Sei parole: Trascuratezza, Preoccupazione, Lavoro, Litigio, Svenimento, Attacco

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E stamo a ‘r terzo giorno

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E stamo a ‘r terzo giorno.

Con quella appena trascorsa, infatti, erano tre le notti in cui Simone non tornava a casa a dormire.

Nessuna discussione.
Nessun litigio.

Soltanto un lavoro impegnativo e un senso del dovere al di sopra del normale.

Simone, infatti, da quando aveva iniziato a lavorare in ospedale, sembrava aver dimenticato di avere una vita privata, concentrando ogni sua energia in quello che era il suo lavoro.

Sembrava aver dimenticato di avere una famiglia.
Sembrava aver dimenticato, soprattutto, di avere un fidanzato.

E Manuel…

Beh, a Manuel pesava.

Pesava tantissimo avere un fidanzato che – nonostante vivessero insieme – non vedeva, praticamente, mai.
Pesava tantissimo avere un fidanzato con il quale non riusciva ad avere il minimo dialogo, che a casa non c'era mai e, quando c'era, dormiva.

Ma, soprattutto, ciò che più di tutto tormentava Manuel, era la preoccupazione che lo stile di vita che conduceva Simone, gli dava.

A Manuel pesava, e quel giorno, quando sentì le chiavi girare nella serratura, si decise ad affrontare l’argomento.

«Buongiorno» esclamò Simone, con lo sguardo fisso sul pavimento e l’aria stanca.
«Eh…buongiorno! Senti Simò, dovemo parla’» asserì, categorico, Manuel.

Simone scosse la testa, il suo volto era pallido.

«Non ora, Manuel» rispose, con la sua voce ridotta ad un sussurro quasi inudibile.
«Non ora. Co’ te n’è mai ‘r momento. Tanto o ‘n voi o ‘n ce sei»
«Per favore, Manuel. Non mi sento bene»

All'udire di quella risposta, Manuel si alzò di scatto dal divano, cercando di celare la sua preoccupazione.

«Oh, che c’hai?» chiese con voce allarmata.
«Mi gira la testa» mormorò Simone, con un filo di voce, strizzando gli occhi e portando la mano tremante alla fronte.

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