28.

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"Mi potresti spiegare perché avevi questo impellente bisogno di parlarmi?" mi chiedeinfaso Cooper, mentre siamo seduti al bar, e si stropiccia gli occhi coperti dalle lenti scure degli occhiali da sole. La barba scura e incolta gli dà un'aria più trasandata.
Prendo un bel respiro e inizio a parlare. "Ho scoperto che Gianluca è qui in vacanza con la sua famiglia e con Lena."
"Beh ottimo, e quindi?"
"Ero così arrabbiata che..."
"Che?" mi guarda attentamente, cercando di capire dove voglio arrivare.
"Ho detto che sono fidanzata e passerò la settimana qui con il mio ragazzo. Che ovviamente non esiste." dico tutta d'un fiato.
Respira profondamente, per riacquisire la calma. "Perché? Mi domando solo questo!"
"Sono stata troppo impulsiva..." mi giustifico a testa bassa.
Si alza dalla sedia, proseguendo verso l'uscita, e non aggiugendo nulla.
"Aspetta!" lo rincorro, ormai al centro della piazza. "Non vorrai lasciarmi così, vero?" - quasi urlo dal nervoso, per il suo totale disinteresse.
Si gira verso di me, inarcando le braccia. "Cosa dovrei fare? Questa volta te la vedi tu!"
"Smettila di fare l'idiota, devo farlo ingelosire in qualche modo, e ho creato il pretesto perfetto! Trovami un tuo amico, un attore, un collega, un cane; insomma, basta che sia credibile!"
Sbuffa e prende il cellulare. "Vedrò cosa posso fare." armeggia freneticamente il suo smartphone per un paio di minuti. "Aspetta." si ferma un attimo, come se avesse avuto un'illuminazione. "In quanti sanno di questa storia, Ginoble escluso?"
"Beh, a parte lui e Lena, c'è Piero, che però già sa la verità."
"Perfetto, problema risolto." afferma, mettendo il cellulare in tasca.
"Non ti seguo."
"Chiedilo a lui di inscenare questa commedia, tanto siete amici."
"Ma sei impazzito?! Non lo farei mai!" mi oppongo bruscamente.
"Già ti dico che prima di tre giorni non mi è possibile reperire nessuno, e io di certo non mi metterò a fare spettacolini patetici. Arrangiati."
"Simpatico." affermo ironica, e lui fa per andarsene di nuovo, ma lo afferro per un braccio. "E se Piero non accetterà?"
Scrolla le spalle. - "Troverai un piano B." riprende a camminare, ma questa volta non provo a fermarlo.

[...]

"Piero, devo parlarti." il mio tono è fermo e deciso, mentre siamo l'uno di fronte all'altro, sul divano di casa sua.
"Ti ascolto." mi rivolge un piccolo sorriso rassicurante.
"Ti andrebbe di... essere il mio finto fidanzato?" sorrido a trentadue denti, nella speranza di ricevere un sì.
Mi guarda sbalordito, non sapendo cosa dire. "Io..."
"Okay, lo so, sono una cretina. Una totale cretina. Non pretendo un tuo sì, è un'idea stupida, fai finta che non ti abbia detto nulla." mi alzo dal divano.
"Emma! Fammi almeno rispondere!" ride, afferrando la mia mano. Resto zitta e con le orecchie aperte, mentre un barlume di speranza torna a farsi sentire. "Se tutto questo servirà a far aprire una volta per tutte gli occhi a Gianluca, per me sarà un piacere aiutarti."
"Grazie Piè, davvero, sei una persona unica." gli rivolgo un vero sorriso, abbracciandolo forte, mentre lui ricambia con la stessa intensità.
Un colpo di tosse ci fa staccare istintivamente, facendoci voltare verso le scale, da cui avvertiamo scendere qualcuno.
"Ho interrotto qualcosa?" un Gianluca visibilmente infastidito e appena alzato spunta nel salotto.
"Beh, veramente..."
"Sì." a mia sorpresa Piero completa la frase al posto mio, tenendomi stretta per la vita.
"Ah? Ma davvero? E cosa?" chiede, ancora più nervoso.
"Che dici? Glielo diciamo?" chiedo dolcemente a Piero, guardandolo negli occhi, mentre lui annuisce, sospirando.
"Io e Piero stiamo insieme." annuncio, mentre lo guardo sbiancare, piuttosto divertita.
Poi scoppia a ridere. "Si, vabbè, qualcos'altro?"
"Gianluca, siamo seri." gli dico, ed entrambi lo guardiamo impassibili.
"Non vi crederò mai! Dai, ma davvero? Voi due insieme? Ma non fatemi ridere!"
"Gianlù, ci stai offendendo. Io ed Emma stiamo bene insieme, siamo felici, e sinceramente questo tuo atteggiamento non lo tollero. Stiamo felicemente insieme da tempo. Non è che se te lo stiamo comunicando solo ora questa cosa è iniziata ieri." dichiara Piero.
"...eh?" un espressione scioccata si fa spazio sul suo volto.
"Eh già, sai, volevamo dirlo a tutti voi, ma, beh... Non c'è mai stata l'occasione." aggiunge lui.
"E da quanto andrebbe avanti questa storia?" stringe i pugni.
"Ginoble, come mai questo terzo grado? Vai dalla tua ragazza, su." mi guarda male, andandosene via infuriato.
"Bel lavoro, amica." batte il cinque.
"Ahh, lo so, fare la stronza è ciò che mi riesce meglio." sorrido soddisfatta.

[...]

La sera dopo organizziamo una cena di coppia, me e Piero con Gianluca e la gallina. O meglio, organizzo. Gianluca non è che fosse poi così contento, l'idea di vederci insieme per un'intera sera non lo divertiva. Ma fortunatamente, io e Piero siamo stati in grado di fare un buon lavoro.
"Wow... Sei bellissima, fattelo dire!" Piero mi fa arrossire, osservando dalla testa ai piedi e facendomi fare una piccola giravolta. Il mio vestito, lungo, dagli inserti in pizzo sangallo e di un rosa cipria molto delicato, è uno dei miei preferiti. Un elegante chignon con dei sandali gioiello e una piccola pochette completano il tutto, creando un look armonioso, e non troppo formale.
"Grazie, anche tu stai molto bene." gli sorrido, mentre gli aggiusto il colletto della camicia a righe celeste.
"Andiamo?" mi chiede e annuisco in risposta. Ci dirigiamo verso un bellissimo ristorante di Agrigento, sulla costa, particolare poiché si trova a strapiombo sul mare.
Parliamo del più e del meno tutta la serata, anzi, a dire il vero non parliamo molto. Non c'è voglia di parlarsi, tra segreti, bugie e tensione.
"Allora, Emma: com'è potuto accadere? Io davvero, non l'avrei nemmeno mai immaginato..." Lena fa finta di essere sorpresa, ma in realtà mi ha appena lanciato una fastidiosa frecciatina.
"E ti sorpendi? Guardala, non solo è una ragazza intelligente e simpaticissima, è anche bellissima!" gli risponde Piero, che mi mette così in imbarazzo da farmi diventare rossa.
Alzo lo sguardo e Gianluca mi fissa, con quegli occhi meravigliosi. Li distoglie subito, continuando a risultare piuttosto infastidito e assente.
"Ora voglio i dettagli, però!" Lena è un'ottima attrice, c'è da ammetterlo. Cerca di mettermi in difficoltà in tutti i modi, come se davvero non avesse capito che è tutta una messa in scena.
"Beh, è successo tutto il giorno dopo il concerto di Genova..." lo guardo, facendogli rievocare il ricordo della famosa sera. Appena sente queste parole s'illumina, passando da assente a sconcertato e arrabbiato. "Eravamo in aeroporto, stavamo parlando noi due da soli. Quando ad un certo punto, non so cosa sia successo, ma ci siamo baciati. E da lì poi..." sorrido maliziosamente.
"Dev'essere stato molto romantico!" replica sognante.
"Oh sì, Bea, ci puoi giurare!" affermo convinta, lanciando un'altra occhiata a Gianluca, sull'orlo di una crisi di nervi.
"E questa collana? Te l'ha regalata lui?" prende il ciondolo tra le mani, quello che mi aveva regalato Gianluca. Non l'ho più tolto dal giorno in cui me lo mise lui, lo ammetto. Averlo al collo è come sentirlo sempre vicino a me.
E ora cosa rispondo?
Lancio un'altra occhiata a Gianluca, che stavolta regge lo sguardo, e un'espressione di stupore si legge sul suo volto.
"Sì, me l'ha regalata lui. Per il mio compleanno." affermo com un tono improvvisamente serio e più triste, mentre guardo in basso per non vedere la reazione di Gianluca.
Sento solo una sedia spostarsi e qualcuno alzarsi da tavola.
Ma già so chi è.

Photograph || Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora