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15 ottobre 2008

Sono passati esattamente cinque giorni dall'ultima volta in cui ho parlato con Giody. A scuola sembra di giocare a prato fiorito, meglio stare attenti a dove si va o si rischia di incappare in qualche mina.
"Cloe, frena", mi dice Micheal fermandomi, mentre attraverso i corridoi della scuola.
"Ehi Mike, dimmi"
"Come stai?"
"Bene e tu?"
"Non é vero che stai bene, piccola. Guarda che occhiaie hai sotto gli occhi e poi lo vedo che tu e la tua amica non vi parlate più"
"Giá"
"Se hai bisogno di parlare sai dove trovarmi, capito?"
"Grazie mille, sei un amico fantastico", gli dico prima di lasciargli un bacio sulla guancia e andare a matematica.
I miei pensieri invece che essere indirizzati ai problemi che stiamo svolgendo, sono completamente indirizzati  a Stephan  e mi chiedo quando finalmente lo rivedrò. Scarabocchio il suo nome più  e più volte.
"Signorina Moore, vuole dirci di cosa stiamo parlando?"
Tutta la classe si volta verso me ed io sprofondo nella mia sedia mortificata.
"Mi dispiace, non stavo ascoltando", dico con un fil di voce.
"Per questa volta passi, ma la prossima non sarò così clemente se lo ricordi"
Sento alcune persone ridacchiare e sono certa che tra queste ci sia anche quella che consideravo la mia migliore amica. Vorrei crollare, ma invece mi sforzo di seguire e non le do modo di continuare  a fare la stronza.
Quando la campanella suona tiro un sospiro di sollievo al pensiero che manchi solo un'ultima lezione e poi potrò finalmente andare a casa a coccolare Harold. Lui si che mi è fedele.

Da: Stephan
Troviamoci a fine lezioni fuori dalla scuola

Solo a leggerlo vado su di giri. Vorrei mettermi a saltellare dalla gioia e baciare ogni cosa che vedo intorno a me.
La lezione di arte scorre così veloce che non ho nemmeno il tempo di prepararmi psicologicamente.
Esco in fretta e furia dalla classe, ma solo dopo alcuni compagni per evitare di sembrare una bambina troppo eccitata. Quando finalmente lo vedo, qualcosa esplode dentro di me. Man mano che mi avvicino l'agitazione é sempre maggiore.
"Ciao Cloe"
"Stephan"
"Vieni con me", dice e lo seguo oltre il cancello della scuola, poi fino ad un parco vicino ad una chiesa. Rimango imbabolata quando vedo un albero a forma di cuore e mi pizzico il braccio per assicurarmi di non essermelo immaginato. Ci sediamo proprio ai suoi piedi.
"Ti starai chiedendo perché siamo qua..."
"Esattamente"
"Bé ecco vedi... avevo voglia di vederti"
"Anche io", dico senza collegare il cervello alla bocca.
"Sul serio?", gli brillano gli occhi.
"Certo Steph"
"Steph?"
"Oh scusa... non so come mi sia venuto! Mi dispiace, tanto!"
"No, mi piace"
Porto le mani alle guance e le copro il più possibile.
"C'è un problema però"
Ovviamente. Lo esorto con lo sguardo a continuare il suo discorso.
"Credo di piacere alla tua amica. Mi sta sempre addosso. Non ce la faccio più", posso notare la sincerità nei suoi occhi.
"E lei non ti piace proprio?"
"No Cloe... come cavolo fai a non capirlo?"
"Scusa... oddio mi sento davvero stupida"
"Mi piaci tu, tantissimo"
Dentro la mia testa parte "we are the champions" accompagnata da veri e propri cori da stadio. Se chiudo gli occhi posso vedere anche le persone farle la ola.
"Di qualcosa..."
Mi rendo conto di sembrare una pazza psicopatica.
"Anzi non dire nulla. Ti sto spaventando lo so. Fai bene, sai? Quale ragazza sana di mente potrebbe andare dietro a un completo coglione che si dichiara così. Hai perfettamente ragione, Cloe. Se fossi al tuo posto mi riufiterei da solo"
"Posso parlare io?", gli chiedo sorridendo.
"Sì, scusa. Hai ragione, non ti ho nemmeno lasciata  parlare è che sono veramente in ansia e solitamente..."
"Stephan anche tu mi piaci, dico sul serio", lo blocco.
Si sporge verso di me e mi mette le mani attorno al busto, prima di tirarmi a terra incollata a lui.
"Sei sincera?", mi chiede.
"Mai stata così sincera in vita mia"
"Vorrei baciarti in questo momento"
"Allora fallo", sussurro sulle sue labbra. In meno di un secondo sono incollate alle mie e potrei descrivere tutto ciò come pura magia. Ho i fuochi d'artificio in pancia. Le nostre lingue danzano un valzer passionale, mentre le nostre mani passano freneticamente dal collo ai capelli senza mai fermarsi. Quando ci stacchiamo i nostri occhi si cercano e si trovano subito. Guardo me, riflessa nei suoi e ne rimango incantata. Sono raggiante. Mi sento così felice.
"Sei davvero bella", mi dice dolcemente ed io gli poso un altro piccolo bacio.
Il mio primo vero bacio. Sento che dentro di me é iniziata una cascata di sentimenti che non accenna a fermarsi.
Non importa più niente, in questo momento ci siamo solo io e lui. Tutto il resto non conta.
"Non posso crederci", penso ad alta voce.
"Cosa?"
"Sei tu che sei sciocco a non esserti accorto che mi piaci da un po'"
"Un po' quanto?"
"Non si dice", gli faccio la linguaccia.
"Prima o poi ti costringeró a dirmelo, che sia a suon di baci o di solletico"
"Non cederò", dico sicura di me.
"Vedremo"
Il tempo con lui passa così in fretta che non mi rendo conto delle cinque chiamate perse di mia mamma che sicuramente si starà chiedendo dove sono finita. Impreco sottovoce e la richiamo.
"Signorina, dove sei? Sappi che sono molto arrabbiata", urla isterica.
"Sono con Stephan, tra poco arrivo"
"Con Stephan?", la sua voce improvvisamente è dolce come il miele.
"Sì"
"Signora, la accompagno io a casa non si preoccupi", dice il ragazzo ad alta voce.
"Ma che dolce", mia mamma.
Riattacco e mi riaccoccolo tra le sue braccia. Ciò che sento é così bello che quasi mi spaventa.
"Forza, andiamo. Non voglio bruciarmi in partenza con tua mamma"
"Va bene", dico tristemente, ma anche sollevata dal fatto che gli importi il parere dei miei genitori.
Mi prende la mano e la lega alla sua. Posso definirmi la sua ragazza? Poi però mi dico mentalmente di non cominciare  a pormi domande e di godermi giorno per giorno ciò che verrà.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora