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17 marzo 2010

Non credo di aver mai pensato di poter nutrire dell'odio nei confronti del genere umano, eppure eccomi qui, con gli occhi scavati, senza forza per alzarmi e già qualche kg in meno. Pazzesco come il fatto di non toccare cibo per giorni possa farti diventare più magra. Allo stesso tempo è la cosa peggiore da fare in assoluto. Ti prosciuga ogni forza, anche quella di piangere. Non ti fa sentire bene o bella, ma sbagliata. Il mio scopo non era perdere peso, ma ogni volta che provo ad ingurgitare qualcosa che non sia liquido, il mio stomaco si contrae a tal punto da farmi sudare freddo e poi non mi resta altro che far fuoriuscire tutto. Voglio smetterla e voglio sorridere, ma da quando Steph mi ha lasciata sembra che niente abbia un senso. Lo so che passerà e lo so che non sono ne la prima ne l'ultima a cui è capitato di essere lasciata, ma per adesso mi concedo di pensare che sia così. Io lo so quanto era, è e sarà forte il mio amore per lui, ma a questo punto mi chiedo se sia mai stato sincero da parte sua. Non ci ha messo poi molto tempo ad abbandonarmi ed io non riesco ad accettarlo. Non posso pensare che la persona per cui darei tutto sia stata capace di lasciarmi così, in un battito di ciglia, senza nemmeno preoccuparsi di come l'avrei presa.
I miei genitori sono preoccupati per me, ma io ormai ho tirato su il mio muro invalicabile. Non voglio parlare o vedere qualcuno. Ho bisogno di stare sola. Mi hanno addirittura tenuta a casa da scuola e questo mi ha aiutato perché non sono stata costretta a vedere gli occhi della persona che amo freddi come l'inverno. Non so come affronterò il momento esatto in cui lo incontrerò, ma so che ne uscirò distrutta.
Il suono delle nocche contro il legno della porta attira la mia attenzione.
"Avanti", sussurro.
Mia madre entra e mi guarda compassionevole, ma poi apre le sue labbra in un sorriso tirato.
"Hai visite", dice.
"Di a Giody che la richiamo", mi limito a dire.
"Non è lei"
Una speranza si riaccende in me e spero con tutta me stessa che due occhi verde prato varchino la soglia di casa mia e mi guardino pieni d'amore.
"Non è nemmeno lui", si affetta a dire mia mamma con occhi tristi.
"Allora non voglio vedere nessuno"
Sospira forte e sta per uscire definitivamente dalla stanza, ma una voce la fa fermare.
"Signora Moore. Mi lasci entrare la prego", Micheal implora mia madre.
"Non credo voglia..."
Non finisce la frase perché lui infila al sua testa nello spazio tra porta e stipite.
"Cloe!", il suo tono è deluso, "fammi entrare da questa cazzo di porta. Parliamo cinque minuti e poi puoi pure cacciarmi a calci in culo"
Volto la testa dall'altro lato per non vederlo e lui riprende a parlare.
"Spiegami cosa cazzo stai combinando. Così gli stai solo dando il contentino. Lui non si è fatto problemi a venire a scuola o alle feste. Perché cazzo tu sei chiusa qui dentro a marcire?"
Le sue parole mi feriscono tremendamente e per poco non scoppio, mi alzo e butto a terra tutto ciò che trovo a mia portata.
"Vattene", dico tra i denti.
"No", risponde piccato.
Mi giro verso di lui e pianto i miei occhi nei suoi. Non ha lo stesso sguardo di mia madre... il suo è determinato e arrabbiato.
"Entra"
Mia madre si illumina e tira un sospiro di sollievo. Lascia passare il moro e poi chiude la porta lasciandoci soli.
Viene a sedersi di fianco a me e mi circonda le spalle con un braccio.
"Adesso ti prepari, non mi interessa ciò che ti metterai, l'importante è che tu sia pronta per vivere la serata più indimenticabile della tua vita"
"Non credo di volerlo Mike", dico piano.
"Non mi interessa. Non ti lascerò qui. Dai su, fatti una doccia perché puzzi. Ti aspetto di sotto"
"Sul serio... non credo sia una buona idea"
"Perfetto. Se vuoi che sia io stesso a buttarti in doccia peggio per te"
Si alza e fa per prendermi in braccio, ma alzo le braccia e lo blocco.
"Okay, vado sola"
"Peccato", fa un sorrisino malizioso.
"Va fuori", lo intimo e mi alzo per prendere il necessario.
Rimango almeno mezz'ora sotto al getto bollente dell'acqua e quando esco mi sento più fresca. Asciugo i lunghi capelli e mi vesto in maniera semplice.
Quando scendo le scale vedo i miei genitori seduti sul divano con il mio amico a bere un thè freddo. Stanno ridendo ed io ho solo voglia di tornare in stanza. Mi costringo a fare gli ultimi scalini e loro si accorgono di me. Mia madre ha quasi gli occhi lucidi e mio padre sorride leggermente.
"Grazie per essere scesa", Mike si avvicina e mi stampa due baci sulle guance.
"Bene... Mel, Daniel con il vostro permesso porto vostra figlia fuori"
"Andate pure", dice mia mamma quasi euforica.
"Non fare tardi", ringrazio papà per questa sua affermazione.
Usciamo dalla porta e vedo due biciclette, tra le quali la mia, parcheggiate sul vialetto.
"La nostra serata sarà alcolica"
Faccio spallucce e monto in sella. Pedaliamo in silenzio fino a casa di un ragazzo del quale non ho mai sentito il nome e poco mi importa. C'è moltissima gente e la musica rimbomba in tutto il vicinato.
Parcheggiamo i nostri mezzi di trasporto vicino a casa, dietro ad alcuni alberi e mi lascio condurre all'intero. Mi sento totalmente apatica, ma quando Micheal mi passa un bicchiere di vodka alla pesca decido di buttarlo giù senza pensarci troppo. Succede anche con i quattro dopo e mi ritrovo tutta sudata al centro del salotto con le braccia al cielo e il corpo del mio amico dietro al mio. Mi lascio andare e ballo, urlo, canto e forse piango. Mi sento leggera, mi sento bene e non mi importa di nulla.
Due braccia muscolose, quelle del ragazzo dagli occhi neri, mi cingono i fianchi e mi invitano a voltarmi nella sua direzione. Ci troviamo faccia a faccia e le sue labbra in meno di un secondo sono incollate alle mie.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora