"Cooper, ti sto dicendo che ho delle foto in cui si bacia con una tipa! È materiale valido!" urlo snervata al telefono, per l'ennesima volta.
"E va bene, le vedrò. Come ci organizziamo?"
"Non lo so, dimmelo tu, qui da Firenze non ci si muove fino a domani, quando andremo tre giorni a Bologna per le registrazioni e il concerto."
"Va bene, ci vediamo domani a Bologna." chiude la chiamata, non aggiungendo altro.
Metto il cellulare in tasca e cerco di staccare un po', concentrandomi sulla vista della finestra di camera mia, che si affaccia su una delle principali vie fiorentine.
Nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo che qualcuno bussa alla mia porta.
"Ciao." è Gianluca, che abbozza un sorriso.
"Ehi." rispondo semplicemente, ricambio il sorriso.
"Posso entrare?"
"Accomodati." gli spalanco la porta, facendolo entrare nella stanza.
La chiudo alle mie spalle e lo trovo seduto ai piedi del mio letto, con un'espressione persa.
"Allora, dimmi, qual buon vento ti porta qui in camera mia?" sorrido, per smorzare il momento.
"Mi serviva qualcuno con cui sfogarmi." confessa con un filo di voce e lo sguardo basso, un po' imbarazzato.
"Bene, allora fallo. Sono tutta orecchie." mi siedo sulla scrivania, di fronte a lui.
"Ecco, vedi... C'è una ragazza che mi piace davvero, è diversa dalle altre, e credo di provare qualcosa per lei..."
Poco mi ci vuole per capire che si riferisca alla ragazza della scorsa notte.
"Ah, ma è fantastico!" esclamo, fingendo entusiasmo.
Alza lo sguardo verso di me e sorride. "Sì, è davvero fantastico." ride appena, imbarazzato. "Però ci conosciamo da poco e... sì, insomma, potrà sembrarti assurdo, ma davvero non so come comportarmi."
Ma se ieri sera la baciavi appassionatamente e forse te la sei pure portata a letto, penso, ma forse è meglio che questo me lo tenga per me.
"Beh, penso che la soluzione sia parlargliene. Fai parlare il cuore al posto tuo, non potrai sbagliare. Poi vabeh, sai come va la vita: se reagisce positivamente, è bene, sennò pazienza. La vita è fatta così, Gian. Non so se questa ragazza è giusta per te, però c'è qualcuno là fuori ad aspettarti. Tutti siamo aspettati da qualcuno." sorrido amareggiata.
Mi sorride e si alza di scatto, avvicinandosi pericolosamente a me.
Ginoble, che fai? Sei troppo vicino, penso, e il cuore inizia a battermi forte.
I nostri visi sono uno di fronte all'altro, a pochi centimetri di distanza. Lui mi fissa negli occhi, e io non ho il coraggio nemmeno di scostarmi. Il verde dei suoi occhi si mescola alla perfezione ad un accenno di marrone, creando sfumature meravigliose. Non so cosa mi prende, sono in tilt.
Mostra il suo tenero sorriso, mentre mi accarezza il dorso della mano.
"Grazie." sussurra.
"Sei davvero un'amica." confessa, abbracciandomi affettuosamente. Ricambio l'abbraccio, tirando un sospiro di sollievo dopo aver compreso le sue reali intenzioni del momento. Eppure, una parte di me è come se fosse delusa. Delusa?
"Anche tu troverai la persona giusta, Emma. Una persona meravigliosa, che ti amerà più di se stesso. Perché te lo meriti, te lo meriti davvero."
Ed è qui che, per la prima volta nel mio lavoro, vengo a conoscenza di un qualcosa chiamato senso di colpa.
Sto giocando con i sentimenti di una persona per del denaro. Una persona che a me ci tiene al tal punto da confidarsi, chiamarmi amica e dirmi una cosa così bella, che mai nessuno mi ha mai detto prima d'ora. Ho sempre mantenuto una certa freddezza nel rapportarmi con le mie "vittime", ma questa volta è estremamente difficile, forse perché in questo caso sto dando me stessa al cento per cento, dedicandomi esclusivamente a questo ventiquattro ore su ventiquattro e instaurando inevitabilmente anche un coinvolgimento emotivo.
"Spero questo sia per noi l'inizio di una bellissima amicizia..."
No Gian, non lo sarà mai. Non fin quando continuerò a mentirti sul mio nome, il mio lavoro e Torino che nemmeno l'ho mai vista in vita mia.
Ma devo tenere a bada i sentimenti, come ho sempre fatto.
Spero che Cooper accetti quelle foto e mi faccia terminare così la missione, perché sto facendo del male a tutti, a me compresa.[...]
Aspetto con il massimo della disinvoltura il mio collega in un bar in nel quartiere periferico della Bolognina, dall'altra parte della città romagnola rispetto all'albergo dove alloggio assieme ai ragazzi e tutto il team, in pieno centro e a pochi passi da Via d'Azeglio.
I capelli raccolti, i grandi occhiali da sole e l'abito a palloncino color panna mi fanno sembrare una signora di classe ed elegante, niente a che vedere con i miei outfit quotidiani.
Batto nervosamente le dita sul tavolo, controllando freneticamente l'orologio.
"Da quanto tempo, Elisabetta." Cooper compare alle mie spalle, sedendosi di fronte a me. Maglia nera ed occhiali da sole, anche lui al massimo della riservatezza.
"Alla buon ora." rispondo acida, sottolineando il suo evidente ritardo di venti minuti.
"Avanti, mostrami queste benedette foto."
Afferro una grande busta bianca dalla mia borsa, con all'interno una decina di foto della coppia, già stampate a dovere.
Le sfoglia e le osserva una ad una, dipingendosi in viso un'espressione a mio parere più che indecifrabile. Le guarda in silenzio, osserva attentamente ogni singolo dettaglio.
"Il nome di questa ragazza, lo sai?"
Nego con la testa. "È già tanto che l'abbia beccata di profilo, ero anche lontana da loro."
Annuisce comprensivo. "Bene, Elisabetta, devo ammettere che queste foto sono parecchio interessanti."
Un'espressione speranzosa mi compare in viso. "Questo vuol dire che ho finito ed avrò subito i miei soldi?" chiedo, in preda all'entusiasmo.
Si fa scappare una risata per la mia eccessiva reazione.
"Ma certo che no!" esclama, tornando di colpo serio, e distruggendo quella mia minima speranza di poter tornare a New York questa settimana.
"Queste foto non dimostrano un cazzo, va bene? Mi spiace essere così schietto ma, tesoro, secondo te ti pagherei mai con quarantamila bigliettoni per una mezza pomiciata e persino a tratti sfocata?" sogghigna.
"Cosa posso fare di più? Vuoi le foto di quando scopano, per caso?" sbotto.
"Calma, ci servono più prove."
"Ma io che ne so quando e se rivedrà mai quella ragazza? Oggi mi ha confessato di provare qualcosa per lei, ma con il tour sarà difficile beccarli altre volte insieme."
"Indaga, fai di tutto affinché si rivedano, mi sembra che sia questo il tuo lavoro." risponde impassibile.
Sbuffo, mi sembra di parlare ad un muro. "Cosa ci faccio con queste foto?"
"Queste le prendo io." le afferra, per poi richiuderle nella busta.
"La signora Bianchi sarà molto soddisfatta di questi primi scatti." si alza dalla sedia, per andarsene. "Mi raccomando, occhi aperti."
Annuisco ancora innervosita e poco dopo me ne vado anch'io, raggiungendo di nuovo i ragazzi nello studio di registrazione.[...]
"Te l'ho già detto che sei bellissima oggi?" mi ripete per l'ennesima volta Ignazio, e fatico a comprendere il motivo di tutti quegli eccessivi complimenti.
"Almeno cento volte! Comunque, ho bisogno di parlarti dopo. Da soli." specifico a bassa voce, lanciando un'occhiata a Gianluca, preso a registrare la sua parte nella cabina di registrazione.
"Se riguarda Gianluca, dimmi subito, tanto lui non può sentirci."
Prendo fiato. "Okay. Senti... Tu per caso ne sai qualcosa di questa ragazza che gli interessa?"
Mi guarda stupito. "Come fai a sapere di Beatrice?"
"Beatrice? È questo il suo nome? Me ne ha parlato lui ieri mattina, comunque."
"Sì, Beatrice Romano, è una modella. Ha posato e sfilato per Armani, è così che si sono conosciuti: durante una cena di beneficenza, proprio qualche giorno prima che arrivassi tu, se non sbaglio."
"Ah, bene, sono contenta per lui." sorrido falsamente, in realtà non lo sono affatto. Un nodo allo stomaco mi fa provare un senso immane di fastidio.
"Di che parlate voi due?" si avvicina sorridente Piero, mettendosi tra noi due e mettendo le sue braccia attorno alle nostre schiene.
"Le stavo parlando della ragazza che ha fatto perdere la testa al nostro piccolo Gianluco." scherza Ignazio.
"Dai, falle vedere le foto!" lo incita, mentre io li guardo confusi.
"E va bene!" ride, prendendo il cellulare di Gianluca ed iniziando a sfogliare la galleria.
"Ecco, guarda, peggio di un maniaco!" esclama, riferendosi all'ingente numero di fotografie salvate, principalmente di campagne pubblicitarie e qualche autoscatto probabilmente fatto apposta da lei per inviarglielo. Mi sbatte in faccia foto su foto di questa Beatrice, mentre guardo con sospetto il suo volto, che mi sembra alquanto familiare.
"Tutto bene?" mi chiede Piero.
"Sì, è solo che... ha un viso familiare, tutto qui."
"L'avrai vista su una di quelle riviste da femmine, sicuro." mi risponde poco curante Ingazio, e Piero gli dà ragione annuendo.
I miei sospetti aumentano istante dopo istante, e il volto di quella ragazza non esce fuori dalla mia testa. Il mio istinto investigativo mi spinge a non fermarmi, e fare ulteriori ricerche su questa ragazza. Non credo proprio che lascerò stare.

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Photograph || Il Volo
Fiksyen Peminat"[...] E poi, alla fine, sì, mi sono innamorata. Mi sono follemente innamorata di una persona che non avrei mai pensato di poter amare. E sai come l'ho capito? Da quando vidi che in quegli occhi verdi ci ritrovavo me stessa. In quegli occhi ho ritro...