"Se magari la smettessi di urlare, potrei darti una spiegazione!" alzo il tono di voce anch'io, davanti all'ennesimo rimprovero di quella lunga telefonata.
Cooper sospira seccato all'altro capo del telefono, mentre io mi faccio coraggio e inizio a parlare. "Mi ha baciata due giorni fa, più o meno, quando eravamo a Torino. Ha fatto tutto lui, io non me l'aspettavo e tantomeno credevo che ci potessero essere paparazzi da quelle parti."
"Tu non capisci! Il problema non è il bacio, sono quelle foto! Elisabetta, tu sei stata ingaggiata per far sì che questa rivista abbia l'esclusiva su tutti i drammi della vita di questi tre. Ancora qualche errore e..." tentenna.
"Cosa?"
"...sarai fuori. Sei stata avvisata."
Mi chiude il telefono in faccia e, ancora scossa, riprendo a prepararmi per la serata. I capelli, sciolti e con delle leggere onde, sono pronti; il trucco anche, con un bel rossetto rosso ciliegia e una lunga linea di eye-liner a gatto. L'hair stylist è andato via da poco, e a me non resta che vestirmi.
Un vestito nero stile impero, con un bustino con scollo a forma di cuore e spalline spesse, gonna rigorosamente lunga e svasata. Un capolavoro di Dolce&Gabbana, perfettamente stirato e adagiato sul letto.
Guardo intimorita l'abito, credendo possa essere troppo. Ma smetto subito di farmi problemi e lo indosso, per poi guardarmi soddisfatta allo specchio: una cosa che particolarmente gradisco è la lunghezza dell'abito. Poco più corto sul davanti, facendo intravedere i sandali a stiletto anch'essi neri, e più lungo sul dietro, creando un piccolo strascico.
Prendo la pochette dorata e il cellulare, e quasi ora di andare. Inevitabilmente ripenso a stamattina, e alla scoperta di quelle foto. Gli occhi saranno puntati anche su di me stasera, e voglio essere al meglio, anche per Gianluca.
In quel preciso istante qualcuno bussa alla porta.
Davanti a me trovo un Gianluca che, non appena mi vede, rimane a bocca aperta.
"Cavolo, sei..."
"Sì?" ridacchio, esortandolo a continuare.
Lui rimane quale altro istante a guardarmi, per poi prendere parola. "...Beatrice sta male, ha l'influenza." mi comunica nervoso. "Puoi andare da lei un secondo?"
Sospiro e annuisco, prendo la borsa e andiamo nella sua stanza, dove trovo una Lena sdraiata a letto, reduce da un pianto e con una miriade di fazzolettini usati attorno a lei.
"Era la serata dalla mia vita, Gian! Stasera ci saranno anche alcuni tra i migliori stilisti al mondo, e io sono qui a letto con la gastroenterite! Sono brutta." piagnucola come una bambina capricciosa.
"Ehm... Gian, ci lasceresti sole? Cose di donne." gli chiedo, e lui lascia la stanza.
"Che cosa vuoi, Neri?" chiede, con la voce nasale.
"Quanto hai intenzione di tirarla avanti con Gianluca?"
"Mhm, non lo so." fa finta di riflettere. "Forse per un bel po', inizia a piacermi davvero." mi provoca.
"Gianluca non si merita di soffrire. E se solo proverai a fargli del male, te la dovrai vedere con me." le intimo.
"Uuh, qualcuno è innamorato qui!" si alza, girandomi attorno come uno squalo pronto a sbranarmi. "Ma tu guarda, la nostra piccola Elisabetta è innamorata del mio ragazzo che mai la vorrà!" finge un tono dolce. "Tu non sei abbastanza, rassegnati."
La lascio fare, non preoccupandomi di ciò che dice. "...Ma te la sai 'na cosa?" - le chiedo, sfoggiando il peggior accento romanesco che abbia mai usato. Lei mi guarda, quasi divertita, esortandomi a continuare. "Che in un'altra situazione non mi sarei fatta problemi a dartene di santa ragione?"
Ride ironicamente. "Ah, sì?"
"Sì. E sappi che quando e se farai del male a Gianluca, sarà uno di quei momenti, stronzetta insolente." concludo. "Ah e buonaserata abbracciata al cesso, Emily Charlton ne Il diavolo veste Prada considerava un toccasana le gastroenteriti." concludo, lasciando la stanza e sbattendo la porta. Controllo l'ora ed è arrivato il momento di andare. Busso a Piero e lo trovo ancora con il papillon slacciato e i polsini sbottonati, intento a vestirsi.
"Ehi, dovrei essere io a passare da te..." mi guarda imbarazzato.
"Sbrigati, il van ci aspetta fuori."
"Dammi dieci minuti." conclude, chiudendomi la porta in faccia.
Riapre la porta un attimo per complimentarsi. "Ah, e comunque, sei stupenda." per poi richiuderla.
Busso alla porta di Ignazio, trovandolo pronto ed impeccabile.
"Grazie a Dio, almeno tu sei pronto!" esclamo sollevata, vedendolo perfetto con il suo smoking.
"Picciridda, prima fatti dire che sei fantastica!" sorride, squadrandomi dalla testa ai piedi. "E secondo, recupera la tua amica, sono il suo accompagnatore." mi comunica fieramente.
"Davvero?" esclamo stupita, Meg non mi aveva detto nulla. "Ignà, c'è qualcosa che dovrei sapere?" sorrido maliziosamente.
"No! Ma che scherzi? Vanessa sarebbe troppo insopportabile come fidanzata! Già lo è come assistente, figuriamoci!"
"Okay, okay, fa finta che non ti abbia detto nulla!" rido per la sua reazione esagerata.
"Vado a prenderla, ci vediamo tutti giù."[...]
"Pronti?" ci chiede Ignazio, quando l'autista sta per aprire lo sportello del van dai vetri oscurati.
"Andiamo." afferma convinto Piero, e in quel preciso istante lo sportello si apre. A turno scendiamo tutti quanti, e un onda di flash ci travolge, mischiata alle urla di fan e ammiratori, bloccati da delle transenne ai lati del lungo tappeto rosso, che ricopre anche tutta la gradinata che porta all'ingresso di quella sfavillante sala ricevimenti.
Piero mi prende per mano e in quel momento sento gli occhi di tutti i presenti puntati addosso, compresi quelli di Gianluca. Lo guardo e lui abbassa lo sguardo, quasi deluso. Mi fa male vederlo così.
I fotografi richiamano l'attenzione mia e di Piero, abbagliandoci con decine di flash.
Entriamo nell'atrio e, mostrando i nostri inviti, spediti dai reali di Monaco in persona, entriamo nella grande sala, particolare per avere il soffitto interamente affrescato, un grande lampadario dorato al centro e i tavoli, circolari e con grandi centrotavola di rose rosse. In fondo alla stanza, un palco equipaggiato di strumenti e microfoni.Ci sediamo al nostro tavolo, con altre persone a noi sconosciute. Donne dalle elaborate acconciature e collane di perle parlano fitto fitto in francese accanto a me e Meg, che mi guarda confusa.
"Ma riesci a capire di cosa stanno parlando queste due zitelle?" la mia affermazione la fa sorridere.
"Pettegolezzi di vario genere, niente di sospetto." ride, sorseggiando il vino rosso dal suo calice.
"Tu le capisci?" chiede sorpreso Gianluca.
"Capisco e parlo francese abbastanza bene." afferma fieramente Megan.
"Notevole." commenta Ignazio.
"Sì, lo so."
A quel punto dei responsabili chiamano i ragazzi sul palco, e i tre si destreggiano tra i tavoli, per poi raggiungere le tre aste. Le luci diventano soffuse, e un occhio di bue è puntato su di loro, mentre la gente li applaude prima ancora che possano aprire bocca.
Iniziano con Nel blu dipinto di blu, il grande classico italiano di Domenico Modugno. La loro versione è meravigliosa.
Poi, continuano con Tous les visages de l'amour, uno dei loro pezzi migliori in francese, e Tornerà l'amore, uno degli inediti di cui vanno più fieri del loro vecchio album. Etrambe stupende, però quest'ultima ha quel qualcosa in più che mi suscita la pelle d'oca."Ci son giorni in cui non sai,
che ora è,
né più chi sei;
Provi a riconoscerti,
In qualche via,
In qualche film..."Gianluca inizia la canzone e il suo sguardo sembra perso, triste, come se quelle parole le sentisse davvero sue.
"E ti vien da piangere,
e vorresti correre,
ma resti immobile..." continua Piero, puntandomi addosso i suoi occhi, e il suo sguardo mi mette un po' a disagio."Tornerà l'amore,
senza far rumore,
e ti riconoscerà..." entra in scena Ignazio, con la sua carica."Cosa ti scatenerà,
se ascolterai,
la mia musica;
Le canzoni più sono romantiche, più sembra, che parlin di te." questa volta Gianluca mi guarda, e un brivido mi pervade la schiena. Accenna un sorriso, per poi rivolgere nuovamente il suo sguardo a tutto il pubblico."È solo un inverno,
Un canto notturno...
...Ma poi ti vien da piangere,
e vorresti correre,
ma resti immobile;
Tornerà l'amore,
senza far rumore,
e ti riconoscerà;
lascerai una luce accesa,
la finestra aperta;
Tornerà l'amore,
e tornerà l'amore..."La canzone termina tra la standing ovation del pubblico, mentre io decido di uscire fuori per prendere un po' d'aria, nella speranza di schiarirmi le idee.
Non riesco più a reggere questa situazione. Andrei da lui e lo bacerei davanti a tutti, facendogli capire quanto ci tengo a lui. Lo proteggerei da chi vuole fargli del male, da chi gli gira attorno solo per interesse.
Gli direi che la sua gelosia mi fa impazzire, che il suo caratteraccio mi fa venir voglia di abbandonare, di non perdere il mio tempo.
Ma poi lo guardo, con i suoi vispi occhi verdi, il suo sorriso gioioso e sincero.
E lì basta, non ci capisco più nulla.

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Photograph || Il Volo
Fanfiction"[...] E poi, alla fine, sì, mi sono innamorata. Mi sono follemente innamorata di una persona che non avrei mai pensato di poter amare. E sai come l'ho capito? Da quando vidi che in quegli occhi verdi ci ritrovavo me stessa. In quegli occhi ho ritro...