"Meg, davvero, è l'idea migliore che tu potessi avere." mi congratulo con lei, osservando fieramente per l'ennesima volta la copertina del giornale.
"Non vedo l'ora di godermi la scena, soprattutto dopo aver girato per tre ore mezza Parigi alla ricerca di un giornalaio che li vendesse!" esclama, più esausta di me.
Il sole oramai è in cielo, la città si sta risvegliando, ripopolandosi pian piano di suoni e colori.
Io e Megan siamo uscite alle cinque del mattino, perché avevamo già previsto che non sarebbe stato facile trovarli. Ne abbiamo comprati diversi, e il nostro piano sta per incominciare.
"Tesa?" mi chiede, mentre arriviamo finalmente davanti al palazzo del nostro albergo.
"Qualcosa succederà per forza." rispondo, apparentemente tranquilla.
"Forza, c'è qualcuno che deve vederle..."
"Mi dispiace solo per Gian, capisci? Non voglio che ci stia male..." rispondo mortificata.
"Andrà tutto bene." mi sorride per rassicurarmi, mentre entriamo nella grande ed elegante hall dell'albergo.[...]
"Beatrice, spiegami cosa sono queste!" ordina per l'ennesima volta Gianluca, alzando sempre più la voce. È arrabbiato, e ne ha tutti i motivi.
"Amore, ti giuro, è solo un malinteso..." cerca di persuaderlo con un tono dolce.
"Un malinteso?! Trovare le foto tue su un giornale scandalistico mentre sei con un tizio le trovi un malinteso?!"
"Ops, colpevole." commenta ridacchiando Megan, mentre ci risulta facile ascoltare il litigio dalla mia stanza, confinante con la loro.
Oh si, Megan ha fatto strike. Non so come se le sia procurate, ma quelle stampe ritraggono Lena in compagnia di un ragazzo, probabilmente anche lui un modello, a giudicare dal fisico scolpito, il volto spigoloso e privo di impurità e il look curato. Le migliori di tutte sono quelle scattate durante un pranzo in un ristorante, mentre i due si scambiano effusioni poco equivocabili. Dovrebbero risalire a circa un mese fa, quando tornò proprio qui, a Parigi, per scopi lavorativi, a detta sua.
"Margherita Marchetti, sei un genio." le batto il cinque, senza però fare troppo chiasso, per poi riconcentrarci sulla discussione. "Ma poi, questo chi sarebbe?"
Fece spallucce. "E a noi cosa importa?"
"Basta, non voglio più vederti! Mi hai stancata! Prendi le tue cose e vattene!" sentenzia Gianluca nella stanza accanto.
"E pensare che mi amavi..." commenta lei.
"Già, credevo."
Le sue parole mi lasciano a bocca aperta, non me le aspettavo.
"È per lei vero?" esordisce Lena, con la voce isterica.
Sgrano gli occhi, e io e Megan ci guardiamo sorprese.
"Lei chi?" accenna una risata nervosa lui, come se non sapesse a cosa si riferisce.
"Sai bene di chi parlo. Come se non lo sapessi che sei innamorato di quella!"
"Fammi capire..." replicò lui, sogghignando. "...io ti ho appena scoperta mentre fai la gatta morta su una rivista con uno che non ho la più pallida idea di chi sia e sinceramente manco mi importa e tu credi che ti stia lasciando per un'altra?"
"Sappiamo tutti che quello è uno dei motivi..."
"E anche se fosse? Tra noi è finita, Beatrice. E non per causa mia." ribatte fermamente. "Vai via ora!"
Prende le sue cose, provandoci un'ultima volta. "Ginoble, sappi che quando solcherò la soglia di quella porta, non mi vedrai mai più!" lo minaccia.
"Ma menomale, allora!"
Sbuffa scocciata e apre la porta della sua stanza, per poi correre a passo svelto verso l'ascensore, con borse e valigie al traino.
"Missione compiuta!" urla Meg euforica, abbracciandomi forte.-Avviso gli interessati che il nostro Gianluca ha appena scaricato quella seppia. Si festeggia?-
Poco tempo passa prima di ritrovarci Piero ed Ignazio alla porta, che bussano impazienti.
"Missione compiuta!" urla dalla gioia Ignazio, strigendomi forte e sollevandomi.
"Finalmente ce la siamo tolta dai piedi." afferma sollevato Piero, come se si fosse tolto un peso.
"Sai, Piero, sei stato un buon finto fidanzato." ridacchio, dandogli un bacio sulla guancia.
"Grazie, amico mio." concludo sincera, gli voglio davvero bene, così come ad Ignazio.
Lui mi sorride debolmente, abbracciandomi affettuosamente. "Ti voglio tanto bene."
"Anch'io."
"Ma poi da dove sono uscite 'ste foto?" chiede ridacchiando Ignazio, sfogliando la rivista sulla scrivania.
Guardiamo tutti Margherita, mentre io mi trattengo dal ridere.
"...E io che ne so!" sbotta, mentre noi scoppiamo a ridere. "Sarà stato in uno dei suoi tanti viaggi, chi lo sa."
"Pazzesco ciò che riescono a fare i paparazzi..."
"È impressionante che sapessero di trovarla con quella persona in quel momento in quel luogo. Capisci? È una combinazione assurda, e non stiamo mica parlando di Kate Moss. Insomma, quante possibilità al mondo ci sarebbero state che lei fosse non solo seguita da dei fotografi, ma che venisse paparazzata proprio in quella occasione?" riflette Piero.
"E che vuoi farci, Piero, i paparazzi so' così... e comunque sono sempre stati dei grandissimi stronzi. Oggi un po' di meno perché ci hanno fatto un enorme favore, dico bene?" chiede Ignazio, guardandoci e cercando la nostra approvazione.
"Vi voglio bene, ragazzi." dico, e ci stringiamo in un bellissimo abbraccio di gruppo, creando una scena degna dei migliori film strappalacrime.
I nostri cellulari suonano all'unisono, una notifica di Twitter."@GianGinoble: Tutto ciò che desidero ora è solo un abbraccio.."
"Ragazzi." li richiamo. "Siamo proprio degli amici di merda."
I tre mi invitano ad andare da Gianluca, ritenendomi la persona più giusta per lui con cui parlare in questo momento.
Già so cosa fare.
Mi presento alla porta poco dopo, bussando timorosa. Non so davvero che reazioni aspettarmi da parte sua.
Dopo qualche secondo lo ritrovo di fronte a me, con una faccia che è già tutto dire. Comprensibile. Mi squadra dalla testa ai piedi, non dicendo nulla.
"Vorresti l'abbraccio di un'amica con due cornetti al cioccolato rigorosamente senza lattosio, della buona musica e tanta voglia di farti compagnia?" il mio tono è così dolce, innocente e smielato che quasi non sembro più io.
Lui mi guarda, sospira e accenna un sorriso. "Potrei mai dirti di no?" e apre di più la porta, per accogliermi nella sua stanza.
"Beh Ginoble, come va la vita?" mi siedo sul suo letto a gambe incrociate.
"C'è sempre di peggio." mi risponde indifferente, accasciandosi sulla sedia. "Era destino, doveva andare così."
"Già, destino..." sussurro tra me e me.
"Sì, credo proprio che sia stato quello."
"Più che destino, è stronza lei, veramente..."
"Io credo che niente accada per caso. Tutto ciò che facciamo, che non facciamo, chi incontriamo, chi amiamo, chi odiamo, cosa sognamo... mi piace pensare che sia già tutto scritto, programmato. E ancora di più mi piace pensare che il destino mi riservi cose meravigliose. Quindi, evidentemente la nostra separazione è stata un bene..."
"Per me invece la vita è solo un grosso cumulo di cazzate ed illusioni. Intervallata da momenti felici, che però non la caratterizzano. Il lieto fine non esiste, Gianluca."
"Wow, e questa bella idea chi te l'ha messa in testa?" accenna una risata sarcastica, non essendo d'accordo con le mie parole.
"Durante il liceo ho avuto per un paio d'anni un professore di filosofia che passava le sue giornate a fare questi discorsi, un'istigazione al suicidio." rido, ripensando a quei momenti. "Ma direi che, ormai, sia cresciuta abbastanza per pensare di testa mia." addento un pezzo del mio cornetto.
"Eh già, una donna matura e responsabile." commenta, mangiando anche lui.
"Alleluia, almeno con le mie idiozie sono riuscita a farti mangiare!" sorrido sollevata. "Temevamo potessi rifiutare anche questo."
"Eh no, al cioccolato non si dice mai di no!"
"Mi sembra giusto."
"Ah, e comunque, donna responsabile e matura quanto vuoi, ma che riesce ancora a buttarsi la cioccolata in faccia!" ride a crepapelle, per la mia bocca tutta sporca.
"Ah sì? Lo trovi davvero così divertente?"
"Parecchio." mi sfida.
"Io magari mi butterò ancora il cioccolato in faccia come quando avevo quattro anni, ma almeno non soffro di incontinenza, eh!"
"Oddio, no, ti prego, non tirare fuori quella storia! Ho ancora gli incubi!" mi prega, sbiancando, come se quel giorno fosse stato ieri.
"L'ho letto ieri sera girovagando su internet e... Scusa, ho riso per due ore!" rido, cadendo a peso morto sul letto.
"Il Volo distrugge un albergo di Locarno, rido ancora se ci ripenso!" continuo a ridere, facendomi mancare il fiato.
"Tu ridi, ma fu un bello sbianco quello, ci presero in giro per giorni interi. Che poi, ovviamente, era tutta una trovata dell'albergatore per farsi pubblicità e screditarci. Tutto questo solo perché cambiammo albergo per via della moquette e Piero che stava morendo d'allergia. Pazzesco..."
Annuisco, tornando ad avere un minimo di serietà e pulendomi la bocca con un fazzoletto.
"Quanto sei bella." sorride, aiutandomi a pulirmi.
"Almeno ti ho fatto sorridere."
Che il suo sorriso è il più bello di tutti.
Reggiamo per qualche secondo un intenso gioco di sguardi. "Sei proprio incredibile." ammette. "Perché tu e Piero vi siete lasciati?"
Scrollo le spalle. "Perché era meglio così. Per entrambi."
Lui si limita ad annuirmi comprensivo, mantenendo lo sguardo basso. "Gian... ma cosa siamo io e te?" la butto lì, di getto, senza pensarci troppo.
Ci riflette su qualche attimo. "Beh... non lo so. Forse siamo proprio un bel non lo so."
"Ah, bene."
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Photograph || Il Volo
Fanfiction"[...] E poi, alla fine, sì, mi sono innamorata. Mi sono follemente innamorata di una persona che non avrei mai pensato di poter amare. E sai come l'ho capito? Da quando vidi che in quegli occhi verdi ci ritrovavo me stessa. In quegli occhi ho ritro...