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Una cosa che ho sempre ammirato di Ignazio è la sua forza. Lui sorride, sorride sempre, anche quando non vorrebbe. Il giorno in cui Margherita è partita, è salito sul palco e sembrava la persona più felice al mondo. Ignazio ne ha passate tante, fin da piccolo. Dai problemi familiari, la malattia di sua mamma, non si è mai potuto buttare giù. Un po' ci rivedo del mio in lui: le emozioni le tiene tutte per sé, belle o brutte che siano. Non le lascia trasparire, celandole tutte dietro ad un sorriso. Perché è questo ciò che la gente vuole vedere.
Il concerto di Rio de Janeiro è appena terminato, ed io ne approfitto per appartarmi da tutti e chiamare la mia ex collega. L'ho sentita solo una volta da quando è partita. Non ha molta voglia di parlare, come biasimarla.

"Tumore al fegato. A giorni inizierà il primo ciclo di chemio. Un cancro, capisci?"
No, non posso capire. Fortunatamente non so cosa si provi quando una persona che ami sta così male. Ma credo sia una sensazione terrificante.
"Ti giuro, vorrei essere io al suo posto!" urla tra i singhiozzi.
"Non lo dire manco per scherzo, Meg. Andrà tutto bene, te lo prometto."
"Non se lo meritava, mio padre è una persona meravigliosa, lui non..."
"Shh, basta." cerco di calmarla. - "La colpa non è di nessuno. Il cancro è una brutta bestia Meg, ma tu devi essere forte. Tu lo sei. E tuo padre ha bisogno della vera Margherita, quella che supera tutto e che non ha paura di niente. Chiaro?"
"Si..." sussurra. "Grazie. Come sta Ignazio? Mi manca così tanto..."
Sospiro, ci penso un po'. "Sta bene. Cioè, gli manchi, ma è forte anche lui."
"Bene, almeno una buona notizia."
"Già."
Mentirei se non dicessi che Ignazio ci sta soffrendo eccome, che è depresso, che non è più lo stesso. Ma non ha bisogno di altro dolore. Deve resistere, per lei stessa, per i suoi genitori, per Ignazio.
Il dramma dei più forti è che si accollano il dolore di tutti. Ma Margherita ce la può fare. 

[...]

Natale si avvicina, ma mai come quest'anno avverto così poco il clima natalizio. Sarà la lontananza da casa, sarà perché a ventisei gradi in pieno dicembre non ci sono abituata. Fatto sta che mi manca non poter fare l'albero e decorare la casa con ghirlande e soprammobili. Trovo che Rio de Janeiro di natalizio abbia meno di zero. Per me Natale è neve, cioccolata calda e brutto tempo. Beh, forse in quest'ultima ci siamo, dato che non smette di piovere. Ma, per il resto, non c'è nulla che mi faccia pensare all'ultimo mese dell'anno. Anzi, forse una cosa c'è: un albero galleggiante sull'acqua, composto da milioni di luci, da quel tocco di vita in più alla città. Lo guardo in lontananza dalla finestra della stanza, piuttosto malinconica.
"Bello, vero?" Gianluca lo osserva con me, mentre poggia la sua testa sulla mia spalla.
"Sì." rispondo sovrappensiero.
"Tutto bene, piccola?"
"Tutto bene, è che... non so, mi manca l'aria natalizia."
"Già, non me lo dire." sospira lui. "Il Natale lo puoi passare da me a Roseto, se vuoi."
Mi prende una stretta allo stomaco. "Non lo so, Gian, magari sono di troppo e..."
"Ancora con questi discorsi? Tesoro, casa mia è anche casa tua, e la mia famiglia sarà felice di averti insieme a loro. Sei una delle persone più importanti della mia vita."
Lo guardo commossa. Ha un cuore enorme. Solo per me. E io non potrei desiderare persona migliore. Lo abbraccio e lui ricambia forte.
"Sarebbe fantastico. Grazie." sussurro. Premo il viso sul suo petto per cacciare via le lacrime. Sto bene solo con lui.

[...]

Buenos Aires. Pochi giorni prima di Natale. Aspettiamo il nostro volo verso la capitale argentina con un percepibile entusiasmo. La fine del tour è arrivata. Tra due giorni ci sarà l'ultimo concerto di questo lungo tour mondiale, di cui io ho avuto l'onore di partecipare. Ho girato il mondo, ho visto cose che probabilmente non avrei mai visto, se non avessi accettato questo lavoro. Scontato dire che mi mancherà ogni singola sfaccettatura di questa vita, che ho sperato che questo momento non arrivasse mai. Ho provato ad immaginare una vita senza di loro, ma non ci sono riuscita: Piero, Ignazio e Gianluca sono una parte indelebile della mia vita, di cui sentirò sempre la mancanza. Ci sono tutti, questa volta. Tutte le famiglie, da quella di Piero fino a tutti i loro amici più intimi.
Dopodomani sarà anche il giorno dei saluti e degli addii, un po' per tutti. L'equipe della produzione del film finirà ufficialmente le riprese, e Melissa riprenderà la sua strada. Un po' come me, ma nessuno si aspetta un mio addio. Mantengo la testa appoggiata sulla spalla di Gianluca, mentre lui mi abbraccia. Attendiamo al gate l'inizio dell'imbarco, e il sonno si fa sentire. Vedo sua madre, Eleonora, seduta di fronte a noi, che ogni tanto ci lancia qualche occhiata compiaciuta, e la cosa mi mette un po' in soggezione. La sua intera famiglia non fa altro che farci complimenti, farmi complimenti, compiacendosi dell'idea che si sono potuti fare di me: una ragazza semplice, con la testa sulle spalle e responsabile, che con amore si prende cura del cantante di casa. Non che la cosa non mi dispiaccia, ma essere considerata così perfetta anche da loro non è proprio il massimo.
Può suonare assurdo, ma il loro possibile disprezzo nei miei confronti avrebbe semplificato il mio addio, così Gianluca forse mi avrebbe anche dimenticata più in fretta.
Perché sì, dimenticarsi di me sarebbe la cosa migliore per lui.

Photograph || Il Volo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora