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12 settembre 2008

Primo giorno di superiori.
Nonostante alcuni miei amici abbiano deciso di smettere di andare a scuola a 16 anni ed andare a lavorare io e la mia migliore amica Giody abbiamo deciso di proseguire e prendere un diploma che ci permetta di andare all'università.
Questa mattina mi sono svegliata un'ora prima per potermi preparare ed essere perfetta. Non voglio dare troppo nell'occhio ma spero di essere notata un po' di più di quanto lo sia stata negli anni precedenti. Giody è sempre stata la più popolare della scuola. Quella che va d'accordo con tutti, é bella e simpatica. Io sono sempre stata considerata "la sua amica carina". Metto una camicia a scacchi con sotto una canotta, dei jeans stretti e un paio di Vans nere. Scendo le scale salutando i miei genitori e mi fiondo fuori dalla porta dove trovo la biondina ad aspettarmi. Aspettiamo l'autobus e durante tutto il tragitto non facciamo altro che parlare di come sarà la nostra nuova scuola. Arriviamo e vediamo fuori dall'edificio un sacco di persone. Senza soffermarci troppo ci avviamo verso la segreteria per ritirare i nostri orari scolastici. Mentre cammino guardo incantata i lunghi corridoi dove ci sono gli armadietti degli studenti e vedo persone che si abbracciano e si salutano dopo la pausa estiva. Sono così distratta che solo nel momento in cui cado a terra mi rendo conto di aver sbattuto contro una colonna di cemento. Il mio viso si tinge di rosso e spero nessuno abbia notato la mia figuraccia colossale. Ma come al solito mi sbaglio perché vedo una grande mano tesa davanti al mio volto. Alzo lo sguardo e rimango senza parole vedendo lo splendido ragazzo che mi sta offrendo aiuto per rialzarmi. I suoi capelli sono castani e gli occhi verdi. É molto altro e muscoloso. Sicuramente fa qualche sport! Ma la cosa che mi colpisce di più è il suo sorriso perfetto. Sento che potrei svenire da un momento all'altro per il batticuore.
"Posso aiutarti o pensi di stare seduta lí tutto il giorno?", dice ridacchiando.
Il mio imbarazzo cresce ancora più e le mie guance si tingono di un rosso ancora più intenso. Alzo la mano tremante e nel momento in cui stringo la sua, milioni di brividi si espandono nel mio corpo.
Una volta in piedi riesco a sussurrare un "grazie" senza mai smettere di guardare l'interessantissimo pavimento.
"Sei stata fortunata che ti abbia vista solo io se no il tuo primo giorno sarebbe stato un inferno!", mi dice ridendo.
Prendo coraggio e punto lo sguardo nei suoi occhi, mentre annuisco con la testa.
"Cloe, non ti ho più vista e sono tornata indietro a cercarti", sento la voce di Giody che mi guarda curiosa mentre io sono ancora di fronte al mio salvatore.
Lo squadra da testa a piedi e poi sfodera il suo sorriso migliore, quello da "Ehi tu, sei proprio figo. Se mi vuoi sono tua". Lui la guarda e le sorride, lasciandola senza parole. Per la prima volta nella mia vita provo un certo tipo di fastidio nel vederla guardare così un ragazzo, il mio salvatore. Lui torna a guardare me.
"Comunque piacere, Stephan", mi dice mentre si sistema i capelli.
"Cloe", rispondo semplicemente mordendomi il labbro per l'agitazione. Per un secondo il suo sguardo si sposta proprio lì, ma lo distoglie subito e si presenta anche a Giody.
"Bene ragazze, ora devo trovarmi con i miei amici", ci dice e sembra stia per andare ma poi rivolgendosi a me continua, "É stato un piacere aiutarti Cloe. Allora ci becchiamo in giro".
E così rimaniamo a guardarlo mentre se ne va verso un gruppo di ragazzi.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora