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12 aprile 2015

"Infila questi, principessa", Nicholas mi porge un paio di guantoni da boxe neri, nuovi di zecca.
"Li hai comprati tu?"
"Se ci tieni a ridarmi i soldi facciamo dopo, adesso muovi quel culetto e vieni qua"
Mi lega delicatamente delle fasce intorno ai polsi e alla mano, prima di aiutarmi a mettere i guantoni. Mi dice di posizionarmi davanti a questo enorme sacco nero e mi incita a colpirlo. L'impatto con il sacco é diverso da come me lo aspettavo, poichè non riesco a muoverlo nemmeno di un millimetro. Le mie gambe sono parallelamente divaricate e mi sento tremendamente instabile.
"Okay dobbiamo decisamente cominciare dalle basi"
Si posiziona vicino a me e mi fa mettere in posizione di guardia, ovvero con il piede destro spostato indietro, diagonalmente rispetto a quello sinistro.
"Adesso porta entrambe le mani a livello del tuo mento e lascia la sinistra un poco più avanti rispetto alla destra"
Annuisco ed eseguo ciò che mi dice.
"Perfetto! Devi sapere che se vuoi che il colpo che infierisci all'avversario sia calibrato e potente, non è solamente una questione di braccio, ma soprattutto di gambe e torsione del busto. Senza queste due cose sarai molto più scoordinata e la potenza con cui sferrerai il tuo pugno sarà decisamente minore"
"Va bene", dico, nonostante non sappia come fare.
"Ovviamente imparerai pian piano a effettuare esattamente tutti i movimenti, risultando coordinata, perciò adesso cominciamo solamente con una serie di diretti e Jeb"
Si posiziona di fianco a me e mi mostra come fare, solo che lui lo effettua ad una velocità sconvolgente. Ad ogni colpo butta fuori dell'aria e noto i suoi muscoli tendersi sotto alla t-shirt attillata. Il suo sguardo e i muscoli del viso si sono induriti di colpo e per una frazione di secondo riesco a notare nei suoi occhi i suoi demoni. Quando però capisce che sto cercando di leggergli dentro si ferma e mi fa un cenno del capo per indicarmi di cominciare. Ripasso mentalmente le dritte che mi ha fornito e comincio a colpire il sacco. Improvvisamente la mia mente mi porta lontana dalla stanza di quella palestra e intorno a me é tutto buio, se non fosse per una strana luce che illumina ciò che devo colpire. La rabbia striscia ai miei piedi come un serpente e mi morde, accecandomi. Comincio a colpire a più non posso e nella mia testa urlo, tutto quello che penso e vorrei dire. Continuo così fino a che le braccia non riescono più a colpire e diventano improvvisamente pesanti. Nel momento in cui le lascio cadere ai lati del mio bustro stremata, tutto il buio viene inghiottito e mi ritrovo di nuovo con Nicholas. Espiro ed inspiro ad una velocità tale che penso presto i miei polmoni collasseranno ed il mio cuore pompa in maniera furiosa.
Il ragazzo dagli occhi oceanici mi posa un asciugamano sulle spalle e mi mette una borraccia tra le mani che apro e dalla quale bevo con avarizia.
"Come stai?"
Quando mi pone la domanda cerco dentro di me qualcosa di negativo eppure sono cosi esausta che riesco solo a provare stanchezza.
"Stanca", sorride alla mia risposta.
"Sei stata brava principessa, un po' scoordinata ma siamo venuti qua perché tu ti sfogassi."
"Direi che ci siamo pienamente riusciti", dico stranamente tranquilla.
Ci sediamo in terra e stiamo in silenzio a guardarci. Ci studiamo a vicenda.
Questa mattina mi ha chiamato per informarmi che sta sera sarebbe passato a prendermi per andare in palestra. Ho riso un po', ma poi ho accettato ed ora non potrei esserne più felice.
"Grazie per questo", dico.
"Di niente, principessa. Poi vedere il tuo culetto strizzato in quei pantaloncini ti ha assicurato un appuntamento settimanale qui in palestra"
"Quanto sei scemo?", lo colpisco con il guantone sul braccio.
"Mi vuoi picchiare?"
"Sì"
"Fatti sotto allora!", si alza e mi fa segno di avvicinarmi. Cerco di colpirlo sul petto, ma lui prontamente schiva il mio pugno.
"Tutto qui?", mi sfida.
Ci provo ancora e ancora, ma lui é troppo veloce. Rifletto e poi lo spingo all'angolo per evitare che trovi vie di fuga. Lo guardo con un sorrisino strafottente e mi sento piena di energia. Lui però non sembra intimorito, anzi il suo ghigno si fa più grande man mano che ci avviciniamo. Miro al suo mento, ma lui si abbassa e allaccia le sue braccia attorno ai miei fianchi prima di sollevarmi. Si avvicina a dei materassini ed il timore che mi butti giù fa si che io mi aggrappi alla maglia. Si piega e fa per atterrarmi, ma lo trascino giù con me. Petto contro petto, gambe contro gambe e visi decisamente troppo vicini.
"Nicholas...", dico.
"Dimmi principessa", pianta i suoi occhi nei miei e nei suoi compare una strana luce. Nella stanza si sente solo il rumore dei nostri respiri e dei nostri cuori che battono all'unisono.
"Siamo troppo vicini", riesco a dire.
"E cosa ti succede?"
"Il senso di colpa... Nicholas, io non posso..."
"Non farò niente che tu non voglia piccola Cloe"
"Grazie signore delle tenebre", accenno un sorriso ed è in quel momento che lui mi guarda in maniera così dolce che il cuore salta un battito.
"Mi piaci quando sorridi..."
E le emozioni che per anni sono state congelate cominciano a sciogliersi. Mi compro il viso con una mano per nascondere ciò che provo in questo momento. Lui me la scosta lentamente e mi accarezza le guance con il pollice.
"Non devi mai nascondere le tue emozioni, Cloe. Non c'é cosa più bella della spontaneità nelle persone"
"È solo che è tutto così sbagliato", sussurro. È tutto sbagliato perché se lui fosse ancora qui io lo so che tutto questo non lo starei provando. Io e questo ragazzo non ci conosceremmo nemmeno e le nostre strade non si sarebbero mai incrociate nemmeno per sbaglio.
"Nulla è sbagliato! Nulla succede per caso. A volte dobbiamo riuscire a liberarci dalle nostre catene"
Rimango quasi paralizzata dalle sue parole, che potrebbero essere quelle di una persona che mi conosce molto bene ed invece non è così, lui non sa nulla eppure mi capisce.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora