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"Così, così,
l'amore piano se ne va così,
in cerca di nuovi sorrisi altrove,
nei cuori di questa città;
Aiutami a capire cosa sento,
ora nel mio petto c'è un rimpianto,
così grande, così grande..."

Quando ascoltai per la prima volta questa canzone de Il Volo con il featuring di Eros Ramazzotti, me ne innamorai subito. Trovo che questo sia uno dei loro pezzi migliori. Mi dispiace che non lo facciano più live da anni, ormai. Emana una forza, un'emozione particolare, che non saprei esattamente descrivere. Nostalgia, forse. Una di quelle nostalgie che ti logora dentro, di quelle che ti tormentano, che non dimentichi subito. Questa canzone arriva al cuore. Arriva al cuore e te lo strappa via. La musica é emozione, è stato d'animo, è vita. E niente mi fa sentire più capita di Così, in questo momento.
Margherita ha fatto le valigie di nascosto. Ne ha approfittato della mancanza di Ignazio per raccogliere le sue cose, l'ho anche aiutata. Ogni tanto tirava sù con il naso e gli occhi le bruciavano. Ma non piangeva. Margherita non è il tipo che piange. Non l'è mai stato. Margherita è forte, è una roccia: distruggerla è a dir poco impossibile. Beh, questa volta è distrutta davvero. Ma non lo dà a vedere. Margherita non si piange addosso. Sta riprendendo tutti i suoi pezzi e li sta riassemblando assieme, come ha sempre fatto. Ma questa volta è molto più difficile delle altre, lo sento. L'ho sempre invidiata di questo. Le emozioni negative non le fa minimamente trapelare, iniziavo a credere che lei nemmeno le potesse davvero provare. Io no, io non sono così. Io le emozioni le provo anche fin troppo intensamente, ma me le tengo per me. Sono sempre stata fin troppo riservata, divento gelosa pure dei miei stessi sentimenti.
Ha parlato con il capo. Si è dovuta inventare una balla, ha parlato di un lutto in famiglia e di problemi economici. Una bugia a metà, insomma. Ha detto che deve tornare a New York, che la sua famiglia ha bisogno di lei. Torpedine l'ha guardata quasi insospettito, ha cercato di farle cambiare idea, di offrirle anche un piccolo aumento, se la sua famiglia versava in grandi difficoltà. Megan invece era irremovibile. I suoi occhi parlavano per lei. Occhi stanchi, distrutti, tristi: non c'è stato bisogno di grande enfasi o recitazione questa volta. Ciò che prova è vero. Le ha fatto firmare la risoluzione del contratto nella sala conferenze dell'albergo, le ha stretto la mano, e le ha detto che il suo biglietto aereo sarebbe stato disponibile domani mattina, per partire il giorno stesso.
Io più che spiare impotente la scena non ho potuto fare. Torpedine era preoccupato anche per me, si chiedeva se potessi continuare da sola. Io l'ho rassicurato, i ragazzi li ho imparati a gestire con il tempo, e alla fine del tour manca davvero poco. Appena rassegnate le dimissioni, ho preso sottobraccio Meg e l'ho portata a prendere un po' d'aria. Siamo rimaste in silenzio, non avevamo nulla da dirci. Aspettavo solo il suo via libera per chiamare i ragazzi e avvisarli della sua decisione.
Margherita voleva andarsene e basta, senza lasciare traccia. Le ho detto che sarebbe stato un comportamento da vigliacchi, che lei non è così, solo un vile lo farebbe, e lei non è proprio una persona del genere. A malincuore mi ha dato ragione.
Oggi siamo a Brasilia, stasera si canta. Tutto esaurito. I ragazzi non aspettano altro, sarà un bel concerto. Ma io sono distrutta almeno un po' di quanto lo è Megan. Per Ignazio, soprattutto, anche se lei era entrata nel cuore di tutti, da Gianluca e Piero fino ad addetti stampa e parrucchieri, nessuno escluso. Margherita non la dimentichi facilmente. Ignazio non lo farà, ne sono certa. E forse è proprio questo ciò che mi fa stare male.
Li abbiamo riuniti tutti e tre con Melissa nella sala conferenze di prima. C'è anche Torpedine. Loro quattro sono seduti lì, nella prima fila di sedie, e ci guardano curiosi. I loro sorrisi scompaiono appena vedono il viso sbattuto di Megan e il mio non proprio entusiasta. Noi e loro ci capiamo con un solo sguardo, ormai. Il livello di empatia sviluppatosi tra noi è commovente.
"Oh no, brutte notizie in vista!" esclama Piero, con un tono scherzoso. "Ignazio, che hai combinato?"
"Perché guardate me?" ribatte il marsalese, volendosi scrollare di dosso quegli sguardi accusatori dei suoi due amici.
"Abitudine." risponde Gianluca, facendo sorridere Piero.
Ridono tra loro, si danno dei pugni amichevoli sulle braccia. Io vorrei poter condividere la gioia pre concerto con loro, ma non ci riesco.
"Capisci perché è così difficile?" bisbiglia Margherita al mio orecchio, con la voce rotta.
"Ragazzi, per favore." li richiama Torpedine, l'unico in grado di esercitare una vera autorità su di loro. D'altronde, li ha cresciuti lui, come un secondo padre. "Abbiamo delle cose da dirvi."
Cala il silenzio, e i tre tornano a guardarci incuriositi. Rivolgo uno sguardo di incoraggiamento a Megan, mentre lei prende un respiro profondo e cerca di tirare fuori quelle parole bloccate in gola. Parole giuste, parole sbagliate, penso non esista un modo migliore o peggiore in questi casi. Come la fai o la dici, il senso è sempre quello. Le sensazioni, sono sempre quelle.
"Ignazio, potremmo parlare un attimo?"
Lui acconsente, e prontamente segue la sua ragazza fuori dalla sala. Ha fatto la scelta migliore. Ignazio ha il diritto di sapere per primo.
"Emma, allora glielo dici tu?"
"Sì, signore, non si preoccupi." rispondo prontamente.
"Ma dire cosa?" Gianluca mi scruta attentamente, ma dal mio viso non penso trapelino emozioni. Sembro l'apatia fatta a persona.
"Va bene, vi lascio soli." lo vediamo allontanarsi e uscire, lo seguiamo con lo sguardo.
"Emma..."
"Ecco... non so come dirvelo, ragazzi, ma..."
Prima che possa finire la frase, Megan torna nella sala, senza Ignazio. La scruto attentamente, ma dalla sua espressione non riesco a capire molto, è la stessa di prima.
"Vado via."

[...]

"Ti prego, Vane, io..."
"Igna, non rendere le cose più difficili di quanto non lo sono già, per favore."
Lui è appoggiato alla scrivania. Si porta le mani al volto, se lo stropiccia più volte. Margherita è davanti a lui, in piedi. Cammina avanti e indietro, è nervosa. Non ce la fa a reggere il suo sguardo.
"Spiegami perché non possiamo più stare assieme! Spiegamelo, almeno!" il suo tono diventa più aggressivo e Margherita sta ancora peggio.
Si ferma, lo guarda. Non sa cosa dirgli. I loro occhi sono uguali: scuri e velati da lacrime salate.
"Io ti amo, Ignazio. Più di quanto immagini."
Riesce a dire solo questo. Ci teneva a dirlo, l'avrà detto almeno cento volte in quella conversazione. Lo ama, con tutta sé stessa.
"Domani vado via. Devo andare via." il suo tono diventa più freddo, afferra le valigie. Ignazio prontamente gliele strappa via di mano, appoggiandole per terra.
"Vanessa, un'ultima notte. Quest'ultima notte stiamo assieme. Ho bisogno di te, cazzo. Solo di te. Resta."
Parole che sanno di supplica, quasi. Margherita acconsente, quasi sperava glielo chiedesse. Inconsciamente, un sorriso glielo strappa pure.
"Ti amo e ti amerò sempre."
La prende tra le sue braccia e la stringe forte. Un abbraccio diverso. Un abbraccio di quelli che ti spacca le costole, che alla fine quasi fa unire i due corpi, facendoli diventare una cosa sola. Uno di quegli abbracci che ti ricordi a vita, che ti fa impregnare sui vestiti l'odore dell'altro. Un abbraccio che solo due persone destinate ad amarsi, si sanno scambiare. In quell'abbraccio la stringe come se avesse paura di perderla, di farsela scappare via.
Ma, sta volta, la sta perdendo per davvero.

Note dell'autrice: Allora! Vi piace o troppo strappalacrime? Fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo!
Un bacio, a presto (:

Photograph || Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora