Tre parole: Autogrill, Giacca, Dichiarazione

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I cessi – perché definirli bagni, a Simone sembra troppo – dell’autogrill non sono certo il posto migliore per dichiarare amore – spera eterno – a quello che reputa essere l’amore della sua vita, ma dopo ciò che è appena accaduto, non ha altra scelta

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I cessi – perché definirli bagni, a Simone sembra troppo – dell’autogrill non sono certo il posto migliore per dichiarare amore – spera eterno – a quello che reputa essere l’amore della sua vita, ma dopo ciò che è appena accaduto, non ha altra scelta.

Ché mentre erano in macchina – direzione Milano – per andare a trovare Viola e Rayan, Manuel, improvvisamente, ha pronunciato una frase che ha lasciato Simone di sasso.

«Me sposi, Simò?» gli ha detto.

Senza anello.
Senza dichiarazione.

Come se fosse la cosa più semplice e normale del mondo.

E sebbene Simone, in cuor suo, avrebbe voluto rispondere di sì all’istante, qualcosa nella sua mente lo aveva bloccato, lasciando che la fatidica domanda di Manuel rimanesse sospesa in aria.

E la reazione di Manuel non si è fatta attendere.

Scuro in viso, il più grande ha sentito la necessità di raggiungere il primo autogrill e, senza neanche curarsi di indossare la giacca, con il freddo a raggelargli le braccia, è sceso dalla macchina lasciando che anche le domande di Simone rimanessero sospese in aria.

«Manuel? Manuel, dove vai?»

Ma Manuel ha, praticamente, finto di non sentirlo, camminando a grandi falcate verso il bagno dell’autogrill.

Ed è per questo che ora, Simone si trova lì, davanti ad una delle porte, in attesa che Manuel esca – ché non possono certo mettersi a discutere davanti ad un water mentre la gente fa la fila fuori – per provare a chiarire quella situazione che, secondo Simone, non è altro che un equivoco.

Ciò accade una decina di minuti dopo, quando Manuel apre la porta e, a sorpresa, trova Simone davanti ad essa.

«Che voi? Manco a ‘r bagno in pace posso sta’?» esclama Manuel, furioso.
«Possiamo parlare?»
«Mo’ voi parla’? Stai in ritardo de almeno mezz’ora, Simò»

Non vorrebbe essere così freddo e distante, Manuel.

Odia rivolgersi in quel modo a Simone, odia litigare con lui, a maggior ragione nel momento in cui saranno lontani da casa e in compagnia di altre persone per qualche giorno e non avranno, quindi, modo di chiarire subito.

Ma non riesce a trattenersi.

Ché avrebbe preferito un no, non ti sposo piuttosto che quell’imbarazzante silenzio sfociato in un altro discorso lontano anni luce da quella domanda.

E si chiede se il motivo di quel silenzio sia il fatto che, magari, non lo ami più o, più semplicemente, che non sia pronto ad un passo tanto grande come può essere il matrimonio.

Neanche a dirlo, il primo pensiero che ha sfiorato la sua mente, lo terrorizza.

Ché Simone è, ormai da anni, tutto ciò che ha.

È il suo punto fermo.
La sua Stella Polare.

E non può.

Non può credere che, sul serio, Simone non lo ami più.

Il suo silenzioso flusso di coscienza si interrompe nel momento in cui Simone riprende parola, deciso a mettere un punto fermo su quella discussione.

«Sì, Manuel. Voglio parlare adesso. Perciò tu, ora, vieni con me, torniamo in macchina e ci diamo entrambi una bella calmata»

Di fronte all’aut aut di Simone, Manuel non può che cedere.

Si lascia, quindi, convincere e, in compagnia di Simone, fa ritorno in macchina.

«Allora? Che me devi di’?» chiede Manuel, una volta che entrambi sono di nuovo seduti ognuno al proprio posto.
«Se ti sei sentito ferito dal mio comportamento, hai ragione. Non so cosa mi sia preso, Manu. È…è stato come se la bocca avrebbe voluto dire e il cervello glielo avesse impedito. Non lo so, okay? Non lo so. Sono andato nel panico, così, all’improvviso. E prima che tu possa pensarlo, non è perché mi aspettassi fiori, anelli o dichiarazioni da film. È stato soltanto…inaspettato. E, perlopiù, mai avrei immaginato che sposarci fosse un tuo desiderio»

Nel momento in cui ascolta queste parole, Manuel si trova costretto a fare un passo indietro.

Si sente un po’ stupido per aver dato per scontato che per Simone fosse semplice come lo è per lui.

Si assume, quindi, un po’ della responsabilità di quella discussione e, anziché rispondere aggredendo – come è solito fare – cerca di apparire, quantomeno, tranquillo.

«Okay…forse ce so’ annato troppo de corsa, ce sta. Però ‘o capisci che que ‘r silenzio ha fatto male? Voglio di’, preferivo sentitte di’ no, Manu, ‘n me la sento piuttosto che fa' finta che n’avessi parlato. In quella mezz’ora ho pensato de tutto, pure che ‘n m’amassi più e-»
«No, Manuel – lo interrompe Simone – questo non lo devi neanche lontanamente pensare. Sei l’amore della mia vita e mi sarei inginocchiato anche in quel lurido cesso per dirti che ti sposerei pure domani»

Sorride, Manuel.

Gli occhi prendono di nuovo vita con un improvviso scintillio.

«Davero, Simò?»
«Richiedimelo»

Questa volta, allora, Manuel opta per un qualcosa di più.

Velocemente scende dalla macchina, compie mezzo giro intorno ad essa, si sposta dalla parte di Simone e si inginocchia.

«Simò – inizia – così come prima, ‘n c’ho niente. ‘N c’ho anelli, ‘n c’ho ‘n cazzo. Ce sto solo io e ‘ste poche parole. Prima m’hai detto che ‘n pensavi che ‘r matrimonio pe’ me fosse importante. C’hai ragione, ‘n te n’ho mai parlato, ma…insomma, c’ho avuto ‘na famiglia sgangherata e tutto quello che ho sempre sognato è stato de riusci’ a costrui’ ‘n qualcosa de solido e duraturo co’ la persona che amo. ‘N pensa’ che è ‘na sfida o ‘n desiderio de sbatte in faccia all’altri che ‘n so’ ‘a persona che hanno sempre descritto. È solo…amore. E io ‘sto amore lo vorrei mostra’ legandome pe’ sempre a quello che considero l’amore della vita mia, l’unica persona che io abbia mai amato e che m’abbia mai dimostrato amore. Quindi, stavolta te lo richiedo, co’ ‘n po’ più de poesia e senza fa’ ‘r cazzaro. Voi diventa’ l’unica persona che avrò l’onore de chiama’ marito fino all’ultimo giorno su ‘sta terra?»

E Simone, ormai in un fiume di lacrime, non può che dire di sì.

Lo fa, inizialmente, scuotendo la testa in segno d’assenso e poi – non sa nemmeno lui con quale coraggio – prende parola.

«Sì, Manu. Sì, ti voglio sposare. E scusami se non te l’ho dimostrato abbastanza»

Ma a quel punto, a Manuel non interessa più.

Non interessa più l’imbarazzo.
Il silenzio.
I tentennamenti.

In quel momento, a Manuel, interessano soltanto quelle labbra carnose che stanno divorando le sue.

Ed è sicuro che sarà così da lì a per sempre.

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