Sei parole: Certificazione, Anno all'estero, Sconosciuti, Exchange, Francese...

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«È tutto pronto, Simone

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«È tutto pronto, Simone. Tutti i documenti sono stati consegnati in segreteria, fra una settimana potrai partire»

Manuel non avrebbe voluto ascoltare quella conversazione tra Dante e suo figlio, non è sua abitudine origliare.

Ma si è trovato per caso a passare per il corridoio e alla parola partenza non ha potuto fare a meno di fermarsi ad ascoltare.

Sono tante le domande che, in quel momento, affollano la mente di Manuel.

Dove deve anna’ Simone?
Perché Dante ha parlato de documenti in segreteria?
Ma, soprattutto, perché io che so ‘r fidanzato, nun ne so niente?

Davanti a quei quesiti, Manuel non riesce a tacere.

Attende che Dante si ritiri nella sua stanza e si avvicina a Simone, deciso a chiedere una spiegazione.

«Simò – lo ferma, afferrandolo per un braccio – ma de che stavate a parla’ te e tu’ padre?»
«Niente di importante, perché?»

Mente, Simone e Manuel ne è consapevole e ciò lo irrita ancor di più.

E lo preoccupa.

«Strano, perché io ho sentito parla’ de documenti consegnati in segreteria e partenza. A me, come cosa, me sembra importante. Te che dici?»

Messo a nudo.

Così si sente Simone in quel momento.

E non tenta la strada dei giri di parole né quella delle giustificazioni.

Sa di aver sbagliato a non coinvolgere Manuel in questo suo progetto e preferisce ammetterlo senza, come si suol dire, arrampicarsi sugli specchi.

«Hai ragione – dice, cauto – è importante. È importante e prima che tu ti arrabbi, perché so che succederà, voglio dirti che questa decisione l’ho presa prima che io e te ci mettessimo insieme. Non è una giustificazione a ciò che ti sto per dire, è solo…la verità»
«Continuo a ‘n capi’. Che sta a succede, Simò?»
«Dopo quello che è successo tra noi a scuola, al mio compleanno, e dopo che tu…insomma, mi hai fatto capire che tra noi non ci sarebbe mai potuto essere nulla, ho sentito il bisogno di starti lontano. Ho pensato a mille soluzioni per allontanarmi da te, però era tutto troppo vicino. Sarei andato via ma poi avrebbe vinto la mia voglia di vederti o la tua testardaggine nel raggiungermi. E allora…niente, Manu, un giorno durante la ricreazione, ho visto una locandina, in bacheca, che invitava gli studenti ad iscriversi all’anno all’estero. E…»
«Stai a scherza’? Simò, te prego, dimme che che stai a scherza’»

È incredulo, Manuel.

Spera che quello di Simone sia uno scherzo di pessimo gusto.
Oppure, di aver capito male.

Ché non riesce neanche a considerare l’idea che Simone vada via per chissà quanto tempo e lo lasci lì, a Roma, in balìa degli eventi e che, come unico appiglio per non affondare, abbia delle videochiamate.

«Purtroppo no, Manu. Te lo giuro, se potessi tornare indietro, non consegnerei mai quella richiesta. Ma cosa potevo saperne allora? Non avrei potuto immaginare che tu ti accorgessi di amarmi e che ci mettessimo insieme»

Manuel ascolta, ma non risponde.

Non sa cosa dire, vorrebbe solo assestare un paio di pugni al muro per sfogare tutta quella rabbia che sta covando.

Ché lo sa.

Lo sa come finiscono queste cose.

Si inizia con le videochiamate a tutte le ore, poi subentrano gli impegni, la stanchezza e con lo scorrere del tempo, si torna ad essere degli sconosciuti.

E non può andare così tra lui e Simone.

Ché ci hanno messo così tanto tempo per trovarsi.
Ché le frecce di Cupido ci hanno messo così tanto per raggiungere i loro cuori.

Non sa cosa dire, Manuel.

Abbassa lo sguardo e aspetta  – più che altro, lo spera – che sia Simone a prendere nuovamente parola.

Ed effettivamente, è quello che Simone fa.

«Manu…Manu, per favore, di’ qualcosa» dice, con tono di supplica.
«Perché ‘n me l’hai detto?» quasi sussurra, Manuel.
«Siamo stati travolti da così tante cose, da problemi, dall’amore, che…che me ne sono persino dimenticato»
«Certo…immagino che tu l’abbia saputo oggi che devi parti’, no?»
«No» risponde Simone, distogliendo lo sguardo da quello di Manuel e torturandosi le dita.
«E allora risparmiame le cazzate, almeno»
«È che – deglutisce a fatica – non sapevo come dirtelo. Non avevo il coraggio di dirti sai, amore, ho deciso di partire per un anno all’estero in Canada come exchange student, e mentre io sarò lì a perfezionare il francese e a cercare di ottenere una certificazione linguistica, tu sarai qui, spero ad aspettarmi, e a soffrire la mia mancanza. Mi spieghi come potevo dirti una cosa del genere?»
«Proprio come hai fatto mo’, Simò»
«Ti avrei rovinato l’estate, Manu. Non ci saremmo goduti nulla, né la vacanza in famiglia, né le giornate al mare con gli altri, né i nostri momenti da soli»

E invece, se l’avessi saputo, sarei uscito de meno co’ l’altri.
Avrei passato più tempo co’ te.
T’avrei addirittura stretto più forte.

Ma non lo dice, Manuel.

Tiene quei pensieri per sé, ché ha la sensazione che, qualsiasi cosa dica, si riveli essere quella sbagliata.

«Manu…mi dispiace» continua Simone.

Sapessi a me.

«Mhmh»
«Ti prometto che ti scriverò sempre. E ti videochiamo ogni giorno, minimo due volte al giorno. E poi…lo so che il Canada non è proprio qua dietro l’angolo, però…almeno una volta, puoi venire a trovarmi, no? Sono sicuro che la mia host family sarebbe felice di conoscere il mio fidanzato»

E ancora una volta, Manuel non risponde.

Ché Simone già parla di host family e videochiamate mentre lui non ha ancora metabolizzato nulla.

Non si è ancora abituato neanche all’idea di svegliarsi la mattina e non trascorrere quei cinque minuti prima di dar inizio alla giornata, nel letto accanto a Simone, di passare le giornate a scuola senza di lui o di rimanere nella sua stanza fin quando non si addormenta, solo per poterlo osservare nei tratti sereni e rilassati.

Non si è ancora abituato all’idea che, per un anno, dovrà rinunciare a tutto ciò, ed è sicuro che non riuscirà a farlo.

«’N fa’ promesse che ‘n sai se poi mantene’, Simò. ‘O sapemo tutti e due che i primi giorni c’avrai ‘n sacco de tempo libero, ‘n conoscerai niente e nessuno e l’istinto sarà quello de cerca’ tutto ciò che hai lasciato a Roma. Ma poi? Quanno te farai qualche amico? Quanno uscirai 'a sera e te renderai conto che qua è chissà che ora e ‘n ce potremo senti’?»
«Lo farò lo stesso, Manu. Mi ritaglierò del tempo per stare con te anche da lontano. E se da te sarà notte fonda, aspetterò il giorno dopo. Ma ti amo, Manu. E anche se con il corpo resterai a Roma, il tuo cuore lo metterò in valigia»

E al momento di preparare la valigia, poi, Simone, quel cuore ce lo mette davvero.

Un portachiavi con un cuore rosso e la scritta I love you e un bigliettino scritto a mano.

Ti regalo il mio cuore, abbine cura.

Banale?

Forse, ma per Simone, quel regalo che Manuel gli ha fatto trovare – a sorpresa – nel bagaglio, è la più grande dimostrazione d’amore che potesse dargli.

Every moment spent with you is a moment I treasureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora