20.

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"Dai Gianlù, calmati, sapevi bene che prima o poi sarebbe uscito fuori." cerca di calmarlo Ignazio, mettendogli una mano sulla spalla, ma lui in tutta risposta si scansa.
"Ma è impossibile! Queste foto al ristorante saranno di tipo un mese fa almeno, come diamine hanno fatto a scattarle? Ignà, ti giuro, quella sera eravamo soli..." si dispera, portandosi le mani al volto.
"Gianluca, datti una calmata, non è una tragedia!" ci prova anche Piero, rimproverandolo.
"Spero che anche Bea la pensi allo stesso modo..."
Ah ma Beatrice di sicuro non è disperata quanto te, fidati.
Assisto alla scena apparentemente impassibile, ma in realtà parecchio mortificata e dispiaciuta, non volevo che lui soffrisse così.
In quel momento squilla il suo cellulare e tutti quanti ci limitiamo a rimanere in silenzio e origliare la telefonata.
"Pronto? Ehi, tesoro..." una morsa allo stomaco mi fa sentire male, al suono di quel nomignolo. "Hai visto anche tu? Eh, si, lo so... io non ne sapevo nulla, mi dispiace davvero tanto..." implora mortificato, facendomi quasi impietosire. "Sicura? Quindi per te non è un problema se usciamo allo scoperto? ...Davvero? ...Meglio così, allora. No davvero, per me non è un problema, ero preoccupato per te... Ci vediamo stasera, mi manchi." conclude la telefonata, apparentemente più sollevato di prima. "Ha detto che lei non è assolutamente arrabbiata, anzi, la trova un'occasione per uscire allo scoperto." annuncia rasserenato.
"Già, chissà come mai..." mormora al mio orecchio Meg, sull'orlo di scoppiare in una fragorosa risata, che si becca una mia gomitata, per aver rovinato quel momento di finta serietà.
"È bellissimo, Gian. Sono contenta per voi." - accenno un sorriso, e lui mi ringrazia, abbracciandomi velocemente, per poi fare lo stesso con gli altri.
Un messaggio sul mio cellulare mi fa ribollire il sangue nelle vene.
"Vedo che lavoriamo bene in squadra, Elisabetta."

[...]

Agosto è senza dubbio il mese più invivibile, soprattutto qui in Italia. Il caldo torrido non smette di colpire la penisola, arrivando a temperature oltre i trentacinque gradi. E c'è da dire che girare in tour in questo periodo non è proprio una passeggiata.
"Okay ragazzi, perfetto, abbiamo finito." comunica Torpedine, alla fine delle prove. I ragazzi scendono giù dal palco sudati ed esausti, e noi non siamo da meno, considerato il forte sole che picchia sulle nostre teste.
"Caldo, eh?" chiedo retorica, mentre lancio una bottiglietta d'acqua ad ognuno di loro, che prontamente afferrano.
"Mamma mia." esclama Piero, versandosene un po' sui capelli per evitare un'insolazione, e a ruota gli altri due seguono il suo stesso gesto.
"Volete?" chiede Gianluca, puntando la bottiglietta mezza vuota verso me, Megan e Lena, che purtroppo ormai da oltre un mese ci segue in ogni nostro viaggio.
"Noi abbiamo già provveduto!" rido, indicando i capelli miei e di Meg, ormai già più asciutti.
Lena, schizzinosa, rifiuta a malo modo la proposta del suo ragazzo. "Assolutamente no, non vorrai di certo buttarmi dell'acqua in testa? Ho passato la piastra questa mattina!"
Ignazio alza gli occhi al cielo, e si siede accanto a Margherita. "Dio solo sa come fa Gianluca a sopportarla." bisbiglia, e lei si limita a fare spallucce.
"Dai, amore, fa davvero caldo, non vorrai rischiare di prenderti un'insolazione sotto al sole di Palermo!"
Una delle piazze della città ospiterà per la prima volta un concerto de Il Volo, questa sera, davanti agli occhi di ben diecimila spettatori, se non di più. Siamo tutti parecchio stanchi, sono state tre settimane particolarmente impegnative: subito dopo la fine della vacanza a casa di Ignazio, abbiamo ripreso la nostra vita in viaggio, percorrendo l'intero perimetro della costa siciliana e toccando città come Siracusa, Taormina, Agrigento e Trapani, facendo qualche toccata e fuga in giro per l'Europa per delle interviste o apparizioni televisive, tra cui Ginevra, in Svizzera, e Vienna, quella che si può definire la capitale europea della musica.
"Giangi, ho detto no, basta!" piagnucola isterica, facendolo zittire.
"Giangi?" ridacchio disgustata con Ignazio. "Seriamente, quanto fa schifo da uno a un milione questo soprannome?"
"Eh già, lei lo chiama sempre così, che poi è la fusione del suo nome con il suo cognome. Lei dice che è assolutamente perfetto per lui!" la scimmiotta sull'ultima frase, scatenando la nostra risata.
"Cosa ridete voi quattro?" chiede Lena, più seria che mai.
"No, no, niente." risponde Piero, cercando di apparire il più serio possibile. I due riprendono a discutere per i fatti loro, mentre noi continuiamo a commentare ogni suo gesto.
"Ragazzi, e chi la sopporta durante tutto il tour mondiale? Sto già sudando freddo!" esclama Piero, passandosi una mano tra i capelli.
Tranquillo Piero, questa storia non sarà lunga a morire.

Photograph || Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora