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10 maggio 2015

Mi do una sistemata allo specchio prima di uscire dallo spogliatoio a fine turno. Mi piace notare che stranamente non ci sono le solite profonde occhiaie nere ad adornare i miei occhi color pece. Sicuramente lo devo alle miracolose ore di sonno e alle braccia forti di Nicholas che mi hanno tenuta ancorata alla realtà.
"A domani!", saluto sorridente Marie che è seduta su uno degli sgabelli al bancone a fare conti.
"Il tuo bello è fuori che aspetta", dice con un tono divertito, ma senza guardarmi in faccia.
"Non dico nulla solo perché sei il mio capo", ridacchio e do una spinta alla porta, lasciandomi travolgere dalla dolce brezza di maggio.
"Ciao principessa", mi saluta il bel tenebroso, tirandomi contro il suo petto e lasciando un leggero bacio sulla mia testa.
"Ciao anche a te, Signore delle tenebre"
Rimaniamo così per una manciata di minuti, entrambi incapaci di staccarci l'uno dall'altra.
"Farai tardi all'appuntamento con tua mamma", dice al mio orecchio e a malincuore torno in posizione eretta, a pochi centimetri di distanza dal suo corpo. Infiliamo i caschi e partiamo verso Abergele.
Arrivati davanti al caffè non noto la figura di mia madre, perciò mi accendo una sigaretta e lo stesso fa Nicholas.
Ci guardiamo, ma rimaniamo in un silenzio confortevole. Allunga un dito macchiato dall'inchiostro e tocca la punta del mio naso molto delicatamente.
"Mi fa impazzire il tuo naso", afferma e scoppio a ridere così forte che mi duole l'addome.
"Non c'é un cazzo da ridere, principessa. Sei così bella che rischio di impazzire", io invece rischio di strozzarmi con la mia stessa saliva. Le mie guance diventano infuocate e il mio cuore fa una capriola.
"Anche tu lo sei", la sincerità che legge nei miei occhi è tale da avvicinarsi ancora un po' e prendere il mio viso tra le sue mani grandi.
"Vuoi che ti baci, Cloe?", chiede.
La ragione comincia a dirmi che non è una buona idea baciarsi ora, qui, in pubblico, ma ho smesso di ascoltarla tanto tempo fa. Per questo mi faccio coraggio e sto per annuire, ma una voce mi riporta alla realtà.
"Tesoro", mia mamma.
Merda. Merda. Merda. Sto per andare in iperventilazione, ma il bianchissimo sorriso del ragazzo di fronte a me funge da calmante. Si gira in un nanosecondo e tende una mano verso la donna che mi ha generato.
"Buongiorno Signora Moore, io sono Nicholas"
"Mel", risponde basita, con un espressione di puro stupore dipinta in volto. Credo sia il riflesso del mio, solo meno imbarazzato dalla situazione.
"Vi lascio alle vostre chiacchere allora", dice il tatuato.
"Se vuoi fermarti a bere qualcosa con noi...?", propone mia mamma, ma la vedo titubante perché guarda subito me con la paura di aver fatto un passo sbagliato nei miei confronti. Le sorrido lievemente e la vedo rilassarsi.
"Mi piacerebbe molto, ma purtroppo ho delle commissioni da sbrigare. Tengo buono l'invito per la prossima volta", risponde lui cordialmente.
"Va bene", dico io questa volta e sono sincera perché stranamente la cosa non mi turba.
"Se sei troppo stanca per guidare fino a casa passo a prenderti io, basta che mi chiami", si rivolge a me e il cuore mi si gonfia per le sue premure, "a dopo allora e alla prossima Signora Moore"
Quando la sua moto riparte lungo le stradine della piccola cittadina, do tutta la mia attenzione alla donna che ho di fianco.
"Beviamo qualcosa allora", non riesce a mantenere un tono neutro e posso benissimo percepire il suo buon umore.
Ci intratteniamo in chiacchere per più di un'ora. Mi racconta di papà e della sua nuova passione. A quanto pare ha scoperto di avere il pollice verde e quindi si dedica al giardinaggio più tempo di quanto mia mamma credesse possibile. Ha montato una piccola serra nel giardino e sono rimasta incuriosita dal fatto che dentro ha piantato specie di piante che normalmente non crescono qui in Galles, ma che mi piacerebbe molto vedere. Dopo questo, l'argomento é diventato leggermente più ostico perché, dopo avermi resa partecipe della notizia che sta arrivando sua sorella dalla Francia per qualche settimana, mi ha invitata ad un pranzo di famiglia. Non ho declinato l'invito, ma ho promesso che ci penserò e per una volta lo farò davvero.
"Puoi anche venire con qualcuno, se ti va", procede con cautela.
"Non saprei... ultimamente sono un po' tesi i rapporti con Giody", rispondo.
"Bè... ecco...", improvvisamente comincia a torturarsi le mani, "pensavo che magari potresti venire con..."
"Mamma, avanti, parla chiaro", so già cosa vuole dire, ma voglio che trovi il coraggio per farlo, senza che sia io ad anticiparla o senza che abbia paura di rompermi dicendo la cosa sbagliata.
"Con quel Nicholas", sputa fuori finalmente. Si agita un po' sulla sedia attendendo una risposta brusca da parte mia, che non arriverà.
"Penserò anche a questo"
"Davvero?", chiede stupita.
"Davvero"
"È un bellissimo ragazzo"
Lo sapevo che lo avrebbe detto. Sono anche certa che oltre a mamma possa piacere anche a papà. A loro non frega nulla dei piercing o dei tatuaggi. Mi hanno sempre insegnato, fin da piccola, che diverso è sinonimo di bello ed ora come ora è un pensiero che condivido ancora più.
"Non è male", mento spudoratamente. Ha palesemente ragione lei, ma non voglio ammetterlo.
"Allora io vado", faccio per salutarla, ma mi blocca.
"Non vorrei essere troppo invadente Cloe, ma prima mentre parlavate non ho capito la storia della macchina"
"Tranquilla. Si è allagato il bagno", ometto il fatto che la colpa sia mia, "quindi stanno facendo dei lavori riparatori. Nel frattempo Nicholas mi ha offerto ospitalità a casa sua ed ho accettato"
"Anche Giody è lì?"
"No", rispondo così secca che me ne dispiaccio quando noto la faccia della mia interlocutrice.
"Scusa mamma, non volevo essere brusca, ma le cose tra me e lei ultimamente sono un po' complicate"
Vedo i suoi occhi lucidi, probabilmente per il mio leggero cambiamento in positivo, ma faccio finta di niente e la saluto con la mano prima di avviarmi  verso casa ed andare a prendere l'auto.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora