Sei parole: Sushi, Intossicazione, Regalo, Regalo, Sorpresa, Proposta

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«Simò, me sa che ho fatto ‘n casino»

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«Simò, me sa che ho fatto ‘n casino»

Quella frase, che Manuel pronuncia appena dopo il pronto, fa gelare il sangue nelle vene di Simone.

Ché lui sa che i casini di Manuel non sono mai nulla di buono, considerando che l’ultima volta che lo ha sentito pronunciare quella frase stava rapendo una bambina.

Ma si fa coraggio.

Si fa coraggio e con una pazienza da fare invidia anche a un santo, cerca di capire in cosa consiste questo casino, che – ne è sicuro – non è un’iperbole.

«Che hai combinato stavolta?»
«Eh…te ricordi quanno tu padre c’ha dato i compiti pe’ organizza’ ‘a sorpresa pe’ mamma?»
«Certo»
«Ecco, lui avrebbe pensato all’anello, insomma, al regalo, te ai fiori e io a prenota' al ristorante, no?»
«Sì, Manuel, vai avanti»

Ci andrebbe volentieri avanti, Manuel, se ne avesse il coraggio.

Ché le urla di Simone e di Dante nelle orecchie già le sente distinte.

«Oh, quindi?» ripete Simone, non avendo ancora ricevuto risposta.
«E quindi me so’ scordato de chiama' il ristorante. Me so’ ricordato poco fa, l’ho chiamato ma è tutto pieno»
«Stai scherzando, vero?»
«No, so’ serio…purtroppo»
«Mio padre ti ammazza, lo sai questo? Cioè, Manuel, una cosa dovevi fare. Una. E tu hai pensato bene di dimenticartene»
«Me dispiace, mica l'ho fatto apposta. C'ho mille pensieri pe’ la testa e m’è passato de mente»
«Usi sempre la stessa scusa, Manuel. Ho mille pensieri per la testa. Almeno sii più originale e inventati qualcosa di meglio»
«Certo, perché ‘r fatto che passo notte e giorno sui libri e che quanno nun studio, lavoro, è ‘na scusa, no?»
«Usi i tuoi impegni come scuse, Manuel, sì. Perché una chiamata ti avrebbe portato via meno di un minuto e ora non staremmo senza ristorante per stasera»
«Come se Roma ‘n fosse piena de ristoranti de sushi»
«Beh, Manuel, sai com’è, vorremmo evitare un’intossicazione alimentare, tu che dici? Ci manca solo questo! Senti, lascia stare, tanto su di te non si può fare affidamento. Me la vedo io. A più tardi»

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