Lo guardo. Lui non fa lo stesso. Il suo sguardo teme di incrociarsi con il mio.
"Gian, voglio solo sapere la verità."
"Emma, te lo giuro, è stata lei. Ma io l'ho respinta subito, perché io amo te!" questa volta mi guarda, e mi afferra le mani. "Mi credi?"
Questa volta ci guardiamo negli occhi, a pochi centimetri di distanza. Occhi contro occhi.
"Sì, ti credo." e gli credo davvero. "Ma promettimi di non nascondermi più nulla, nemmeno queste cose, per favore."
Lui mi sorride, mi stringe tra le sue braccia e mi accarezza il capo, mentre io mi faccio cullare appoggiata al suo petto, respirando il suo profumo.
"Scusami." sussurra.
La mia mente funge da macchina fotografica, cercando di memorizzare e custodire il più possibile quegli istanti, per essere certa di non dimenticarmene mai.
"Chi te l'ha detta questa cosa?" mi chiede, interrompendo quel momento di silenzio.
Sospiro, non vedo perché non dovrei dirglielo. "Melissa."
"Melissa?" chiede sconvolto. "Che ruffiana, non pensavo fosse da lei fare cose del genere."
"E invece l'ha fatto, e ha fatto anche bene!" lo canzono, e per la prima volta mi ritrovo io a difendere lei.
Sbuffa seccato."E va bene. Mai più segreti?"
Ed ecco che mi sento una totale idiota. Ma sorrido. "Mai più segreti."[...]
"Due settimane?"
"Proprio così." conferma Cooper all'altro capo del telefono. "La signora Bianchi ci tiene a pubblicare tutto per il primo numero di Gennaio. Spero di averti dato una notizia lieta."
"Ehm... Sì, certo, ovviamente."
"Entro il venti dicembre tornerai ad essere Elisabetta Neri."
Probabilmente mentirei a me stessa se dicessi che nemmeno una minima parte di me vorrebbe tornare alla vecchia vita, a tornare ad essere semplicemente Elisabetta Neri, ciò che sono sempre stata e ciò da cui dovrò ripartire.
"Cooper, no." controbatto. "Il tour termina il ventitré. Tornano a casa alla vigilia di Natale. Potrei rimanere con loro fino a quel giorno? Sai, per..."
Sbuffa, ci pensa su. "Va bene. Tre giorni in più, ma non oltre. Per Natale Emma Alto non deve esistere più."[...]
"Posso?" una Melissa ancora un po' mortificata compare davanti alla mia porta.
"Ehi! Entra pure." le sorrido, facendola accomodare.
"Ciao... disturbo?"
"Figurati, Gianluca nemmeno c'è." rispondo, tornando a sedermi sul letto.
"Ciao Vane!" la saluta, non appena si accorge della sua presenza, e lei ricambia. "Eravate impegnate?"
"Se metterci lo smalto può considerarsi un impegno..." ironizza Meg, mentre finisce di dare un'ultima passata di smalto scuro sulle unghie.
Si accomoda distante da noi, come a non volerci disturbare. Si sta zitta, poi prende parola. "Emma, mi dispiace per prima, io non..."
"Mel, davvero, basta. È un caso chiuso, io e Gian abbiamo chiarito. Non sentirti in colpa, non c'entri nulla tu." le accarezzo il braccio e le sorrido per rassicurarla.
"Grazie." mi sorride timidamente. "Piuttosto, come vanno i video diari, le riprese, le interviste... il film insomma!"
"Abbastanza bene, ma è un progetto ancora lungo... pensa a quanto sarà emozionante quando troveremo le vostre facce in tutti i cinema italiani." ride.
"Ah, beh, certo, si." fingo una risata, in realtà tutto ciò non mi entusiasma affatto. Mi creerà problemi quando me ne andrò, già lo so. "Sai, ti sto rivalutando. Sei una brava ragazza."
"Già, non sei male, in fondo." ribatte Meg, ma ironizzando la mia affermazione.
"Ah, beh, grazie per la fiducia!" ride lei, ma sta volta io sono onesta. "E mi dispiace per aver mandato quasi a monte la tua relazione con..."
"Oh, basta!" la interrompo sgridandola, lanciandole un cuscino e scatenando le risate di entrambe. "Amiche?"
Sorride, afferrando la mia mano tesa verso di lei. "Amiche."[...]
I giorni passano in fretta, e più viaggiamo, più apprezzo la bellezza di questo continente a me sconosciuta, prima di questo tour. Colombia, Venezuela, Perù: sto scoprendo cose che probabilmente da sola non avrei mai visto. Persone cordiali, paesaggi naturalistici mozzafiato, culture e usanze diverse. Ci svegliamo e ogni giorno o quasi ci ritroviamo in un letto diverso, in una città diversa, in una nazione diversa. Amo viaggiare, ma non ho mai amato particolarmente questo tipo di vita: vedi tanto ma non ti godi niente, alla fine. I ragazzi ci hanno sempre scherzato su, hanno sempre parlato di quanto di una nazione o città conoscessero solo gli aeroporti. Ma, a pensarci bene, è una cosa alquanto triste. E più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto ogni minima sfaccettatura di questa vita mi mancherà. Persino passare metà della mia vita in viaggio mi mancherà. Svegliarsi alle cinque della mattina, oppure non svegliarsi proprio, perché spesso il tempo di addormentarti nemmeno lo hai. Si dorme di meno, si sogna di meno. Un po' mi manca persino sognare. Non che sognassi grandi cose, però anche quello era un modo per scappare dalla realtà che mi circondava. Ma, a distanza di tempo, capisco che in una vita del genere non c'è spazio per i sogni, per il semplice fatto che un sogno lo stai vivendo già. Il sogno è quel palco, il sogno sono quei riflettori puntati su di te, le grida, le lacrime e gli applausi di migliaia di persone che sono lì per te, solo per te.
Ma, quel genere di sogno magari lo lascio a Piero, Ignazio e Gianluca. Per me il sogno sono le battute di Ignazio per rincuorare gli animi, gli abbracci di Piero quando qualcosa non va, i baci di Gianluca e le sue promesse, i suoi 'ti amo' e i suoi mille modi di farsi perdonare, i suoi sguardi e sorrisi, la sua testardaggine e la sua dolcezza, il suo modo di amare me e solo me, come se fossi l'unica al mondo. Sogno sono il Trastevere a Roma, i tramonti infuocati del Salento, il balcone di Giulietta a Verona, i palazzi colorati di Barcellona, i vialoni romantici di Parigi, le stelle luminose di Roseto, il mare cristallino della Sicilia, la Sangría di Madrid e la birra di Monaco di Baviera; lo skyline di New York e le onde gelide del mare californiano. Sogno è la spiaggia di Fortaleza di prima mattina, con il suo vento tiepido e debole che porta aria di mare fino al balcone della nostra stanza. Oggi non piove, ed è possibile godersi di più il panorama. Mi sveglio prima io, come al solito. Mi alzo e Gianluca sostituisce il mio bacino con il mio cuscino. Gli stampo un bacio sulle labbra e lo lascio ancora dormire, ne ha bisogno.
Si respira un clima di pace, un'aria nuova, in questi ultimi tempi. Melissa si sta rivelando anche un'ottima amica. Sicuramente mi mancherà anche lei.
Mi appoggio alla ringhiera del balcone, il mare è a poche centinaia di metri, alla mia sinistra. Chiudo gli occhi e in quella pace mi sento libera da tutto e da tutti.
Il rumore fastidioso della vibrazione del cellulare appoggiato sul tavolino dietro di me suona un paio di volte, creando un fastidioso rumore. Sbarro gli occhi.Un nuovo messaggio.
Note dell'autrice: la storia si fa davvero seria, eh?
Okay, perdonatemi l'orripilante ritardo, ma giuro che mai come questa settimana ho avuto così poca ispirazione. Sarà dovuto dall'effetto degli antibiotici per prevenirmi la broncopolmonite? Ah, già, sì. In questi giorni ho pure rischiato conseguenze tali da finire in ospedale. E ho anche passato il Capodanno da sola a casa con Gigi D'Alessio alla tv, la tosse, il muco e la voce completamente andata. Evviva.
Ora giustamente sto meglio perché le vacanze sono finite e io non ho più scuse per rimandare lo studio della biochimica. Giustamente.
Non voglio rovinarvi la vita con le mie avventure da sfigata, perciò dico solo: buon 2016! (in ritardo) e...
TRA QUINDICI GIORNI C'E' IL CONCERTO AKA IL GIORNO PIU' BELLO DELLA MIA VITA.Basta, la smetto. Ora mi eclisso davvero.
Buona Befana.

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Photograph || Il Volo
Fanfiction"[...] E poi, alla fine, sì, mi sono innamorata. Mi sono follemente innamorata di una persona che non avrei mai pensato di poter amare. E sai come l'ho capito? Da quando vidi che in quegli occhi verdi ci ritrovavo me stessa. In quegli occhi ho ritro...