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Melissa lascia il camerino assieme a tutti gli altri. La sua videocamera è spenta. Aspetta nei corridoi l'arrivo di Margherita, per poi accomodarsi con lei nelle prime file in platea, quelle riservate allo staff.
"Mel, scusa, richiameresti quell'idiota di Gianluca? Tra poco tocca a lui." le intima Margherita, come al solito in preda alle sue ansie da pre concerto.
"Certo." risponde prontamente lei, destreggiandosi nel lungo corridoio buio e stretto, per poi arrivare vicino al camerino del ragazzo.
"Eres tan hermoso, vestido de azul..." prima ancora che si possa affacciare alla porta, riesce a percepire la voce sensuale e inconfondibile di Belinda. Nonostante non conosca lo spagnolo, non è difficile capire il significato di quella frase.
"Belinda..." la ammonisce lui, e in quel momento Melissa riesce ad osservare la scena sporgendosi lentamente.
"Non dire niente." sussurra lei, per poi prendere l'iniziativa e baciarlo. Un bacio appassionato, che la lascia a bocca aperta. Quando si stanno per staccare, lei è già corsa via, cercando di far finta di nulla.
"Ma che fai?!" Gianluca si allontana istintivamente dalle sue labbra."Okay, senti." riprende fiato, cercando di iniziare un discorso nel modo più calmo e civile possibile. "Belinda, io amo un'altra ragazza, va bene? Un'altra ragazza che non sei tu. Ti è chiaro questo?"
Lei abbassa lo sguardo, annuendo debolmente. "È finita, quindi?"
"Direi proprio di sì."
Dalla sua guancia scende lentamente una lacrima e Gianluca si sente morire. Nonostante tutto, vederla piangere gli fa ancora male.
"Gianlù, muoviti, sei il primo a salire sul palco!" Margherita sbuca dall'angolo della porta, sorpendendoli entrambi. Lei, girata di spalle, riesce a nascondere il suo viso bagnato.
"Arrivo subito."
"Muoviti."
La guarda un'ultima volta, quasi con pietà. Non dice nulla, e la lascia lì.

Melissa mi guarda preoccupata, quasi dispiaciuta.
"Mel mi stai facendo preoccupare." le metto una mano sulla spalla, guardandola negli occhi. "Cos'hai visto ieri sera?"
Sospira, scuote la testa. Poi mi sorride. "Una cazzata, non preoccuparti."
"No dai, insisto! Parlamene se vuoi!"
"No, davvero, sto bene." mi rivolge un altro sorriso.
"Mah, come vuoi..." rispondo perplessa, continuando ad osservare il paesaggio. La sua reazione però mi insospettisce, e non riesco a non riflettere su quanto accaduto. Con una scusa si congeda velocemente da camera mia, lasciandomi pensierosa. Successivamente qualcuno bussa nuovamente, e penso già di sapeere di chi si tratti. Spero sia venuto a scusarsi, penso, mentre vado ad aprire. Invece, a malincuore, chi mi ritrovo davanti non è lui.
"Ehi, Piero."
"Sono venuto a vedere come stavi. Sembravi parecchio incazzata prima."
"Lo sono ancora." puntualizzo con un tono acido, ma ragiono e capisco che non è lui a meritarsi un trattamento del genere. "Scusa, è che..."
Capisce subito e mi avvolge in un affettuoso abbraccio. "Shh." sussurra. "Va tutto bene, non preoccuparti."
Ci stacchiamo e lui mi guarda comprensivo. "Lo so come stai, ma conosci Gianluca ormai, quando gli pigliano i suoi cinque minuti diventa inevitabile litigarci."
"Già..." sospiro. "Senti, sai che è successo ieri sera?"
"È successo qualcosa?" corruga la fronte.
"Non so, Melissa mi ha detto di aver visto qualcosa ieri sera, sembrava preoccupata... bah, lascia stare."
"Non mi risulta sia successo qualcosa prima o dopo il concerto. Tutto normale, come al solito."
Annuisco poco convinta. "Ma sì dai, sono io che mi faccio troppe paranoie."
"Sospettavi che fosse successo qualcosa?"
Faccio spallucce. "Non si sa mai."
"Dovresti avere più fiducia in Gianluca."
"Non è di lui che non mi fido. Anzi, mi fido ciecamente."
"E allora dov'è il problema?"
"Non mi fido di Belinda, e di tutte quelle che puntualmente gli ronzano attorno." confesso.
Lui mi guarda, e sorride divertito. "Sei troppo gelosa tu!"
"Non è vero!" mi difendo, lanciandogli un cuscino. Lui me ne lancia uno, e poi io un altro, fino a quando non scoppiamo a ridere entrambi.
"Dai, dai, tregua!" ripete senza fiato. "Prepariamoci, abbiamo un aereo per Guardalajara da prendere!"

[...]

L'idea di volare non mi ha mai entusiasmata. Beh, certo, detto da una che praticamente ci vive sugli aerei, è assurdo. Ma ho sempre preferito i piedi saldi a terra, in tutti i sensi. In viaggio per me la soluzione a tutto è solo una buona dormita accompagnata dal sottofondo della musica dagli auricolari. Il mio sonno viene interrotto a mia sorpresa da Gianluca, che mi sfila uno degli auricolari per poterselo mettere. Realizzo che ha fatto anche cambio di posto con Piero, ora seduto due file più dietro con gli altri.
Fa finta di nulla, come se avesse fatto la cosa più naturale del mondo. Io cerco di far finta di continuare a dormire. Ma lui se ne accorge, e tirandomi riesce a farmi poggiare la testa sulla sua spalla. Lo lascio fare, lo prendo come una richiesta di scuse.
"Perdonami per prima. Ti amo." mi sussurra all'orecchio, per poi darmi un bacio sulla fronte. In tutta risposta gli stringo il braccio, riaddormentandoci così: l'uno stretto all'altra.

[...]

Guardalajara, patria di mariachi e tequila, è uno dei punti di riferimento di questo grande paese, essendone il centro economico.
Cira sessant'anni fa questa città fu completamente rivoluzionata: le vecchie palazzine furono abbattute per fare spazio a grandi centri commerciali e importanti palazzi. Fortunatamente la parte storica non fu modificata, così da poter salvare importanti e bellissimi monumenti come la Cattedrale, un teatro storico e affrescato, musei e l'istituto culturale. Qui la cultura si mischia alla musica locale, l'alcool e il calcio, creando una combinazione perfetta. Questa tappa mi piace particolarmente, ma non solo per la città, bensì perché domani partiremo per la Colombia, e ciò significa liberarsi definitivamente di Belinda. Il non pensarla più con noi mi fa stare parecchio più tranquilla.
"Te l'ho detto, si è comportata in modo strano." ripeto a Megan per l'ennesima volta, mentre nervosamente frugo nella valigia per scegliere qualcosa da mettere al concerto.
"Mah, non credo abbia qualcosa da nascondere, mi pare una troppo ingenua." risponde lei, sdraiata sul mio letto, mentre trangugia patatine.
"A me pare una molto furba, invece."
"Liz, io ero li, se fosse successo qualcosa l'avrei visto."
"No ma figurati, non è che non mi fido di te."
"Ecco." ribatte. "Anzi, aspetta un secondo!"
"Dimmi!" rispondo ansiosa.
"Prima del concerto, Gianluca e Belinda sono rimasti insieme per un paio di minuti nel camerino, da soli."
La guardo preoccupata, senza dire nulla. "Però Melissa non c'era, quindi non capisco cosa possa aver visto."
Tiro un mezzo sospiro di sollievo. "Meglio così, almeno non avrà visto qualcosa di sospetto tra loro..."
"Mhm." risponde pensierosa lei, per poi cambiare argomento. "Vabbè, piuttosto, domani tu e Gianluca fate già tre mesi insieme."
"Già, si, è vero." sorrido sovrappensiero. Quest'ultimo periodo è passato talmente in fretta che fatico a crederci.
"Ti farà qualche bel regalo per questo mesiversario?" chiede con un tono malizioso ma ridicolo, facendomi ridere.
"Cosa vuoi che faccia? C'è il concerto domani, il regalo più grande che mi possa fare è togliermi dalla vista Belinda." rido. "E tra te e Ignazio come va?"
"Tutto apposto, ci facciamo compagnia a vicenda." sorride, per poi farsi più seria. "Sai, credo di amarlo davvero tanto."
"È una cosa bellissima."
Lo vedo, lo capisco dai suoi occhi. Ne parla e i suoi occhi s'illuminano di una luce propria. Un po' come me quando parlo di Gianluca, forse, non lo so. È il potere dell'amore.

Photograph || Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora