18.

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"Ignazio, beddu mio! Cumu stai?"
Il clima che si respira nel comune del trapanese è gioioso, di festa. Il marsalese più amato al mondo è tornato in patria, e non potrebbero essere più contenti. Mi trattengo dal ridere quando l'ennesima anziana zia si fionda da Ignazio, torturandolo in ogni modo possibile. E noi aspettiamo in disparte, seduti sui divani del soggiorno, in attesa che scambi tutti i saluti di cortesia con la sua famiglia.
Ci disponiamo sui due divani, ritrovandomi di fronte a Gianluca e Margherita. Lena, che a quanto pare ora fa davvero la modella, è fortunatamente impegnata in un servizio fotografico in Australia, e da quando è via colgo più volte Gianluca con lo sguardo perso nel vuoto, triste.
Da quando io e Meg abbiamo parlato in spiaggia, si è fissata che tra me e Gianluca possa nascere qualcosa, ma io sono totalmente contraria. È fidanzato, io non lo merito, parole sue e, soprattutto, è lui a non meritarmi. Non sono chi dico di essere, sto giocando con la sua vita per dello sporco denaro, e già devo dire che il senso di colpa mi tormenta da un bel periodo.
Meg mi lancia un'occhiata maliziosa, per poi guardare Gianluca.
"Stai bene?" gli strattona il braccio, con la sua solita delicatezza.
"Eh? Sì." ritorna alla realtà, ma comunque visibilmente triste.
"Dai che ci divertiamo!" lo incoraggia.
Finalmente, dopo momenti interminabili, Ignazio torna da noi, in compagnia di Piero, ormai di casa in quella famiglia.
"Ragazzi, i vostri due siciliani preferiti oggi vi faranno da guida!" annuncia fieramente, mentre lui e Piero sono impegnati a mangiare un arancino.
"Dove ci portate di bello?" chiedo curiosa.
"Tu fidati di noi." rassicura Piero.
Ignazio si avvicina a Gianluca, rientrato di nuovo nel suo stato depressivo. "Gianlù, eddai, che mica è morta Beatrice!" gli dà una pacca sulla schiena.
"Alzati pure tu, oggi per te esistiamo solo noi."

[...]

Il vento scompiglia i miei capelli ondulati, facendoli svolazzare all'indietro. Ray-Ban sul viso e senso di libertà: la decappottabile di Ignazio è probabilmente il miglior acquisto che lui abbia mai fatto.
"Ho sempre idee fighissime, ammettetelo!" esclama, sfrecciando lungo il litorale siciliano.
"Boschè, accendi un po' la radio!" gli urla Margherita, e lui obbedisce.
Guardo Gianluca, e in quel momento i nostri sguardi coperti dalle lenti scure degli occhiali s'incrociano, mentre lui mi accenna un sorriso.
"Ecco, lascia qua!"
Alla radio i Negramaro cantano Sei tu la mia città, che sembra fatta apposta per questo momento.
"La strada si aggroviglia nei tuoi capelli,
i lampioni che esplodono come fanali nei tuoi occhi,
hai il cuore che sa di asfalto e di preghiere,
e le macchine che attraversano senza più guardare,
e sciogliti i capelli nel fango solo se ci riesci,
riallacciami i tuoi dubbi alle scarpe,
se poi tu non mi credi,
se non mi credi..."

Margherita si sporge dal sedile posteriore e muove la piccola manopola del volume, alzandolo al limite della sopportazione. Io e Gianluca ci guardiamo ancora, e a mia grande sorpresa sfiora la mia mano, quasi volendola accarezzare. Tiene sul palmo della mano le punte delle mie dita, stringendole leggermente.

"Il cielo lo reggono ancora i miei difetti,
le mani si incastrano e formano grattacieli,
le scuse attaccale bene così non cadi,
le unghie affilate resistono tagliando i vetri;
e asciugami i pensieri col fiato degli ultimi alberi,
accendimi di notte le insegne dei più bei ricordi,
concedimi la pace e i treni senza più rimorchi,
e puntami negli occhi come un tram a fari spenti,
investimi di luce se non mi vedi ancora in piedi."

Pensieri al vento, odore di sale, capelli gonfi come criniere, sorrisi veri, mani che vorrebbero stringersi. Sembra tutto così perfetto, anche se alla fine non è e non sarà perfetto nulla. Per un momento ti illudi che vada tutto bene, ti senti in paradiso. E poi, anche se detesto ammetterlo, la sua presenza accanto a me è senza dubbio un motivo in più per sorridere.

Photograph || Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora