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"Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno."

Se c'è una cosa che ho capito negli ultimi mesi, è che più osservo il mondo, più me ne innamoro. Viaggiare è come sviluppare una dipendenza: più viaggi, vedi cose nuove, e più hai voglia di continuare. Più viaggio e più mi rendo conto di non averne mai abbastanza, nonostante siano viaggi di lavoro.
Il clima primaverile di Città del Messico a dicembre è una delle cose che desideravo di più. Per un po' si possono mettere da parte cappotti e sciarpe di lana, per dar spazio al ritorno delle felpe leggere. Il Centro e Sud America, dalle sue mille sfaccettature, mi ha da sempre affascinata. Il Messico ha una doppia faccia, come tutti i paesi di questo continente: dietro a questi sgargianti di colori, chitarre, tacos e mariachi, si cela una realtà difficile da vivere e gestire, fatta di sacrifici e povertà.
L'unico lato negativo di questa tournée americana è la totale privazione di libertà, forse anche più che in Italia. In Messico soprattutto, grandi folle di fan urlanti seguono passo passo ogni singolo movimento de Il Volo. Tempo fa, Gianluca mi raccontò che gli anni scorsi dovettero essere braccati da ben sei guardie del corpo, per poter uscire dall'hotel.
Dopo le solite interviste delle varie tv locali, ci concediamo una cena tipicamente messicana in uno dei locali della zona, per festeggiare questa nuova parte del tour, probabilmente l'ultima.
O forse no, a quanto dice Torpedine. Pare che anche in Asia siano molto richiesti, e starebbero pensando di organizzare alcune date in paesi come Cina, Giappone e Indonesia. Dovrebbero partire per luglio o agosto del prossimo anno, ma poco mi importa a dire la verità. Penso a godermi questo mese e basta, cercando di non pensare al futuro. Un futuro dove ci sono solo io con la mia vita, il mio lavoro. Probabilmente a New York, Roma o in qualche altra parte del mondo: ovunque ma senza loro, quella che ormai è diventata come una famiglia per me.
"Ragazzi, non indovinerete mai chi mi ha chiamato prima!"
"Chi, boss?" chiede spiritosamente Ignazio, facendo sorridere tutti quanti.
"Belinda." scandisce bene, creando un sussulto generale.
"Belinda?!" il più attonito sembra Gianluca. "È da anni che non si è fatta più viva..."
"Lo so, Gianluca." il tono comprensivo di Michele nei suoi confronti mi lascia perplessa, mentre gli da una pacca sulla spalla. "Però ha saputo dei vostri concerti qui, e vuole assolutamente rivedervi per salutarvi."
"Dille che per noi va bene." risponde indifferente Piero.
"Si, e... Ho parlato con il loro manager, e abbiamo pensato che non sarebbe male averla come ospite speciale al vostro concerto di domani sera."
"Eh?!" esclama scioccato Ignazio, rivolgendo uno sguardo scioccato a Torpedine.
"Sì, potrebbe essere una bella sorpresa per i vostri fan. Vi ricordo che Constantemente mìa, quel featuring con lei, ebbe molto successo qui."
"Si, ma..."
"Ragazzi, ci siamo già organizzati. Non sarebbe una bella cosa rifiutarla in questo modo. Anche lei ha contribuito al vostro successo, o no?"
Il più nervoso pare Gianluca, e non riesco a capire il perché. Ignazio e Piero cercano in continuazione il suo sguardo, per capire il suo stato d'animo. Poi ricollego tutto: il 2013.
Non so con precisione cosa successe tra i due, ma ebbero una storiella. Evidentemente non sono rimasti in buoni rapporti.
Sospira stufo. "Va bene."
Michele tira un sospiro di sollievo, come se aspettasse solo il suo via libera. "Perfetto, verrà in hotel domani mattina per organizzarsi. Anche Emma e Vanessa si occuperanno di lei." ci guarda, cercando la nostra conferma. Annuiamo.
"Vedrete, andrà benissimo!"

Torniamo in albergo piuttosto esausti dopo diverse ore di volo. Ci salutiamo e proseguiamo verso i vari corridoi, per rientrare nelle nostre stanze.
"Dormiamo insieme?" bisbiglio all'orecchio di Gianluca, che mi risponde con un cenno di testa. Non sembra di molte parole stasera, o almeno dalla notizia di Belinda.
"Tutto bene?" gli chiedo, una volta arrivati in stanza, anche se so che non va bene affatto.
"Credo di sì, sono solo stanco." risponde stropicciandosi la faccia, e sedendosi ai piedi del letto.
"Non ti ho mai visto così." sussurro, sedendomi accanto a lui e accarezzandogli i capelli. "Ti va di parlarne?"
In tutta risposta mi prende il viso tra le mani e mi bacia, per poi stringermi tra le sue braccia, nascondendo il viso tra il mio petto, mentre io gli accarezzo delicatamente il capo.
"Va tutto bene." gli sussurro. "Ci sono io qui."
"Non lasciarmi anche tu..." bisbiglia, spezzandomi il cuore.
"Non ti lascio." ribatto senza pensarci.

Photograph || Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora