Tre parole: Vento, Minestrone, Abbraccio

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Pizza in spiaggia al tramonto

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Pizza in spiaggia al tramonto.

Manuel trova questa nuova moda l'ideale per ciò che ha in mente.

Ché Simone è stressato dallo studio e conciliare lavoro e università diventa sempre più complicato.

E Manuel lo nota.

Lo nota nelle risposte a mezza bocca, in quelle agitate.
Lo nota nel tempo sempre più ridotto che trascorrono insieme.
Lo nota nel nervosismo.
Lo nota nella stanchezza sempre più crescente che porta Simone ad addormentarsi appena si sdraia sul letto.

E vuole fare qualcosa.

Per Simone e per loro due.

Istintivamente, senza pensarci due volte, approfitta del fatto che il telefono di Simone sia abbandonato sul comodino e che il suo proprietario stia dormendo, per inviare un messaggio al datore di lavoro di Simone.

Buonasera Antonio, mi spiace disturbarla ma volevo avvertirla che, purtroppo, ho un brutto raffreddore e, almeno oggi, non me la sento di venire a lavoro. La ringrazio per la comprensione, buona giornata.

È quasi sicuro che, quando se ne accorgerà, Simone si arrabbierà tantissimo ma, è altrettanto sicuro che, quando vedrà cosa ha in mente, poi, lo ringrazierà.

***


«Manuel, io tra mezz'ora devo stare al bar, cosa stiamo facendo? Perché stiamo andando verso Ostia?»
«Ecco, vedi…potrei ave’ scritto ‘n messaggio ad Antonio a nome tuo e avergli detto che c’hai ‘n brutto raffreddore e che quindi oggi ‘n saresti annato a lavora’»

Simone si ferma a fissarlo.

Sa di aver capito bene, ma una piccola parte di sé spera che non sia così.

Odia che le persone interferiscano nei suoi impegni e che sia stato proprio Manuel – che lo conosce più di chiunque altro – a farlo, lo irrita ancor di più.

«Stai scherzando? Dimmi che stai scherzando» dice, cercando di mantenere la calma.
«No Simò, ‘n sto a scherza’»
«Vorrei capire che cosa ti è saltato in mente, Manuel. Ho delle responsabilità, un lavoro, degli esami da sostenere e tu ti permetti di-»

Ma è costretto ad interrompersi quando, davanti a sé, vede una tovaglietta stesa sulla sabbia, due cartoni delle pizze, delle candele – che, senza successo a causa del vento, Jacopo sta tentando di accendere – degli aperitivi e due rose rosse.

«Manuel, che…perché Jacopo è qui, che cosa…»
«Jacopo m’ha aiutato a organizza’ ‘sta cosa, se l’avessi organizzata io, te poi che chi te saresti incazzato fino a du' minuti fa?»
«È bellissimo – ammette Simone, nonostante ancora non sia perfettamente sicuro di aver compreso il messaggio di Manuel – Non…non dovevi, perché questo, Manu?»

Ed è quello il momento, mentre si siedono sulla sabbia, in cui Manuel risponde ad ogni quesito di Simone.

«Ero stanco de vedette così. Sempre preso da libri, da lavoro, da sessioni de studio. Ero stanco de passa’ sere in cui crollavi subito dopo cena e altre che passavi insonni. Volevo fa’ qualcosa pe’ te, pe’ noi. Volevo passa’ qualche ora insieme a te, lontano da libri e discorsi sui turni de lavoro. Volevo che cenassi co’ qualcosa de diverso da ‘r solito minestrone surgelato che fra ‘n po’ se autocestina, ché so dieci giorni che sta dentro a ‘r frigorifero. Volevo torna’, pure se solo pe’ poche ore, a respira’ que ‘r profumo de passato solo nostro»

Simone lo guarda e non ha bisogno di chiedergli a cosa si riferisce.

Sa quanto a Manuel manchino quelle sere passate a guardare le stelle e a chiacchierare sotto il cielo di Villa Balestra.

Lo sa, perché anche a lui mancano tanto.

E se ne rimprovera, perché in fondo, se non hanno più un momento per stare insieme, senza pensieri, è colpa sua.

Colpa dei suoi mille impegni e della sua incapacità a gestirli.

E allora, forse, dovrebbe chiedergli scusa.

Scusa per non riuscire a dedicargli più il giusto tempo.
Scusa per non aver mai compreso il suo disagio.
Scusa anche per averlo aggredito quando, in realtà, Manuel voleva soltanto fare una cosa bella.

«Scusa» riesce a dire, seppur in un sussurro quasi coperto dal rumore delle onde.
«Mh?»
«Scusa per non aver capito, Manu. Manca anche a me il nostro tempo insieme, e mi dispiace. Mi dispiace perché sono stato un egoista. Ho messo davanti a noi qualsiasi cosa, il lavoro, lo studio e appena ho un momento libero mi sdraio sul letto anziché stare con te»
«N’è quello ‘r problema, Simò. Se te quanno sei libero te riposi, io ‘n posso che esse felice. ‘R problema è che te vedo sempre così nervoso, stressato, che se pure ce fosse ‘n minimo de tempo da passa’ insieme, ‘o passeremmo a litiga’. Ho organizzato ‘sta cosa pe’ sta co’ te, sì, ma pure pe’ permettete de stacca ‘a spina pe’ ‘n paio d’ore»

Sorride, Simone.

Sorride mentre il pensiero che gli sfiora la mente è quella certezza che ha di avere al suo fianco il ragazzo migliore del mondo.

«Mi manchi, Manu. E lo so che…che è colpa mia se siamo distanti. Anzi, non eri neanche tenuto ad organizzare tutto questo. Voglio dire…sono io quello sempre pieno di impegni e cose da fare, quindi sarei dovuto essere io quello che avrebbe dovuto impegnarsi ed ingegnarsi per regalarti un momento bello»

E anche se non è certamente nelle sue corde, Manuel non può fare a meno di esternare i suoi sentimenti, di esternare tutto ciò che prova e che non riesce mai a dire.

«Me regali momenti belli da ‘r primo momento in cui m’hai messo l'occhi addosso. ‘R primo momento bello che ho vissuto insieme a te è stato quello in cui m’hai permesso de rimanette accanto, in cui m’hai concesso de guardatte mentre apri l'occhi la mattina, in cui m’hai concesso de stringete ‘a mano, de accarezzatte ‘a pelle e de baciatte ‘e labbra. E continui a regalamme momenti belli giorno dopo giorno. ‘O sai, Simò? Co’ te è bello pure litiga’, perché te te incazzi e io, invece de incazzamme appresso a te, ‘n riesco a smette de guardatte e a pensa’ che sei bellissimo pure così, quanno te spunta quella rughetta in mezzo alla fronte»
«Sei un idiota, Manuel» risponde Simone, in un sorriso mescolato al pianto.
«Però st’idiota te piace, eh?»
«Non immagini quanto, Manu. Da morire»

E dopo quelle dolci parole, nessuno dei due trova più la necessità di parlare.

Rimangono lì.
In silenzio.
Stretti in un abbraccio.

E mentre Simone guarda il tramonto, Manuel guarda lui.

Ché, come direbbe Jovanotti, per Manuel, Simone è il più grande spettacolo dopo il BigBang.

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