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"Se per baciarti dovessi poi andare all'inferno, lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci."

Capisci di amare qualcuno quando d'improvviso sembra che tutto abbia finalmente un senso. Quando non c'è più spazio per i perché, smetti di farti domande. Smetti di porti problemi esistenziali, di deprimerti, e inizi a fare l'unica cosa che sembra riuscirti meglio: dare amore. Sei felice, talmente tanto che per un momento ritorni in te e credi di aver totalmente perso la testa. Le canzoni d'amore non sembrano più tanto idiote, le storie romantiche non sono più sdolcinate, il sole splende più e la Terra inizia a girare nel verso giusto. La vita è perfetta nelle sue imperfezioni.
E, fidatevi di me, non c'è niente di meglio al mondo che vedere il suo sorriso e le sue leggere occhiaie violacee come prime cose la mattina.
"Buongiorno amore mio..." sussurra, lasciandomi un piccolo bacio sull'angolo della bocca.
"Buongiorno." sorrido, alzandomi lentamente e coprendomi con il lenzuolo bianco.
"Non dormivo così bene da... forse mai." ride, baciandomi con passione.
"Sei stato dolcissimo." gli accarezzo leggermente la guancia.
"Questo è il minimo per la persona che amo."
Gianluca. Smettila. Non sono abituata a tutte queste belle cose in così poco tempo.
"Ah, quindi mi ami?" lo punzecchio, inarcando il sopracciglio.
"Sì, ti amo." risponde serio, riprendendo a baciarmi.
"Non mi lasci, vero?"
"Non lo farei mai."

[...]

Ci ritroviamo quarantotto ore dopo a Roma, dove i ragazzi rilasceranno un'intervista esclusiva per un servizio su Rai uno, sul successo del loro tour estivo italiano e di quello mondiale, che ricomincerà tra pochi giorni. Toccata e fuga all'hotel conosciuto per essere stato la location del videoclip di Canzone Per Te.
È una bella giornata, piuttosto calda, e dalla grande terrazza è facile poter scorgere parte della città eterna. È stato impegnativo prenotare voli e van per tutti, far coincidere gli orari soprattutto, non avendo nemmeno l'appoggio di Megan, che si riaggregherà nel nostro team direttamente da New York. Ma sorprendentemente in qualche modo me la sono cavata, per fortuna. Io e Gianluca siamo arrivati qui da Roseto accompagnati da suo padre, gentilissimo come sempre.
Sorrido appena nel ricordarmi che Gianluca e le interviste non vanno proprio d'accordo.

"Che palle, ma dobbiamo proprio?" piagnucola sulla mia spalla, mentre lo scanso da me.
"Sì, dovete. E non accollarti che sennò rovini tutto il lavoro fatto dal make up artist e dai parrucchieri." alzo il suo viso, pettinandogli il ciuffo con una mano.
"Odio le interviste."
"E come mai?" chiedo, concentrata sul sistemare gli ultimi dettagli, come aggiustargli la giacca e stirargli la maglietta con le mani.
"Sono noiose. Chiedono sempre le stesse cose: come va il tour, come sarà il prossimo album... e se non si accontentano, iniziano a fare domande personali, la cosa che detesto di più."
"Gianluca, due minuti e iniziamo!" avverte un addetto audio, spalancando la porta e aggiustandogli il microfono.
Mi guarda scocciato, con una faccia da cucciolo bastonato. "Ma dobbiamo proprio?"

Le detesta. E anche Ignazio e Piero non sono da meno. Però brilla una strana luce nei suoi occhi, che non saprei descrivere.
"Picciridda, se è questo l'effetto che fai a Gianluca, non puoi non essere una benedizione dal cielo!" mi prende sottobraccio Ignazio, godendosi con me la scena in lontananza di Gianluca che parla con Michele Torpedine, e che non smette di sorridere e scambiare battute con il loro manager.
"Non ho fatto assolutamente nulla, io." rido alla sua affermazione, cingendo affettuosamente il braccio attorno alla sua vita.
"E allora come spieghi la sua felicità? Sta sorridendo da quando ci siamo visti stamattina presto! Non ho mai visto sorridere Gianluca per più di dieci minuti in vita mia."
Scrollo le spalle, mentre la produzione da il via all'inizio delle riprese. "Eh beh... l'amore si muove!"

Telecamere posizionate, cameraman pronti, giornalista armata di fogli e microfono.
Assisto alla scena di fronte a loro, e per un attimo mi soffermo sui loro visi: oltre ad essere bellissimi ed impeccabili come sempre, avverto uno strano entusiasmo nell'aria.
"Gianluca, ti vedo proprio di buon umore oggi! Vogliamo sapere il motivo della tua felicità!" gli sorride la giornalista, che ormai li conosce bene da anni, avendoli intervistati un'infinità di volte per lo stesso programma televisivo.
Ignazio e Piero si astengono dal rispondere, e in compenso lanciano occhiate divertite verso di lui e anche verso di me, che divento rossa dall'imbarazzo.
"Non c'è un motivo, semplicemente sono felice in questo periodo." risponde vago, ma sereno.
"Sicuro? Non hai da dirci proprio nulla?"
"No, tranquilli." ride, per poi lanciarmi una veloce occhiata, che fa sorridere anche me.
L'intervista termina poco dopo, e, prendendo le nostre cose, ci dirigiamo subito all'interno della struttura.
In un momento privo di occhi indiscreti, mi ruba un bacio a stampo, per poi staccarsi all'istante.
"Che amori!" esclama intenerito Ignazio.
"Nauseanti." aggiunge scherzosamente Piero, che fa scoppiare una risata generale.
Scendiamo subito nella hall, per poi dirigerci ai van, direzione Fiumicino. Un aereo per New York ci aspetta tra poche ore.

[...]

Noto con stupore che l'infinità di grattacieli e luci colorate di New York non mi sono mancati affatto. Non mettevo piede nella Grande Mela da così tanto tempo da aver forse dimenticato che qui c'è casa mia. In questi mesi una casa non l'ho avuta, e a mia sopresa la cosa non mi è mai pesata più di tanto. Sarà perché casa è bella quando hai qualcuno sulla porta ad aspettarti, ad accoglierti a braccia aperte e a ripeterti infinite volte quanto gli sei mancato.
Casa non ti manca quando non hai lasciato anche solo un frammento del tuo cuore, quando non c'è qualcuno o qualcosa che ti lega indissolubilmente a quella metropoli caotica.
Assisto passivamente al paesaggio di infinite vie e negozi che sfrecciano sotto i miei occhi, chiedendomi dove possa essere finito l'amore che provavo per tutto ciò.
"A che pensi?" sussurra al mio orecchio, lasciandomi dei delicati baci sotto l'orecchio.
Mi volto verso di lui e gli sorrido soltanto, cercando di scacciare via ogni pensiero. "È assurdo che questo sia il nostro primo momento da soli in tutta la giornata." rido, dandogli un bacio. Mi sento subito meglio, le sue labbra sono un ottimo rimedio contro il malumore.
"Beh, aspetta di arrivare in camera..." sorride maliziosamente.
"Sei un'idiota!" lo rimprovero ironica, ridendo e assaporando ancora le sue labbra.
Casa è dove si trova il cuore.
E se il mio cuore si trovasse con lui?

[...]

Giriamo ogni negozio sulla Fifth Avenue, stanchi e spossati per via del jet-lag. Siamo a New York da solo qualche ora, il blu della notte ha prevalso nel cielo, e l'aria inizia a rinfrescarsi. Alla fine, riteniamo che un orologio sia il regalo migliore per Ignazio, che compierà gli anni domani.
"Gianlù, altro che Ignazio, questo servirebbe a te, che non sei mai puntuale." scherza Piero, che si diverte a sfottere Gianluca, che lo fulmina con lo sguardo.
"Divertente." risponde seccato.
"Ragazzi, basta, per favore!" piagnucola Meg, rimasta indietro rispetto a noi, camminando trascinando i piedi per terra. A volte sembra proprio una bambina. "Queste due ore con voi hanno totalmente cancellato i benefici delle mie due settimane di riposo, grazie tante!"
"Dai Vane, lo sai che dovevamo trovare un regalo ad Ignazio. Il suo compleanno è domani." le dice Gianluca, mentre Piero la prende sottobraccio per farle forza.
"Ah, a proposito, ho organizzato una festa bellissima per domani sera." annuncia, e noi la guardiamo tutti con aria interrogativa, esortandola a continuare.
"Indovinate chi ha organizzato la festa più figa dell'anno con i vostri amici vip al centoduesimo piano di quell'edificio?!" urla a squarciagola, indicandoci il palazzo non molto lontano da noi.
Non c'è spazio agli equivoci: è l'Empire State Building.

Photograph || Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora