Mi accompagnano di fronte ad un lussuoso albergo romano, fermando l'auto davanti alla grande entrata in cima ad una gradinata di scalini in pietra, ricoperti nella parte centrale da un lungo tappeto di panno rosso.
"Bene, la tua missione inizia ora. Il loro manager, il signor Torpedine, sta ricevendo alcuni aspiranti assistenti nel salone delle conferenze. Buona fortuna."
Cooper mi fa le ultime raccomandazioni, a cui io rispondo annuendo, per poi scendere dall'auto, naturalmente da sola.
Mi siedo ad uno dei divani della hall e aspetto impaziente, mentre una decina di ragazze e ragazzi fanno la fila insieme a me, seduti a delle poltrone. Ne approfitto per dare un'occhiata al mio curriculum, naturalmente completamente inventato. Diplomata al liceo linguistico, neolaureata alla facoltà di economia e management a Torino, già fatto esperienze lavorative in questo campo. Perfetto, il resto lo inventerò.
Arriva il mio turno ed entro in quella grande stanza, con al centro una scrivania e due sedie. Il signor Torpedine, storico manager del gruppo, mi invita gentilmente ad accomodarmi, e, stringendoci la mano, ci presentiamo entrambi. Gli porgo il mio curriculum, che lui accetta volentieri e inizia a sfogliare.
"Allora, signorina Alto, qui leggo che ha già esperienza in questo campo."
"Sì, ho già lavorato come segretaria in un paio di uffici." rispondo convinta.
"Mhm, però penso sappia che qui non dovrà solamente rimanere seduta ad una scrivania e compliare fascioli..." - la sua aria perplessa mi fa sussultare, mentre in quell'istante penso ad una risposta adeguata per controbattere.
"Ecco, sì, vede... mi piace molto viaggiare, e parlo correttamente l'inglese e lo spagnolo, cosa molto importante, a mio parere, visto che i ragazzi solitamente viaggiano molto per il Nord e Sud America." gli spiego, gesticolando freneticamente.
"Assolutamente sì." mi sorride, restituendomi il curriculum. "Ho letto tra i suoi dati che è di Torino, spero non sia un problema per lei tornare poche volte l'anno dalla sua famiglia, visto che quando non siamo in tour passiamo quasi tutto il nostro tempo in studio di registrazione, a Bologna."
Ma se io nemmeno ce l'ho una famiglia, penso, rattristandomi per un istante, tornando subito in me. "Assolutamente no signor Torpedine, non c'è alcun problema." gli sorrido.
"Bene, può andare Emma, grazie, le faremo sapere." ricambia il sorriso, stringendomi la mano e porgendomi i suoi saluti.
Apro la porta, imbattendomi subito in un ragazzo. Poco mi ci vuole per ricondurlo a Gianluca, uno dei tre ragazzi che il mio collega mi aveva descritto. Ci guardiamo qualche istante sull'uscio della porta, senza dirci nulla, per poi andare via. Lui entra nella stanza lasciando la porta semi aperta, ed io ne approfitto per origliare nel modo più discreto possibile.
"Chi era quella, Michè?"
"Sai bene che sto cercando un assistente. Qualcuno che vi segua ovunque, che faccia le mie veci quando non posso essere con voi."
"Allora prendi quella, mi piace."
Un piccolo sorriso compiaciuto compare sulla mia faccia, avere qualcuno dalla mia parte è già un punto a mio favore.
"Non stiamo scegliendo un giocattolo, Gianluca. Ci serve qualcuno di valido. Non che quella ragazza non lo sia, però ce ne sono tante altre che fanno concorrenza."
Sbuffa scocciato. "Vabbè, noi comunque stiamo per andare a pranzare, vuoi unirti a noi?"
"Appena finirò, vi raggiungerò. Non preoccupatevi per me."
Annuisce e lo intravedo proseguire verso la porta, perciò mi affretto ad andarmene da lì, e ad avviarmi verso l'uscita di quell'albergo. Mi eclisso, percorrendo senza meta le strade del centro, e ritrovandomi nell'affollata piazza di Spagna. Poco dopo mi chiama Cooper, in attesa di notizie.
"Quindi è andata bene, mi sembra." afferma soddisfatto.
"Non lo so, mi faranno sapere domani, penso. Piuttosto, qualcuno di voi ha pensato a dove farmi dormire stanotte?"[...]
I raggi del sole entrano nella mia stanza, facendomi svegliare. Mi stropiccio gli occhi, ancora un po' scombussolata per via del jet-lag. Apro la porta finestra ed esco fuori sul piccolo terrazzo della camera, osservando quel paesaggio caotico ma che non perde mai il suo fascino. Da lontano riesco a scorgere la cupola di San Pietro, che mi fa involontariamente sorridere, ricordando tutta la mia infanzia passata qui, nella città eterna.
Lo squillo del mio nuovo cellulare interrompe i miei pensieri. Un numero sconosciuto.
"Pronto?" tossisco leggermente, al fine di schiarire la mia voce rauca.
"Buongiorno signorina Alto, sono Michele Torpedine. Spero di non disturbarla."
Lancio un'occhiata al mio orologio sulla scrivania. Le nove in punto. "No, assolutamente signore, mi dica pure."
"Dopo accurate analisi su vari profili di aspiranti assistenti che abbiamo fatto in questi giorni, siamo giunti alla conclusione che lei possa avere i requisiti necessari."
Un'espressione soddisfatta mi compare in volto. "Grazie mille signor Torpedine, non vedo l'ora di iniziare."
"L'aspetto qui al Parco dei Principi per firmare il contratto a tempo momentaneamente determinato e sistemare gli ultimi dettagli. Porti con sé anche la sua valigia, domattina partiremo di nuovo."
Ci congediamo, e chiusa la telefonata mi lascio sfuggire un piccolo grido di gioia e soddisfazione, come se avessi appena vinto un premio. Accendo il computer e accetto la videochiamata con Cooper e la caporedattrice Bianchi, che ci tiene a congratularsi personalmente.
Dieci minuti dopo di complimenti e raccomandazioni, spengo il computer e mi dirigo verso l'albergo, con le valigie in mano.
All'entrata mi accolgono già altri componenti dello staff, che mi danno il benvenuto e mi accompagnano nella stanza di ieri, dove trovo il mio nuovo capo con una pila di fotocopie e fascicoli da compilare e firmare.
"Congratulazioni Emma, benvenuta nel nostro team!" si congratula con me, stringendomi la mano. "Vieni, ti presento i ragazzi, stanno provando in una delle sale della struttura."
Mi conduce verso uno spazio con tante sedie in fila e un piccolo palco in fondo alla sala. Una sorta di teatro, presumo.
In quel momento i tre stanno provando la scaletta del loro tour italiano, che inizierà tra un paio di giorni. Io e Torpedine ci sediamo in fondo, quarta fila, mentre i loro vocal coach e produttori occupano tutte le prime due file.
Dopo un paio di canzoni d'opera provano Grande Amore, il loro classico, la canzone che l ha permesso loro di vincere Sanremo e di affermarsi nel panorama musicale italiano. Non li avevo mai sentiti cantare ad essere sincera, e rimango a mia sorpresa molto colpita dalla potenza delle loro voci e dalla forza e passione che ci mettono in quei tre minuti e mezzo. In quegli istanti noto che Gianluca si accorge della mia presenza, lanciandomi un'occhiata compiaciuta.
Scopro che Grande Amore è il gran finale dei loro concerti, perciò appena la base cessa di suonare, un piccolo applauso rimbomba nella stanza. I ragazzi scendono giù dal palco, mentre andiamo loro incontro.
"Bravi ragazzi, siete fortissimi." Michele si complimenta uno ad uno con loro, per poi spostare l'attenzione su di me. "Vi presento Emma, è la mia nuova assistente."
A turno i tre ragazzi porgono la loro mano, fino ad arrivare a Gianluca, che in compenso mi guarda intensamente qualche istante.
"Sembri molto giovane. Lo troveresti maleducato se ti chiedessi la tua età?" mi chiede il ragazzo con i baffi, Ignazio.
"No, assolutamente, ho quasi ventidue anni." rispondo sorridente. In realtà ventidue anni li ho già compiuti lo scorso gennaio, ma "Emma Alto è nata l'undici agosto", che vomito.
"Piccina lei!" esclama Piero, mettendomi il suo braccio attorno alle mie spalle, al fine di abbracciarmi.
"Beh Gianlù, ora non sarai più il più piccolo di tutti!" esclama divertito Ignazio, dandogli uno schiaffo sul collo e scatenando la nostra risata.
"Ah ah ah, simpatico come sempre." ribatte inacidito.
"Eddai che scherzo! Scusalo, è fatto così." dice Ignazio, rivolgendosi a me. Io rispondo con un cenno di non preoccuparsi. Sembrano tutti simpatici devo dire, tranne per Gianluca, che sento sarà la preda più complicata. Devo guadagnarmi la loro fiducia.
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Photograph || Il Volo
Fanfiction"[...] E poi, alla fine, sì, mi sono innamorata. Mi sono follemente innamorata di una persona che non avrei mai pensato di poter amare. E sai come l'ho capito? Da quando vidi che in quegli occhi verdi ci ritrovavo me stessa. In quegli occhi ho ritro...