L'incessante bussare alla porta della mia stanza inevitabilmente mi sveglia, e con malavoglia mi alzo per andare ad aprire. Le palpebre faticano a rimanere aperte anche quando Ignazio e Piero compaiono davanti ai miei occhi.
"Che cosa volete?" brontolo, guardandoli quasi con disprezzo.
"Auguri bedda!" esclama Ignazio, stringendomi e sollevandomi in aria per alcuni istanti.
"Auguri? Di che?" chiedo stranita.
"Ma come di che! È l'undici agosto!" evidenzia Piero, abbracciandomi anche lui. Lo guardo confusa, e lui ricambia con un'espressione stupita.
"Emma, è il tuo compleanno!"
Sgrano gli occhi e ripeto tra me e me quanto sia stupida, per non averci pensato subito.
"Ah, sì, giusto, è il mio compleanno! Grazie ragazzi..." sorrido imbarazzata, stampando un sonoro bacio sulle guance dei due siciliani.
"Oggi sarà una giornata fantastica! Preparati, ti aspettiamo giù." annuncia Ignazio, afferrando la maniglia della porta.
Fanno per andarsene, quando afferro il braccio di Piero. "Ragazzi, vi ringrazio, davvero, ma stasera c'è il concerto, non indaffaratevi ulteriormente per me." rivolgo un sorriso dolce, intenerita dalla loro dolcezza.
"Non esiste, un compleanno speciale per una persona speciale!" Piero mi dà un bacio sulla fronte e mi tiene abbracciata, ma Ignazio lo scansa.
"Ehi, ehi, ehi, che poi il nostro abruzzese è geloso!"
Sbuffo, ma riesce comunque a strapparmi un mezzo sorriso. "Dai, Ignà, ancora con sta storia? È da giorni che mi tormentate con la cena di Barcellona!"
"Gianluca è troppo orgoglioso e occupato a pensare a Beatrice per ammetterlo. Ma lui ti vuole, e non faremmo mai tutte queste cose se non ne fossimo fermamente convinti." risponde con un tono serio, appoggiando la mano sulla mia spalla.
Sospiro, accarezzandogli la mano sulla mia spalla. "Ignazio, ma perché proprio io? Là fuori è pieno di ragazze, e di certo a voi le compagnie non mancano..."
"Perché tu sei speciale, Emma. A volte non bisogna sempre trovare un perché alle cose, sono così e basta. Mi è bastato vederti per volerti bene." mi accarezza la guancia, e io gli sorrido commossa, abbracciandolo e sussurrandogli un "grazie" sincero.
"Vale lo stesso per me. Ti voglio bene come se ti conoscessi da una vita, altro che tre mesi." ringrazio e abbraccio calorosamente anche Piero.
"Vi voglio bene ragazzi. Siete la mia famiglia." una lacrima di commozione mi riga il viso, e credo di non essere mai stata così sincera in vita mia.
Abbandonano la stanza e controllo l'orologio: sono le otto del mattino, è giunta l'ora di prepararsi. Come sempre, come prima cosa spalanco le tende e apro la porta finestra, sporgendomi sulla balaustra del piccolo balconcino.
Una leggera brezza mi scompiglia i capelli, portando con sé un piacevole odore di mare.
"Buongiorno Genova."[...]
Scendiamo giù al ristorante dell'albergo per pranzo, e noto subito il numero ridotto di posti a tavola.
"Come mai solo quattro? Dev'esserci stato un errore." mollo borsa e cellulare sulla mia sedia, pronta già a chiedere al cameriere di aggiungere due posti in più.
"No, Piccirì, non c'è stato nessun errore, vieni." Ignazio invita a sedermi con un cenno di mano.
"Ah, come mai? Gianluca e Beatrice dove sono finiti?" chiedo, sedendomi al fianco di Margherita.
Piero scrolla le spalle. "Volevano stare un po' soli, non si vedevano da giorni."
Sospiro, un po' dispiaciuta. "Capisco."
"Ehi, va tutto bene?" bisbiglia Meg, scuotendomi il braccio.
"Sì... sì, non preoccuparti." guardo in basso, per evitare lo sguardo di tutti.
"Ci dispiace che non sia potuto venire, lo sappiamo che avresti apprezzato la sua presenza, soprattutto oggi..." mi consola Piero, per poi tirare fuori una busta da sotto al tavolo. "Ora però, speriamo che questo possa compensare un po'!" esclama, porgendomi il pacchetto.
"Ma no ragazzi, non dovevate..." commento esterrefatta.
Meg fa un colpetto di tosse volontariamente, per richiamare l'attenzionedei due siciliani. "Ah, certo, a questo regalo ha contribuito anche Vanessa, ovviamente." - aggiunge Ignazio. Lei sorride compiaciuta e lui le ammicca in tutta risposta. Il loro iniziale stato di conflitto si sta trasformando pian piano in una strana intesa.
Apro la grande busta blu e sfilo da lì dentro una bellissima borsa a tracolla nera dell'ultima collezione di Saint Laurent, una delle mie preferite. Rimango a bocca aperta per lo stupore, ma allo stesso tempo parecchio a disagio, perché so di non meritarmi nulla da loro, ancora di meno una costosissima borsa.
"Consideralo come il regalo che non ti ho potuto fare al tuo vero compleanno mesi fa, ti voglio bene." sussurra Margherita al mio orecchio, mentre guardo ancora incredula il regalo. Al suono di quelle parole l'abbraccio forte e la ringrazio, per poi fiondarmi tra le braccia di Ignazio e Piero, i maggiori investitori di questo regalo, presumo.
"Ragazzi, ma non dovevate, cioè... io non me lo merito un regalo del genere." quasi balbetto, presa anche dall'imbarazzo.
"Shh!" mi zittisce Piero. "Non vogliamo più sentirti dire certe cose, chiaro? Tu varresti un milione di quelle borse." mi rialzo e corro tra le sue braccia.
"Come farei senza di voi?" chiedo, in lacrime per l'emozione.
Ignazio fa spallucce. "Come dici tu, siamo una famiglia. E se non si fa questo per la propria famiglia, per chi lo si dovrebbe fare?" mi sorride sinceramente, e in quel sorriso vedo tutto l'amore fraterno che non ho mai ricevuto.[...]
"Buonanotte, Genova, ti amiamo!"
Un breve inchino finale accompagna i loro saluti al fragoroso pubblico genovese, per poi catapultarsi dietro le quinte. Percorro i corridoi verso il salone adibito allo staff, quando distrattamente mi scontro con Lena.
"Vedi di stare più attenta a dove cammini, Neri." quasi ringhia.
"E tu impara a levarti di mezzo ogni tanto." rispondo a tono, raccogliendo da terra alcuni fogli e documenti che avevo in braccio.
"Sei brava come attrice devo dire, sai? Potresti recitare."
"Anche tu non scherzi, mi sembra." la squadro dalla testa ai piedi, con il suo modesto uno e ottantacinque di altezza dovuto ai tacchi vertiginosi.
Finge una risata. "Almeno io non invento finti compleanni per farmi regalare roba costosa."
La guardo schifata e capisco che con lei è una battaglia persa, che non devo abbassarmi ai suoi livelli. Sbuffo scocciata e la scanso, riprendendo la mia fuga verso i camerini. Arrivata lì, sistemo i documenti nella borsa appoggiata al divanetto e mi giro verso il grande specchio di una postazione trucco.
Il mio occhio cade subito su qualcosa di inaspettato: una rosa rossa, con una piccola scatola in velluto blu scuro e un bigliettino.
Annuso il delicato profumo di quel fiore per poi prendere tra le mani quella scatola, un po' intimorita.
Una bellissima collana in oro bianco e con un piccolo punto luce come ciondolo splende sotto la luce dei faretti, lasciandomi senza parole.
Prendo subito il piccolo biglietto inserito in una busta da lettere color avorio e leggo tutta d'un fiato:"Non c'è dolore se ci sei tu,
è come un sogno anche di più,
e c'è qualcosa negli occhi tuoi che non mi lascia mai...Buon compleanno."
STAI LEGGENDO
Photograph || Il Volo
Fanfiction"[...] E poi, alla fine, sì, mi sono innamorata. Mi sono follemente innamorata di una persona che non avrei mai pensato di poter amare. E sai come l'ho capito? Da quando vidi che in quegli occhi verdi ci ritrovavo me stessa. In quegli occhi ho ritro...