Tre parole: Macchina, Capelli, Torta

413 43 1
                                    

«Simò, ma la voi mette ‘sta terza?»«Ma perché? La macchina si sta muovendo, stiamo camminando

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


«Simò, ma la voi mette ‘sta terza?»
«Ma perché? La macchina si sta muovendo, stiamo camminando. Io proprio non capisco»
«Perché c'hai cinque marce e ‘n poi cammina’ perennemente in seconda. ‘R motore soffre. E pure io. E pure ‘sta pora torta che se sta a squaglia’»
«Non ci capisco niente con questo affare, Manu. Ma a che servono cinque marce, non potevano metterne un paio e basta?»
«Ma quanto j'hai dato?»
«A chi?»
«All’istruttore pe’ fatte promuove! Te sei ‘n pericolo pubblico, Simò! Io ‘o vorrei veramente conosce quello che t’ha messo in mano ‘a patente pensando che fosse ‘a cosa giusta e faje du’ domande»
«Oh, senti, non so usare bene le marce ma so accostare. Non ci metto niente a fermarmi in una piazzola di sosta e farti scendere»

E continuarono a battibeccare per tutto il tragitto fin quando non giunsero a destinazione.

Ché Simone aveva preso la patente da una manciata di giorni e per esercitarsi – diceva – chiedeva a chiunque di poter guidare.

La sua vittima preferita, però, era Manuel.

Ché la realtà, in effetti, era un’altra.

Come tutti sapevano, nonostante Simone fosse riuscito a conseguire la patente, aveva ancora evidenti difficoltà nell’inserimento delle marce e Manuel, un po' per aiutarlo e un po' per piacere personale, la maggior parte delle volte, poggiava la sua mano su quella di Simone quando essa era ferma sul cambio.

Quel gesto, che sapeva d’amore, faceva impazzire Simone.

Era un contatto che amava, che quasi desiderava.

Era un gesto che lo faceva sentire protetto e che quasi lo invogliava a non impegnarsi neanche più a imparare ad inserire quelle maledette marce, solo per sentire la mano di Manuel sulla sua.

Ma quella mattina, le cose erano andate un po' diversamente.

Simone e Manuel – soprattutto Manuel – si erano adoperati per organizzare, a Villa Balestra, una festa a sorpresa per il compleanno di Viola e, mentre il resto della famiglia era rimasto a casa con il fine di allestirla, i due ragazzi erano stati designati per andare a ritirare la torta.

Ma Manuel era molto nervoso e, a differenza delle altre volte, quando Simone si era trovato in difficoltà con l'inserimento delle marce, non aveva fatto mistero del suo nervosismo e, sebbene Simone avesse lasciato – almeno in quel momento – correre, limitandosi a rispondere a qualche commento piccato, fu quando arrivarono a casa che cercò spiegazioni.

«Allora?» chiese, mentre Manuel era davanti allo specchio, intento a sistemare i suoi capelli.
«Allora che?»
«No, dico, ti sembra normale il modo in cui mi hai trattato in macchina?»
«Te sembra normale avecce ‘a patente e ‘n sape’ guida’?»
«Vaffanculo, Manuel» rispose Simone.

E chiuse, sbattendo, la porta del bagno, non lasciando a Manuel il tempo di ribattere.

Ché, in fondo, Manuel, la voglia di farlo, neanche la aveva.

Every moment spent with you is a moment I treasureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora