-Io ti osservo sempre.-
"Liz... tutto okay?" mi chiede preoccupata, notando il mio repentino cambio di espressione.
Non le rispondo, così mi strappa il cellulare dalle mani, senza che io opponga resistenza.
La sento sussultare, mentre il mio sguardo è perso nel vuoto.
"Ma cosa diavolo..."
"Cosa significa?"
"Non ne ho la più pallida idea. Piuttosto, chi è stato?"
"Numero anonimo." rispondo secca.
"Vabbè, non darci troppo peso." scrolla le spalle, restituendomi il cellulare. Margherita è quel tipo di persona che raramente si fa prendere dal panico, prende sempre tutto alla leggera. È sempre stato un lato del suo carattere che le ho invidiato. Certe volte vorrei pensarla anch'io questa filosofia del 'non preoccuparti', dato che tendo a diventare parecchio paranoica, nonostante cerchi di mantenere i nervi saldi.
I tre scendono dal palco, raggiungendoci sul parterre con un apparente entusiasmo.
"Questo è uno dei luoghi migliori al mondo." commenta estasiato Gianluca, che ammira il grande palasport con gli occhi sognanti di un bambino.
E tutti i torti non ha, il Madison Square Garden è davvero uno dei palchi più prestigiosi al mondo. Arrivare qui vuoi dire essere arrivati in alto, entrare nell'albo dei migliori talenti al mondo. E loro ci sono arrivati già anni fa, quando erano solo dei ragazzini.
"Già, magnifico." continua Piero. "Domani Montreal e tra tre giorni Boston, giusto?"
"Affermativo." risponde Megan, evidentemente imbarazzata per avere Ignazio di fronte a lei.
"Non mi ci abituerò mai ai ritmi dei tour." sospira rassegnato Ignazio, bevendo dalla bottiglietta d'acqua.
"Piccola, tutto bene? Sei di poche parole oggi." mi chiede teneramente Gianluca, piegandosi e accarezzandomi il viso. Io rimango seduta, impassibile, e mi limito ad annuire semplicemente. Un "sto bene" poco credibile esce a stento dalla mia bocca. Nessuno replica, ma ormai penso che il livello di intesa tra noi sia tale da percepire il mio stato ansioso.
Guardo Meg e Ignazio scambiarsi timide occhiate, e ritengo sia arrivato il momento di dileguarsi. Hanno molto di cui parlare.
Mi alzo di scatto dalla sedia, prendendo le mie cose. "Ehm, ragazzi... mi accompagnereste di là? Ho lasciato delle cose in camerino." chiedo a voce alta, riferendomi all'abruzzese a all'agrigentino.
"Io vi aspetto qui, sono esausto." Piero si accascia su una delle sedie, e io lo fulmino con lo sguardo.
"Piero, dai, ho bisogno anche di te..." rido nervosamente, invitandolo a rialzarsi.
"Ma..."
"Piero. Ora."
Lui, quasi intimorito, finalmente mi asseconda. "Lo faccio solo perché sei inquietante, sappilo."
"Shh, basta ora, lasciamoli soli. Hanno tanto da dirsi." li prendo entrambi a braccetto, e in lontananza riesco a scorgerli appena, mentre discutono.
"C'è qualcosa che noi non sappiamo?" mi chiede confuso Gianluca.
Scrollo le spalle e sorrido. "Se succederà ciò che spero, lo scoprirete molto presto."[...]
"Già..." commento disgustata al telefono, una volta che Cooper ripete le esatte parole di quel messaggio.
"Hai idea di chi potrebbe essere stato?"
"Non lo so, ma temo che questo qualcuno possa mettere a rischio la mia missione."
"Quindi uno che ti conosce."
"A quanto pare..." sospiro.
"Sarà la Moreau, vorrà la sua vendetta dopo ciò che è successo." arriva a questa conclusione, che però non mi convince affatto.
"Non so, non penso possa essere lei..." rispondo titubante. In quell'istante il mio telefono produce una vibrazione, che provoca un leggero formicolio al mio orecchio: un nuovo messaggio.
"Resta in linea." mi limito ad ordinargli, mentre con fretta apro il messaggio.-Lo so che hai paura di me.-
La mia ansia si sarà triplicata. Chi è? Cosa vuole? Il battito cardiaco è accellerato, e a stento riesco a comunicare il messaggio a Cooper.
"Tienimi in contatto, dobbiamo capire se questo soggetto possa mettere a rischio la tua incolumità e quella di chi ti circonda." mi raccomanda, una volta letto il nuovo messaggio. "Elisabetta, calma e nervi saldi, mi raccomando. Sei una professionista, avrai affrontato mille volte situazioni simili." "Cooper io fino a qualche mese fa fotografavo persone nascondendomi dietro a delle piante, ma quale professionista non sono una fottuta spia sovietica per l'amor del ciel..." sbotto nervosa, ma lui chiude la chiamata prima ancora di farmi concludere.
L'ansia è troppa, e in un momento come questo, correre dalla mia unica confidente è l'unica soluzione.
Busso insistentemente alla porta di Megan, che dopo poco spalanca di colpo la porta.
"Non so, temevi che non ti sentissi per caso?" mi chiede retorica e infastidita.
"Ho l'ansia a mille."
"Ho notato." risponde seccata, facendomi accomodare. "E perché?"
"Un nuovo messaggio sconosciuto. Ha detto che lui sa che io ho paura. La cosa si fa inquietante."
"Maddai Liz, sei troppo paranoica." sbuffa scocciata. "Fai pugilato, sei cintura nera di karate e spari come un cecchino. E poi dovresti essere tu quella spaventata?" mi chiede retorica, inarcando il sopracciglio.
Mi porto le mani al viso, stropicciandomelo. "Hai ragione, non ci devo pensare troppo. Com'è andata con Ignazio?"
"Abbiamo chiarito."
"Cioè?"
"Niente, si è scusato e basta..." la sua delusione è percettibile.
"Mi spiace, Meg." e lo sono davvero, credo seriamente che loro possano stare bene insieme.
"Eppure non capisco..."
"Non preoccuparti, non è il primo due di picche che prendo." finge un sorriso, Margherita è così. Difficilmente la butti giù.
"Magari, quando torneremo alla vita di tutti i giorni, potrei rincominciare a sentirmi con Michael..."
Michael è il suo ex. Si sono lasciati poco prima che lei partisse per la missione a Portland, l'anno scorso. Lui diceva che non poteva sopportare la distanza, o qualcosa del genere. Credo che in fondo non abbiano mai smesso di volersi, anche se sinceramente preferisco Ignazio al suo fianco. Spero che ciò che le abbia detto oggi non sia davvero ciò che pensa. Margherita non di merita di soffrire ancora, assolutamente no.[...]
"Grazie New York City! We love you so much!"
La prima tappa del tour americano è stata inaugurata nel migliore dei modi, con un concerto indimenticabile. Coriandoli dai colori metallizati ricadono sul pubblico in delirio, mentre loro si godono una standing ovation degna dei migliori artisti del momento. Inchino finale, baci volanti e corsa dietro le quinte, accompagnata dalle ultime note di Grande Amore.
Gianluca come sempre si fionda tra le mie braccia, stringendomi forte e lasciandomi tanti piccoli baci a stampo sull'angolo della bocca.
"Bravissimi come sempre!" sorrido, riferendomi a tutti e tre.
"Era da troppo tempo che non facevamo un concerto così bello." sospira sollevato Piero.
Mentre Gianluca mi tiene stretta tra le sue braccia, la vibrazione del cellulare scaturisce di nuovo in me quell'ansia che speravo di essermi fatta passare, o perlomeno che speravo di aver placato e imparato a gestire.
Con il cuore in gola sfilo il cellulare dalla tasca, mentre Gianluca poggia la testa sulla mia spalla, sporgendosi verso lo schermo.
"Chi è?" chiede curioso, con un pizzico di gelosia nel suo tono.
"Niente." rispondo secca senza nemmeno leggere, e ricacciandolo nella tasca.
"Mhm." risponde perplesso. "Sei strana oggi."
"Non ho nulla, tranquillo." lo bacio per tranquillizzarlo, e lui molla la presa e raggiunge gli altri verso i camerini, senza replicare nulla. Ma non se l'è bevuta, l'ho già capito.-La guerra è appena iniziata.-
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Photograph || Il Volo
Fanfiction"[...] E poi, alla fine, sì, mi sono innamorata. Mi sono follemente innamorata di una persona che non avrei mai pensato di poter amare. E sai come l'ho capito? Da quando vidi che in quegli occhi verdi ci ritrovavo me stessa. In quegli occhi ho ritro...