All'indomani mattina chiudo già le valigie. Giro per l'appartamento, assicurandomi di aver chiuso tutto e di aver preso ciò che mi servirà. Girando per quelle stanze mi sale un po' di malinconia, so che mi mancherà New York, perfetta nelle sue imperfezioni. Mi affaccio per l'ultima volta alla mia bella e amata finestra della camera da letto. Quante notti insonni ho passato qui, seduta sul davanzale, osservando le auto sfrecciare tra le strade...
Accenno un sorriso amareggiato, soffermandomi per l'ultima volta su quella immensità di grattacieli. I miei pensieri vengono interrotti dal suono del citofono. Un suv nero mi aspetta davanti al portone. Cooper e altre tre persone, che mi presenta come i suoi collaboratori, mi attendono nell'auto. Carico le valigie e partiamo tutti alla volta dell'areoporto Kennedy.[...]
Dieci interminabili ore di volo e arriviamo finalmente a Roma, in tutto il suo splendore e il suo caldo soffocante, essendo fine maggio.
L'autista si ferma davanti ad un immenso palazzo nella zona industrializzata della città, completamente in vetro.
Lì dentro faccio conoscenza anche della caporedattrice, nonché anche la proprietaria della rivista: una donna sulla sessantina, esile e non molto alta mi accoglie nel suo ufficio. Il suo taglio di capelli, molto corto e brizzolato, accentua la sua aria di severità. La gonna grigia e la camicia nera le danno un tocco in più di professionalità, anche se basta poco per capire che tipo sia. Non penso sia un caso che mi ricordi fin troppo Meryl Streep in Il diavolo veste Prada.
"È un onore per noi, signorina Neri, accoglierla nella nostra grande famiglia." mi stringe la mano, sorridendendomi.
"La ringrazio vivamente per questo incarico, signora Bianchi."
"James, come sempre ti mostri professionale, ti ringrazio." dice, elogiando il mio collega.
"Grazie a te, Julia." risponde, facendole un ridicolo baciamano.
Gli rivolge un sorriso di apprezzamento, per poi tornare a me. "Allora cara, ti lascio nelle mani di James e dei miei dipententi, ti spiegheranno tutto ciò che c'è da sapere."
Cooper mi fa segno di andare, ed insieme proseguiamo lungo i corridoi pieni di porte anch'esse in vetro, dove si possono scorgere studi e scrivanie.
"Cooper, dove stiamo andando?" gli chiedo, dopo aver superato l'ennesimo corridoio e aver scansato decine di persone indaffarate a passare da una stanza all'altra.
"Puoi pure chiamarmi James, eh." puntualizza, continuando a camminare con un passo svelto.
"Ma no, Cooper fa più figo." rido, prendendolo in giro. "In fondo ti conosco da solo quarantotto ore, tutta questa confidenza non va bene." ci scherzo su.
Arriviamo in una stanza con un grande tavolo rotondo e un proiettore, probabilmente una sala adibita alle riunioni. Mi siedo ad una delle sedie e lui fa partire una serie di foto.
Le prime sono di un ragazzo con gli occhiali.
"Lui è Piero Barone, ventiquattro anni, siciliano di Naro. È il più grande dei tre, anche il più autorevole, una sorta di fratello maggiore. Single, o almeno si pensa, non si sono mai concentrati grandi pettegolezzi su di lui. Tu comunque farai del tuo meglio." mi avverte.
Annuisco, mentre lui passa alle foto di un altro ragazzo, dalla faccia simpatica e dai buffi baffetti.
"Ignazio Boschetto, ventitré anni a breve, anche lui siciliano, di Marsala per la precisione. È sicuramente la personalità più spigliata del gruppo, dovuto anche dal suo carattere estroverso. Anche lui tenore, vive da solo a Bologna, e sa suonare il pianoforte e la chitarra. Era fidanzato, fino a pochissimo tempo fa, ma pare sia tornato single. Chiaro fin qui?"
"Si, sì." rispondo interessata.
"Bene, adesso c'è la parte più interessante." inizia a mostrarmi le foto del terzo ragazzo.
"Gianluca Ginoble, ventidue anni come te, è un baritono. È sicuramente la parte più interessante perché è l'unico dei tre coinvolto costantemente in vari scandali e gossip, in questi ultimi anni."
"Tipo?"
"Intrecci con showgirl, fan e ammiratrici, amiche, persino con Belinda."
"Belinda? Quella che recitava in Cheetah Girls?"
"Cheetah che?" fa un'espressione stranita.
"Oh andiamo, Disney Channel nel duemilasei! Possibile che non le conosci?"
"Non tutti avevamo otto anni nel duemilasei." risponde, rivolgendomi un sorriso ironico.
"...Ne avevo undici comunque."
"...Sì, torniamo a noi: è lui il tuo obiettivo principale."
"Ma se è già uno stronzo che senso ha creare ulteriori scandali su di lui? La gente si stufa di leggere le ennesime tresche del solito vip."
"Tu fai come ti ho detto e basta. Chiaro?" chiede più duramente.
Sbuffo. "Chiaro." affermo infastidita.
A quel punto mi porge una borsa contenente un portatile e dei fascicoli. "Qui ci sono tutte le informazioni che ti servono."
"E per quanto riguarda la mia identità? Con il mio nome vero potrebbero risalire anche al mio mestiere."
"D'ora in poi tu sarai Emma Alto." - mi comunica, porgendomi sul tavolo una busta contenente la mia nuova carta d'identità, patente, passaporto e tessera sanitaria.
"Ma non è illegale?"
"In quanto spia hai il pieno diritto di fare cose del genere, sempre ammesso che queste cose vengano usate solo per scopi lavorativi."
"Ma davvero?"
"Ti fidi o no?"
Mi mostro perplessa, ma cerco di fidarmi delle sue parole. "Se affonderò io, tu e tutta questa agenzia verrete giù con me."
Si limita ad assecondarmi, annuendo scocciato.
Osservo la mia nuova carta d'identità un po' divertita, lo ammetto, non ho mai ricevuto un incarico così impegnativo. "Non sono nata a Torino l'undici agosto." puntualizzo.
"Elisabetta Neri no, ma Emma Alto sì." afferma con un tono ovvio. "Ah e, ti rivoluzioneranno dalla testa ai piedi, già ti avviso."
Sobbalzo dalla sedia. "In che senso?!"
Non mi risponde ma mi fa cenno di seguirlo, ed insieme, dopo aver attraversato l'intero corridoio, arriviamo in una stanza colma di relle piene di vestiti, scarpe e borse. Ad una parete sono appoggiate grandi specchiere.
"I nostri esperti sapranno cosa fare." cerca di rassicurarmi, ed abbandona la sala, lasciandomi nelle mani di parrucchieri, stylist e truccatori.
"Tesoro, hai bisogno di una risistemata, non sarai mai credibile in queste condizioni..." dice la stylist, appoggiata dai suoi collaboratori, che mi squadrano piuttosto perplessi. Prima che io possa anche solo sentirmi offesa e possa controbattere in qualche modo, non appena mi fanno accomodare su una poltrona sono già al lavoro con i capelli.
Dopo due interminabili ore, finalmente terminano la loro opera, guardandomi compiaciuti e fieri di loro stessi. Mi portano davanti ad un grande specchio e mi fanno ammirare la grande trasformazione.
Rimango a bocca aperta, scioccata.
I miei mossi capelli color cioccolato sono stati trasformati in dei lisci capelli color biondo scuro, con colpi di sole più chiari, che alla fine non mi dispiacciono affatto. Il trucco è più complesso, formato da uno smooky eyes sui toni del beige dorato e del marrone, un leggero accenno di terra dorata sugli zigomi, un delicato fard sui toni del pesca e, per finire, una leggera passata di matita rosata sulle labbra.
Per quanto riguarda l'abbigliamento, una camicetta a righe blu e bianche accompagnata da un paio di jeans a sigaretta, una grande borsa beige e dei sandali bianchi a stiletto completano il look.
Compio mezzo passo e già rischio di cadere e di spezzare uno dei due tacchi vertiginosi.
"Santo cielo attenta, quelle scarpe valgono più di quanto tu possa immaginare!" mi sgrida l'hair stylist, che mi aiuta a reggermi in piedi.
Okay, morirò, penso tra me e me, rendendomi conto di quanto sia difficile stare in piedi su quei cosi.
"Non fanno proprio per me queste scarpe." commento amareggiata.
"Devi fartele piacere, se vuoi passare per una persona seria e professionale che cerca di farsi assumere." sussulto, girandomi e vedendo la redattrice ai piedi della porta, mentre mi squadra dalla testa ai piedi, piuttosto compiaciuta.
"Oh si, ora sei perfetta!"
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Photograph || Il Volo
Fanfiction"[...] E poi, alla fine, sì, mi sono innamorata. Mi sono follemente innamorata di una persona che non avrei mai pensato di poter amare. E sai come l'ho capito? Da quando vidi che in quegli occhi verdi ci ritrovavo me stessa. In quegli occhi ho ritro...