stati più felici di così.

Ma qualcosa – o qualcuno –  in un istante, rischia di mettere a dura prova la loro neonata felicità.

***

La prima cosa che Manuel constata è che quel supermercato è enorme, così grande che non sa neanche da quale reparto iniziare.

Si sente un bambino.

Si sente quel bambino che, in tenera età, la possibilità di vagare tra i reparti del supermercato – magari correndo tra le corsie con il carrello – non ce l’ha avuta.

Si sente anche un po’ stupido, ché adesso è un adulto e non dovrebbe emozionarsi davanti ai reparti di un supermercato.

Ma tant'è.

La prima cosa che, invece, constata Simone è che una delle dipendenti del supermercato sembra interessata ad ogni movimento di Manuel.

Lo segue passo passo, gli illustra le offerte, gli fornisce, addirittura, degli assaggini di formaggio e miele.

Simone li osserva da lontano e, subito, ne rimane infastidito.

La spiegazione è solo una.

La più semplice di tutte.

È geloso.

«Manuel! – lo richiama prima di prenderlo sotto braccio – Ecco dov’eri! Ti ho cercato per tutto il supermercato»

Manuel percepisce immediatamente il tono infastidito di Simone e, onde evitare scenate, si allontana subito dal bancone della gastronomia in cerca di spiegazioni.

«Che te pija, Simò?»
«Hai veramente un gran coraggio a chiedermelo»
«No Simò, te giuro, ‘n te sto a capi'»
«Ah, non capisci, mh? Quindi la biondina che faceva la svenevole me la sono sognata, no?»

Dalla domanda retorica di Simone, Manuel capisce il problema.

Capisce il problema e non può non scoppiare a ridere, innervosendo ancora di più Simone.

«Cosa c'è da ridere?»
«Niente, Simò, è che sei scemo! – dice Manuel, tra le risa – Te giuro, preferivo quanno, pe’ gelosia, sfonnavi macchine piuttosto che ‘e scenate de gelosia dentro a ‘r supermercato»
«Non sono geloso» ribatte Simone, deciso.
«Uhm, e io so’ etero»
«Beh, fino a qualche tempo fa andavi in giro millantando questa cosa»
«Dai, Simò, ma seriamente pensi che mo’ che stamo insieme, che avemo preso ‘na casa insieme e c’avemo in mano ‘e chiavi della felicità, butto via tutto pe’ ‘a cassiera de ‘r supermercato sotto casa?»

In quell'istante, Simone si sente stupido come mai gli era capitato di sentirsi.

Geloso di una sconosciuta.

Ché si fida di Manuel, la fiducia è la base del loro rapporto, ma è cresciuto con la paura che le cose – ma, soprattutto, le persone – importanti gli vengano strappate via e il timore che lo stesso accada con Manuel, lo divora.

«Lascia stare, Manu»
«’N lascio sta’, Simò. Parlamone»
«Ti sembra il luogo e il momento per parlarne?»
«Sì» risponde Manuel, prendendo la mano di Simone e trascinandolo in un luogo appartato del supermercato, vicino al banco della frutta secca.

Si pone davanti a lui, Manuel.

Gli prende il viso tra le mani e incastra i suoi occhi in quelli di Simone.

«Allora?» dice.
«Allora cosa?»
«Me spieghi che sta a succede?»
«Niente»
«Simò, n’uscimo da ‘sto supermercato finché ‘n chiarimo ‘sta cosa»
«Sono andato in panico, okay? Ti ho visto parlare…ridere con quella e nella mia mente c'è stato un susseguirsi di scene in cui…»
«In cui
«In cui preferivi lei a me. Lei ci stava spudoratamente provando, Manuel, con quegli assaggini del cavolo e le offerte, ché quella ti avrebbe regalato qualsiasi cosa pur di averti»
«Simò…ammesso e non concesso che ce stesse provando, ma a me, che me frega? – rispose, sincero – C'ho te, Simò. C’ho te, ‘a persona che m’ha spinto a famme domande su me stesso, l’amore della vita mia. Io gli altri manco li guardo»

Gli occhi di Simone si fanno liquidi.

Torna a sentirsi un idiota che ha bisogno delle rassicurazioni del fidanzato tra le corsie di un supermercato.

«Lo so…ho soltanto…paura. Paura che tu possa stancarti di me. Ché di me, di quelli come me, quelli insicuri, quelli che hanno paura che tutto possa sfuggirgli dalle mani, ci si stanca presto. E, a volte, mi capita di pensare a che cosa ci fai con uno come me»

Hanno fatto quel discorso infinite volte.

E in ognuna di queste, Manuel l’ha rassicurato, e non manca di farlo anche questa volta.

«’N so che ce se possa fa’ co’ quelli come te, so, però, quello che posso fa’ co’ te» risponde, baciandogli le labbra proprio sotto lo sguardo della cassiera.
«Ci ha visti, Manu» dice Simone, non appena si staccano dal bacio.
«E quindi? Sto a bacia’ il ragazzo mio, mica ‘r suo»

E ridono entrambi, ora.

Ridono.
Si baciano.

Come nei sogni di Manuel, ingaggiano anche una gara di carrelli tra le corsie.

E, alla fine, al momento di saldare il conto, tra baci e sorrisi, si mettono in fila proprio alla cassa occupata dalla cassiera che sembrava corteggiare Manuel, di modo che possano chiarire qualsiasi equivoco e tornare a casa, nella loro nuova casa, e riappropriarsi della loro felicità.

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