4 aprile 2015
"Sta sera esco con Lucas e i suoi amici", grida Giody dalla sua stanza.
"Divertiti"
"Proprio non vuoi venire?"
"No grazie! Sarò distrutta dopo il lavoro me lo sento"
"Come vuoi. Se cambi idea li vedo qui ad Abergele in una discoteca nuova che ha aperto uno dei suoi amici"
"Ti farò sapere, non aspettarmi in ogni caso"
Sappiamo entrambe che non andrò. La saluto e dopo aver preso la macchina vado a lavoro.
Quando arrivo Marie è intenta a parlare al telefono con dei fornitori, mentre Yolanda sta finendo di sistemare i menù e i tovaglioli sui vari tavoli.
"Buongiorno", dico atona.
"Cloe", mi dice la cameriera, mentre la proprietaria si limita a farmi un cenno con la testa. Mi tolgo la giacca e infilo il mio grembiule, prima di prendere posto dietro al bancone. Controllo che tutto sia rigorosamente in ordine, vista la mia assenza, ma vedo che i miei colleghi conoscono talmente bene le mie abitudini che hanno rimesso a posto tutto come piace a me.
La porta si apre ed entra un signore in giacca e cravatta intento a telefonare. Mima con le labbra di preparare un cappuccino ed una brioche al cioccolato. In quel momento esce Matt dalla cucina con una teglia di cornetti fumanti e ne prendo subito uno. Preparo il cappuccino e poi lo appoggio davanti al signore.
" Sì Malcom, spero che il ragazzo accetti... sarebbe un ottimo investimento... no, non ci siamo mai visti di persona... sicuramente ha fiuto per aver trasformato quella topaia in una discoteca... arriva da Los Angeles... i giovani del posto impazziranno e potremo dire addio all' elysee"
Sicuramente parla del locale dove andrà Giody sta sera. Ha ragione, sarà un duro colpo per l'elysee, l'unica discoteca, orrenda per altro, in zona. Ci sono stata lí una sera ed è stata un vero schifo. Ero piccola sì, ma io e lui uscivamo insieme da un mese ormai. Penso di aver odiato quella serata con tutta me stessa.
Dopo aver pagato, l'uomo si alza e se ne va. Inizia da quel momento un via vai di persone allucinante. Ma la gente non lavora? Mi chiedo troppe volte. Poi mi ricordo che non sono affari miei e grazie a questa gente io ho un lavoro ed un cospicuo stipendio.
In un momento di calma mi trovo a riflettere su cosa avrei voluto fare nella vita prima di quello che é successo e non mi viene in mente nulla. Vuoto più totale. Rimango per la prima volta stupita da questo particolare. Mi spremo le meningi, ma niente. Cavolo, é una cosa davvero orribile. Non ho passioni... penso che in fin dei conti mi troverò a lavorare qui tutta la vita. Il pensiero non mi disturba, ma in egual modo mi fa sentire totalmente sbagliata.
Alzo il volume della radio perché stanno trasmettendo una canzone che stranamente mi piace, love me like you do, di Ellie Goulding. Credo sia la colonna sonora di un film uscito quest'anno, di cui però non ricordo il titolo. Mentre la ascolto penso a lui, ma stranamente anche a ieri. Penso a me su quella moto, con il vento contro, coperta solo dal corpo massiccio di Nicholas. Mi scappa un sorriso che proprio non vuole saperne di rimanere nascosto tra le labbra. Canticchio pure visto che non ci sono nemmeno clienti.
Mi spavento quando la mano di Marie si posa sulla mia spalla. Porto la mia al petto e cerco di far tornare i battiti regolari.
"Oddio...", respiro affannosamente.
"Non volevo spaventarti", dice ridendo.
"Fa niente"
"Sai Cloe, mi piaci in questa versione"
"Che versione?", chiedo confusa.
Non risponde alla mia domanda e mi lascia lì ad arrovellarmi. Continuo a sistemare ed ogni tanto la vedo guardarmi e sorridermi. Se io sono strana, quella donna lo é di più.
L'ora di pranzo si sta avvicinando e trovo il tempo per fumare una sigaretta. Porto con me il telefono e noto due messaggi.Da: papà
Sta sera passo per una birra, figliaDa: Nicholas
Che fai sta sera?A: Nicholas
Bevo una birra con mio papàDa: Nicholas
Peccato! Domani sera ritieniti occupata. Con me.A: Nicholas
E se non volessi?Oggi mi sento più audace.
Da: Nicholas
Ti rapisco. Per tua sfortuna so dove abiti. Quindi se non vuoi che venga a portarti via dalla torre del tuo castello di peso, ti consiglio di collaborareA: Nicholas
Chi sei tu? La matrigna cattiva?Da: Nicholas
Peggio.
Il diavolo in persona. Un giorno mi venderai la tua anima, ne sono più che certoNonostante il suo sia palesemente uno scherzo, non riesco a non pensare che potrebbe esserci una remota possibilità che ciò accada veramente.
Rientro dentro e con l'arrivare della clientela, arrivano anche gli ordini. Sono così presa che non mi accorgo subito della presenza di un ragazzo al lato del bancone. Senza nemmeno guardarlo gli dico che arrivo subito, mentre continuo a preparare le bevande da servire ai tavoli. Yolanda prontamente prende i vassoi e serve tutto, riportandomeli nel minor tempo possibile. Ho ancora due birre, tre coca-cola e quattro caffé da preparare e poi potrò servire il ragazzo. Se dovesse andarsene prima lo capirei, ma purtroppo mi é stato insegnato che i clienti al tavolo hanno sempre la precedenza, quindi non posso fare altrimenti. Posso solo sbrigarmi. In tempi record riesco a fare tutto e quando riesco a prendere un bel respiro mi giro verso il cliente, che è quasi totalmente di spalle, con la faccia rivolta verso il muro. È sicuramente un ragazzo giovane visto l'abbigliamento.
"Cosa posso portarti?", dico in modo cordiale.
Lui sembra destarsi dai suoi pensieri dopo aver sentito la mia voce. Si schiarisce la gola prima di parlare e posso notare le sue spalle tese.
"Vorrei un macchiato. Grazie Cloe"
Potrei riconoscere la sua voce lontano un miglio, anche nel luogo più affollato del mondo, in mezzo a milioni di persone.
Il sangue mi si ghiaccia nelle vene e subito sento il gelo intorno a me. Flashback dell'ultima volta che l'ho visto mi tornano alla mente.
"C-che diavolo f-fai qui Micheal?", la mia voce trema.
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NON HO PIÙ PAURA.
RomancePer Cloe la vita è cambiata da ormai cinque lunghi anni. Non è mai riuscita a superare la perdita della persona che amava e vive come se la vita fosse stata tolta anche a lei. La paura di perdere tutto la porta a isolarsi da quasi tutte le persone c...