49.

975 73 5
                                        

Sono passati tre giorni, e la produzione del documentario su Il Volo è già al lavoro.
Melissa è entrata a far parte della nostra quotidianità da solo metà settimana, eppure ha portato un'ondata di positività e di sorprendente serenità, cosa che ormai, a causa dello stress, veniva spesso a mancare.
Non ho ancora espresso un giudizio definitivo su di lei, devo ancora studiare i suoi comportamenti.
Però non sembra così male, insomma, non ci vedo nulla di maligno in lei, al momento.
Quando gira i video diari e vari tipi di interviste sembra molto simpatica e solare, magari è così anche nella vita privata. Bisogna solo imparare a conoscerla. La sveglia del cellulare suona insistentemente sul comodino, facendomi risvegliare bruscamente. Mi sporgo con fatica per spegnerla, in quanto Gianluca mi cinge la vita con un braccio. Lo sollevo, per potermi alzare, ma lui mi riafferra, facendomi cadere sul materasso.
"Non mi dai il buongiorno?" mugula, con ancora gli occhi socchiusi.
In tutta risposta gli stampo un lento bacio sulle labbra. "Buongiorno amore mio." sussurro, sorridendo.
"Vorrei poter ricevere per sempre un buongiorno così." ammette con la voce rauca. "Sei mia, lo sai?"
"Solo tua, Ginoble." rispondo, accarezzandogli la barba rada.
Sorride, per poi mettersi a pancia in giù e sollevandosi leggermente, facendo forza sui gomiti. Mi blocca tra le sue braccia, per poi iniziare a baciarmi il collo.
"Gian, no, dobbiamo scendere tra poco..." lo blocco un po' imbarazzata.
"Io direi che gli altri possono pure aspettare." sorride maliziosamente, facendomi inevitabilmente sorridere.
"Sei un idiota. Ma come devo fare con te?"
Ride anche lui, che in tutta risposta mi coinvolge in un bacio appassionato, che però viene ineterrotto pochi secondi dopo dal rumore di alcuni colpi sulla porta.
Sbuffa scocciato. "Ma chi è che rompe le palle?" brontola, per poi alzarsi.
"Chi è?" urla da dietro la porta, mentre si infila una maglietta.
"Gian, sono Melissa!" risponde la bionda dall'altra parte, facendo prendere un colpo ad entrambi.
"Ho iniziato i video diari, devo riprendere anche le vostre facce appena sveglie." ride, e nel frattempo raccolgo i miei vestiti in fretta e furia.
Lei non sa che io e lui stiamo assieme, e mai lo saprà. Amica o no dietro le telecamere, è pur sempre una giornalista, come potremmo fidarci del tutto?
Mi vesto e corro in bagno, chiudendo la porta alle mie spalle. Nel frattempo, sento Gianluca aprire la porta, e salutarla un po' imbarazzato.
"Ma che bella faccia abbiamo appena svegli, eh?" sghignazza.
"Dai, basta riprendermi." la prega, finendo per ridere anche lui.
Ascolto la conversazione origliando da dietro alla porta, e sperando che metta piede fuori il prima possibile.
"Okay, va bene." lo asseconda. Rimangono in silenzio, e avverto solo il rumore delle sue Oxford che battono sul pavimento.
"Qualcosa non va?" chiede Gianluca.
"Hai passato la notte con una ragazza, vero?"
"C-cosa? No, cioè..." balbetta incredulo.
"L'aria è impregnata di un profumo femminile." spiega.
"...di violetta, se non sbaglio."
Rimango spiazzata davanti al suo incredibile senso intuitivo, che va ben oltre quello di una semplice donna.
"E poi dai, il letto è disfatto da entrambe le parti, si vede che non hai dormito da solo stanotte."
"...e va bene. Mi hai scoperto." è costretto ad ammettere.
"Chi è lei? Hai una ragazza?"
Cos'è, un terzo grado?
"No, no, storie fisse non ne voglio avere." sdrammatizza il tutto con una piccola risata. "E tu? Sei fidanzata?" svia il discorso.
"No." risponde secca. Non le piace parlarne, probabilmente.
"Strano, eppure sei una così bella ragazza."
"Grazie..." mormora, con una nota di imbarazzo nella sua voce, mentre io prego che se ne vada il prima possibile. "Allora... Ti lascio preparare, ci vediamo a colazione." si congeda ed evapora, quasi non dando nemmeno il tempo a Gianluca di replicare.
Finalmente esco dal mio nascondiglio, ritrovandomi Gianluca che sospira sollevato.
"Ci è mancato davvero poco."
"Già..." sospiro.
"Ah, e comunque... la trovi davvero così tanto bella?"
"Bella come te mai, amore mio." sorride, accarezzandomi la guancia. "Hai finito di fare la fidanzata gelosa?"
"Ma ti pare? Non smetterò mai!" ribatto convinta. "Se sono così possessiva e gelosa è perché ci tengo. C'è da preoccuparsi quando non lo sono."
Sospira. "Ah, bene allora."
"Ma... Noi non avevamo lasciato qualcosa in sospeso?"
"Probabile..." sorride, afferrandomi per i fianchi e facendo intrecciare nuovamente le nostre lingue.

[...]

"Sai, Liz, ho risentito Michael ieri sera. Abbiamo parlato per un'ora intera."
Margherita mi racconta il tutto con un tono un po' scoraggiato. Sta cercando in tutti i modi di lasciar perdere Ignazio, anche se non è facile per lei, lo posso immaginare. "Ci siamo promessi di rivederci, in futuro... gli ho detto che sono fuori per lavoro. Magari, quando tutto questo finirà, potremmo..."
"Meg, non fare cazzate."
"Eh?"
"Dai, lo sappiamo tutte e due che Michael sarebbe solo un rimpiazzo per levarti una volta per tutte Ignazio dalla testa. Da quando tu ti arrendi così facilmente?"
Lei rimane spiazzata dalle mie parole, non sa cosa dire. "Liz, lui non mi vuole. È un amore destinato a non essere ricambiato. Cosa posso farci io?"
"Non gettare la spugna. Io ti aiuterò, ti aiuteremo tutti, se sarà necessario."
Mi guarda e sorride emozionata. "Grazie amica mia." mi abbraccia più forte che può. Altro che amiche, quasi sorelle.

[...]

Lo vedo, Ignazio è lì. Con la chitarra tra le mani e i pensieri per aria. Canticchia qualcosa che non riesco a sentire, mentre strimpella le corde. I deboli raggi di sole autunnali vengono coperti dall'ombra di una grande quercia, riparandolo dalla luce. È appoggiato con la schiena sul tronco, mentre è seduto sul prato.
L'unica cosa che credo di aver scoperto di Nashville, patria della musica country, è che ha un bellissimo parco proprio di fronte al nostro albergo.
"Spiegami cosa ti passa in quella testa." compaio davanti a lui, che solo ora si accorge della mia presenza.
"Ciao anche a te." accenna una risata, posando la chitarra accanto a lui.
"Ho bisogno di parlarti."
"Dimmi tutto." mi esorta a continuare, e mi invita a sedermi accanto a lui.
"Okay, arriverò dritta al punto perché di questa storia davvero ne ho abbastanza." prendo un respiro profondo, prima di continuare. "Ma a te Vanessa piace o no?"
Rimane in silenzio qualche istante. "Perché questa domanda?"
"Perché lei ci sta soffrendo, tanto, e lo sai. Insomma: la baci, non la baci, la ami, la odi. Di una volta per tutte cosa provi e giuro che ti lascerò in pace."
Sospira. "Io..."
"Idiota, non a me!" rido, dandogli un colpetto sul braccio. "Ma ad una ragazza meravigliosa che per qualche assurdo motivo ha una cotta per te."
"Grazie." accenna un sorriso, sembra agitato. Raccoglie in fretta le sue cose e mi aiuta a rialzarmi. "E va bene, andiamo." sospira, mentre ci incamminiamo entrambi verso l'albergo.
"Vai a parlarle?"
"Vado a parlarle."

Photograph || Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora