I giardini del palazzo sono enormi, tanto grandi da potersi perdere. Sentieri tutti uguali, illuminati da qualche lampione e alberati da pini e grandi cespugli, che murano i bordi, proprio come un labirinto. Rose rosse, panchine in pietra bianca, ghiaia chiara per terra: sembra quasi di essere nella storia di Alice nel paese delle meraviglie.
Mi siedo e respiro la quiete di questo posto, caratterizzata dal solo canto dei grilli. Il cielo è sereno, sembra la serata perfetta per ammirare le stelle, questa notte innumerevoli.-Dove sei finita?- messaggio di Megan, me l'aspettavo.
-Sto prendendo un po' d'aria in giardino, non preoccuparti.-
-Vabè, fa come vuoi. Ma quando finisce questo strazio? I miei piedi chiedono pietà! Dovevo mettermi un paio di converse, altro che tacco 12!
Ah e, sappi che qui c'è qualcuno che sta venendo da te.-Leggo divertita il messaggio, Margherita non cambierà mai. Mi soffermo però sull'ultima frase, che lascia un'aria interrogativa sul mio volto. Ma poi avverto dei passi, e riesco a darmi una spiegazione. Sempre più rumorosi, fino a quando non vedo Gianluca comparire all'estremità del sentiero, intento a raggiungermi.
Faccio finta di nulla, ed aspetto che lui si sieda accanto a me, prima di lanciargli un'altra occhiata. Rimaniamo in silenzio, ad ammirare le stelle.
"Stai bene?" interrompe il silenzio, con una domanda piuttosto scontata.
"Cosa ti fa credere che stia male?"
Scrolla le spalle. - "A me piace molto quando me lo chiedono. Col timore di chiedermi qualcosa di così banale, evitano proprio di pormi questa domanda. Non è affatto una risposta scontata."
"Non è il mio caso." rispondo secca, non rivolgendogli ancora lo sguardo.
"E allora perché non mi guardi nemmeno negli occhi?"
"...Perché così è più facile." rispondo, con gli occhi lucidi.
"Ehi, calma, sono qui." sussurra, accarezzandomi il volto, e in quel momento una lacrima mi solca il viso.
Senza pensarci due volte mi stringo a lui, sprigionando tante altre lacrime. Un pianto liberatorio, a cui non so darmi nemmeno io una spiegazione, forse.
Mi accarezza dolcemente i capelli, cullandomi tra le sue braccia. Mi sfiora la pelle nuda della schiena, facendomi venire la pelle d'oca.
Mi stacco da lui e ci guardiamo intensamente, proprio come quella sera. Questa sera niente parole, niente pioggia, niente paura: prendo l'iniziativa e poggio le mie labbra sulle sue, facendolo diventare subito un bacio passionale. Avverto il suo sorriso sulle mie labbra, e ciò mi incentiva a continuare.
Ci stacchiamo lentamente, facendo scontrare le nostre fronti.
"Almeno adesso ti vedo sorridere." e rido timidamente, mentre lui si alza e mi porge la mano.
La afferro e mi aiuta ad alzarmi, stringendomi per la vita.
"Lo sai che dobbiamo parlare di questa cosa, vero?" gli faccio presente, ma lui cambia argomento.
"Sei bellissima." mi sussurra.
"Abito e trucco possono fare miracoli." sdrammatizzo.
"Sarà, ma in jeans e maglietta mi piaci ancora di più." risponde sorridendo.
Camminiamo lungo i sentieri, in silenzio, godendoci l'aria aperta, ma io non riesco a stare tranquilla.
"Gian, sei consapevole che è sbagliato?" gli chiedo così, di getto, non ce la facevo più. Per quanto non avesse voluto affrontare l'argomento prima, andava fatto.
"Cosa?"
"Noi. Noi siamo sbagliati. Ciò che facciamo è sbagliato. E io non posso stare così, ci sto male..."
"Wow, Emma che soffre? Allora non sei una dura come vuoi far vedere." mi provoca, ridendo.
"Piantala!" rido anch'io, per poi tornare seria. "Seriamente Gian, così non si può continuare..." - mi zittisce, ribaciandomi ancora. Quando le sue labbra si scontrano con le mie, non ci capisco più nulla. E allora mi abbandono ai miei sentimenti, sperando che questo momento, possa durare in eterno.[...]
"Liz, alzati, subito!" Meg urla a squarciagola nella mia stanza, spalancando le tende. Poi prende un cuscino e inizia a colpirmi. Cerco di ignorarla, fino a quando non perdo la pazienza.
"Che cazzo vuoi?!" sbotto, alzandomi di scatto.
"Però, siamo di buon umore stamattina!" risponde sarcasticamente.
"Tu anche, a quanto pare." ribatto acida.
"Oh si, e lo sai perché?" è euforica, e non ne capisco il motivo. Scuoto la testa in segno di negazione, e lei tira fuori una busta portadocumenti trasparente da dietro le sue spalle.
Aguzzo la vista, non avendo messo gli occhiali, e le riconosco subito: sono le foto mie e di Gianluca di ieri sera.
"Amica, ce ne torniamo a casa!"
No, aspetta. Cosa?
"Eh?" sgrano gli occhi incredula.
"Hai visto? Ieri oltre che lamentarmi di quelle scarpe e di quell'abitone lungo che mi faceva sembrare una strega, mi sono anche resa utile!" sorride fieramente.
Non connetto ancora bene il cervello, e sento solo lei parlare a vanvera. "...Cos'è che hai fatto tu?"
"Hai sentito bene! Tra poco le invio per e-mail a Cooper, ma prima di farlo volevo annunciarti questa lieta notizia e..." la interrompo, strappandole di mano la busta.
"Queste foto non usciranno da questa stanza." affermo categorica, guardandola in cagnesco.
"Liz, ma sei pazza? Oh, sono tre mesi, tre, che aspettiamo questo momento! E tu ora che fai? Mandi tutto a monte? Perché?!" cerca di farmi ragionare, ma perde la calma anche lei.
"Perché andarsene vuol dire perderlo per sempre!" urlo con tutta la voce che ho, rendendomi conto dopo di ciò appena detto.
Lei rimane in silenzio, riacquisendo un po' di calma. "È davvero importante per te?"
"Sì, lo è."
Accenna una risata. "Oh si, ti conosco troppo bene, Elisabetta Neri!"
La guardo confusa, mentre lei tira fuori dalla borsa un'altra busta, uguale a quella di prima, per poi lanciarmela sul letto.
"E questa che roba è?"
Fa spallucce. "Piano B. Sapevo che non avresti mai accettato il piano A."
"Meg, ma cos..." guardo incredula le foto.
"Lo so, lo so, la tua amica Margherita Marchetti è un genio, ammettilo."
"Ma io ti amo! Da dove sbucano queste?" urlo euforica, saltandole addosso e stringendola forte.
"Ehi, ho già parlato con Cooper, è d'accordo. Verrano publicate sul prossimo settimanale!"
"Quindi era questo il piano A!" rido.
"Nah, il piano A era la slinguazzata tra te e Gianluca, ma sapevo che non avresti mai accettato, visto che sei innamorata da fare schifo..." le lancio un'occhiataccia, trattenendomi dal non ridere.
"Che c'è? È la verità!"
Sospiro. "Lui mi piace..." ammetto.
"...e tanto." continua lei.
"Si, però, boh, io..." blatero.
"Ma smettila, che abbiamo appena risolto tutti i nostri problemi con queste foto!" le agita mentre gesticola. "E comunque, per quanto tu non lo voglia ammettere, tu sei proprio innamorata."

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Photograph || Il Volo
Fanfiction"[...] E poi, alla fine, sì, mi sono innamorata. Mi sono follemente innamorata di una persona che non avrei mai pensato di poter amare. E sai come l'ho capito? Da quando vidi che in quegli occhi verdi ci ritrovavo me stessa. In quegli occhi ho ritro...