26.

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Non dico più niente. Non sono necessarie altre parole ed anche lui è consapevole che questa conversazione è ormai finita.
Si alza e faccio lo stesso io. Ci infiliamo entrambi una felpa e la giacca ed usciamo dalla palestra di Llandudno.
"Vuoi andare a casa?", mi chiede.
"Credo di no", accenno un sorriso.
"Vieni da me"
Saliamo sulla sella della moto ed in pochi minuti siamo davanti alla sua casetta. È bifamiliare, ma a quanto ho capito non è imparentato con i vicini. È circondata da un piccolo recinto in legno che è affiancato da una piccola siepe ben curata. L'altra volta non mi sono soffermata sull'ambiente per la foga di andare via e tornare a casa.
Camminiamo lungo un vialetto lungo un paio di metri, fino ad arrivare ad una porta bianca. Quando entriamo noto subito le scale di fronte a me che portano al piano di sopra dove c'era la stanza in cui ho dormito ed il bagno, mentre sotto c'è un soggiorno piccolo, ma accogliente, con un divano nero in pelle e dei mobili in legno scuro. La cucina é molto bella sulle tonalità del marrone con un bancone in marmo.
"Mangiamo qualcosa", lo vedo prendere delle padelle  e tirare fuori qualcosa dal frigo.
"Posso aiutarti?"
"Se ti va", fa spallucce.
"Certo", mi rimbocco le maniche.
"Ho del petto di pollo e delle zucchine, se ti va puoi preparare dell'insalata",  detto ciò ci mettiamo entrambi all'opera e non mi sento per nulla a disagio. Mi piace l'atmosfera che si è creata tra di noi. Io ci metto veramente poco e poi mi faccio spiegare dove sono le cose per preparare la tavola e ripongo tutto in modo accurato sul bancone. Lui stappa una bottiglia di vino e serve il cibo.
"Ti piace il vino rosso?"
"Veramente non bevo..."
"Posso sapere perché?"
"Lasciamo stare"
"Va bene, allora ecco a te", mi versa un po' d'acqua nel bicchiere.
Lui serve il cibo e mangiamo scambiando qualche parola ogni tanto, ma per lo più in silenzio. Dopo una discussione riesco ad ottenere il permesso di sistemare la cucina, mentre lui va in un mobile vicino alla tv e si mette a cercare qualcosa.
"Ho pensato di guardare un film"
Mi fa piacere che nonostante tutto a lui non dispiaccia stare in mia compagnia e che non voglia che torni subito a casa.
"Basta che non sia d'amore", alzo le mani.
"No, the wolf of wallstreet credo non sia molto romantico, tutt'altro"
Ci sediamo sul divano e mi lancia una coperta in pile che diventa ufficialmente la mia cosa preferita in questa casa. Me la giro attorno come fa un bruco col suo bozzolo e vedo Nicholas trattenere una risata.
"Che c'é?", gli chiedo.
"Sei sicura di non morire di caldo?"
"No e poi ho ancora i brividi per essere venuta in moto dopo aver sudato"
"Perché cazzo non mi é venuto in mente! Il film può aspettare, vieni con me!"
Lo seguo a passi piccoli ancora stretta nel morbido tessuto. Salgo le scale facendo dei salatini e per poco non cado come un salame.
"Qui c'é tutto l'occorrente per lavarti, adesso ti prendo un accappatoio e dei miei vestiti"
"Ok, frena!", lo interrompo, "non ho nessuna intenzione di lavarmi qui"
"Per favore, Cloe. Se te la fai ti concedo un bonus per scegliere tu la prossima  destinazione, quando vorrai"
Ci rifletto su e penso al vantaggio che potrei trarne ed alla fine accetto. So esattamente quando avrò bisogno di un sostegno e nonostante il pensiero di condividere una cosa tanto intima mi spaventi un poco, l'idea di affrontarlo ancora una volta da sola mi mette più paura. Questo strano ragazzo é inevitabilmente presente nella mia vita e la sua presenza mi fa sentire quasi bene. Metabolizzo questo pensiero sotto al getto caldo della grande doccia. Mi passo sul corpo quel bagnoschiuma che tanto sa di lui ed ha un effetto calmante su di me. Quando esco tampono i capelli e mi metto i suoi vestiti, che sono posti ordinatamente su un mobile. Lego la mia chioma in una chignon  scomposto e scendo al piano di sotto, appropriandomi nuovamente della coperta.
"Eccomi", dico una volta tornata nel salotto. É vuoto e lui non è presente, ma in un attimo spunta fuori con addosso dei pantaloncini corti grigi, una maglia a maniche corte bianca ed i capelli umidi che gli ricadono sulla fronte. Con un gesto deciso della mano li sposta indietro e mi guarda con quei grandi occhi. Percorre con lo sguardo tutto il mio corpo e sembra che in lui sia in corso un dibattito interiore.
"Ho un bagno anche qui sotto, solo un po' più piccolo", dice infine.
"Potevo usarlo io", rispondo timidamente.
Ci sediamo sul divano piuttosto vicini e il mio stomaco si comporta esattamente come se fossi sulle montagne russe. Fa partire il film e spegne la luce.
"La tua coinquilina?"
"Dorme da un ragazzo sta sera"
"Ottimo!"
La nostra conversazione finisce così e veniamo totalmente catturati dallo schermo. Come mio solito, quando mi sento nervosa, comincio a mordicchiarmi il pollice e mi conocentro molto più sul pensiero di avere un ragazzo al mio fianco che sul film. Con la coda dell'occhio seguo ogni suo movimento e mi trovo agitata nel momento in cui noto che mi sta guardando. Mi dico di stare calma e poi lentamente mi volto anche io verso di lui. Quando viene colto in flagrante non si gira di scatto verso la tv facendo finta di niente, ma continua a guardarmi.
"Sei distratta", sussurra.
"Anche tu", uso lo stesso tono basso.
"Tutto bene?"
"Certo, sono solo stanca", è una mezza verità.
"Vieni qui", mi tira verso di lui fino a che la mia testa non si appoggia sul suo petto caldo ed il mio cuore non risponde ai comandi. Calma, devo stare calma.
Mi accarezza i capelli con una mano e mi concedo una tregua da tutti i casini. Perché lì, in quell'esatto punto, mi sento stranamente bene.
"Dormi principessa", sussurra dolcemente, lasciandomi un bacio tra i capelli.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora