"Emma!" Ignazio urla il mio nome, mentre mi avvolge stretta tra le sue braccia.
Ci ritroviamo tutti al bar dell'albergo sulla terrazza e con una vista mozzafiato. Si riescono facilmente a scorgere i minimi dettagli e particolari del grande golfo partenopeo.
Io e lui ci accomodiamo ad uno dei tavolini, sotto un grande ombrellone color panna che ci ripara dal forte sole dell'ormai imminente estate.
"Allora, com'è andata la convivenza con il nostro Ginoble?" chiede, lanciando un'occhiata a lui e Piero, entrambi rimasti a parlare in disparte, poco più lontani da noi.
"Abbastanza bene devo dire, mi aspettavo di peggio!" rido, mentre lui mi guarda con aria furba.
"Ci ha provato?"
"Cosa te lo fa credere?"
"Il fatto che sia Gianluca mi basta." ride anche lui.
"No dai, si è comportato bene..." sorrido.
"E... ?" mi esorta a continuare la frase.
"E basta, semplice."
"Mah, strano." risponde perplesso.
"Deve per forza passare per un molestatore seriale?"
"No, è che lui ha fin da subito provato un certo interesse verso di te, il fatto che non abbia provato almeno una volta a portarti a letto mi lascia perplesso."
"Ignazio, oramai mi conosci. Se anche solo gli dovesse ripassare per la testa un'idea del genere, lo rimetterei in riga io!" rido, per poi farmi più seria. "Non lo farebbe mai."
E infatti quella notte non c'è stato proprio nulla: niente effusioni, niente amore. Solo voglia di stringersi, per magari cercare di colmare un vuoto che entrambi possediamo.
Le sue parole mi hanno sorpresa, quella sera. Non ho aggiunto altro, anche perché ci siamo addormentati entrambi, subito dopo. Ed è curioso, perché nessuno dei due riusciva a dormire, prima di quella chiacchierata.
Non so perché quella sera entrambi avessimo inconsciamente bisogno dell'altro: tra noi non c'è sentimento, non c'è nemmeno affetto. Ma a volte alle cose non bisogna necessariamente dare una risposta.
"Stavate parlando di me?" Gianluca si siede sorridente accanto a me, togliendosi gli occhiali da sole e passando una mano nel suo ciuffo, mentre Piero lo segue, prendendo posto vicino ad Ignazio.
"Sei il solito egocentrico!" scherza Piero.
"Comunque no, le stavo raccontando le mie emozionanti vacanze a Marsala con casa piena di quelle pesti dei miei cugini." risponde disinvolto Ignazio, mentre io annuisco.
"Io invece ho passato le mie giornate in spiaggia, sulla costa agrigentina ce ne sono di bellissime." racconta Piero.
"E voi due?" sorride furbamente, puntandoci il dito contro.
Ci guardiamo, scoppiando a ridere. "È stata una settimana... Tranquilla, no?" mi chiede.
"Tranquillissima." rispondo, quasi scoppiando a ridere, mantenendo lo sguardo basso per il forte imbarazzo.[...]
La Piazza del Plebiscito di Napoli è immensa, e vista da quel grande palco posto davanti al Pantheon, dà un tocco di magia in più.
"Stop, stop! Fermiamoci!" la voce arrabbiata di Torpedine interrompe il mio stato di quiete creato dal libro che stavo leggendo, e catapultandomi fuori dal mio mondo. Rivolgo confusa il mio sguardo al palco davanti a me, dove nel frattempo il manager è salito.
"Gianluca, potresti smetterla di guardare il cellulare e di concentarti sulle prove?" gli chiede scocciato.
Lui annuisce disinteressato, mettendo il suo iPhone nella tasca del pantalone. In effetti, è da tutto il pomeriggio che noto l'eccessivo interesse che Gianluca rivolge al suo cellulare, facendomi sorgere qualche dubbio.
I tre riprendono le prove, ma poco ci vuole per capire che la testa di Gianluca è da un'altra parte. Non ci do troppo peso, e aspetto la fine della scaletta.
"Oh? Ma si può sapere che ti prende?" lo richiamo e lo afferro per il braccio, frenando la sua corsa verso il camerino.
"Niente, non mi succede niente!" sbuffa, e con uno strattone riesce a farmi mollare la presa. Ed ecco il vecchio Gianluca, ci risiamo.
Non capisco cosa gli sia successo, sembrava così sereno negli ultimi giorni.
Questa faccenda mi puzza parecchio, facendomi passare milioni di sospetti per la testa.
Ed io, investigatrice di professione, potrò mai lasciar perdere? Assolutamente no.[...]
"Grazie Napoli! Vi amiamo! Ci vediamo presto!"
Saluti finali al pubblico composto da oltre quarantamila anime, e subito filano giù dal palco, stanchi ma appagati per tutto quell'affetto.
Sneakers e macchina fotografica nella borsa: la mia attività di spionaggio ha inizio."No ragazzi, non vengo al ristorante, sono troppo stanco, credo che andrò direttamente a dormire..." così Gianluca si dilegua dai suoi due amici e dall'intero entourage, raccontando una balla così grande e scontata.
Gli altri lo assecondano, non ci danno troppo peso. Tanto è fatto così, penseranno. Con la stessa scusa mi dileguo dal gruppo anch'io, per non perderlo di vista.
"Controllalo, mi raccomando." sussurra al mio orecchio Piero, e io gli rispondo annuendo, mentre parto all'inseguimento.
Ha il cappuccio della felpa in testa, nonostante ci sia un caldo afoso. Lo seguo da lontano, e come previsto noto che la strada che percorre non porta assolutamente al nostro albergo.
Sei troppo prevedibile, Gianluca.
Lo vedo dirigersi verso l'entrata di un lussuoso locale del capoluogo campano. Si guarda intorno per assicurarsi di non avere puntati addosso occhi indiscreti, e decide di entrare.
Entro anch'io, appartandomi ad un tavolo un po' più nascosto.
E lì lo vedo. In dolce compagnia, come pensavo.
Ma gli uomini sono davvero così scontati?
Lei, alta quanto lui, capelli lisci e color cioccolato, vestito lungo e sandali alla schiava, probabilmente solo per non risultare più alta. Ad occhio e croce direi che è una modella, ma poco si riesce a dedurre dalla sua posizione di profilo. Lui parla piano e dolcemente, quasi sussurrando, per non essere sentito da nessuno, se non dalla diretta interessata. Lei sorride, sembra parecchio felice. Lui la prende per mano. Il momento è arrivato, e io mi armo di macchina fotografica.
I loro nasi si sfiorano, fino a quando lui appoggia delicatamente le sue labbra rosate sulle sue.
Il cuore mi batte forte, sono spaventata, e nemmeno io so il perché. Scatto e continuo a scattare, loro non si accorgono di nulla.
Smetto di scattare quando loro si siedono a tavola, e riguardo le foto ancora inspiegabilmente scossa, sospirando stanca.
Ginoble, mi vali quarantamila dollari.

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Photograph || Il Volo
Fanfiction"[...] E poi, alla fine, sì, mi sono innamorata. Mi sono follemente innamorata di una persona che non avrei mai pensato di poter amare. E sai come l'ho capito? Da quando vidi che in quegli occhi verdi ci ritrovavo me stessa. In quegli occhi ho ritro...