31.

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Nicholas si gira verso di me, come se si sentisse osservato ed io inaspettatamente gli sorrido. Non un sorriso triste o finto, ma uno terribilmente spontaneo. Cerco inutilmente di reprimerlo, ma è comunque troppo tardi perché lui sta ricambiando.
Giody mi trascina verso Lucas che è seduto su uno degli sgabelli centrali del bancone. Sta bevendo la sua birra e la mia amica si avvicina lasciandogli un bacio sulla guancia. Io gli faccio un cenno con la testa per poi guardarmi intorno, sentendomi incredibilmente a disagio. Il calore mi trapassa e sento che il mio corpo comincia a sudare e l'aria a farsi sempre più pesante. Non pensavo ci fossero tutte queste persone. Sento un dito picchiettare sulla mia spalle e quando mi giro vedo quei due occhi oceanici guardarmi preoccupati. Poi la sua mano, che tiene ben saldo un bicchiere contenente una bevanda, si tende verso di me ed io lo afferro.
"È analcolico. Fragole, papaya e mango"
"Grazie", non tanto per il drink, quanto per il gesto.
La mia amica si volta verso di me e la vedo fremere.
"Devo farti conoscere una persona...", dice e poi guarda il mio bicchiere, "quando hai preso da bere?"
"Appena siamo arrivate al bancone l'ho ordinato", mento.
"Allora ti presento ufficialmente colui che ti ha servito, nonché proprietario del locale..."
Prima ancora che pronunci il nome mi do mentalmente della stupida per non aver capito subito, quando siamo entrate, che Nicholas è quel Nick.
"Nick, lei è la mia amica Cloe. Cloe, lui è il famoso Nick"
Il panico mi assale all'idea di essere stata un'amica di merda e non averle detto del bel ragazzo tenebroso. Adesso mi sarei evitata questo.
Inaspettatamente però lui tende la mano verso di me ed io la stringo titubante.
"Piacere", sussurro.
"Il piacere è decisamente mio", ribatte lui, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Le nostre mani rimangono salde insieme ed i nostri occhi sono incastrati l'un l'altro.
"Bene, che ne dite se ordinamo da bere", Giody interrompe il nostro momento. Ordina una bottiglia di spumante e si fa dare diversi bicchieri per quelli che intuisco essere amici di Lucas e a quanto pare anche di Nicholas allora.
Li osservo uno ad uno, ma i loro volti non sono affatto familiari e penso proprio non siano del posto, ma la mia migliore amica sembra conoscerli già molto bene. Vengo presentata, per mia fortuna, in modo sbrigativo al gruppo.
Mi appoggio col gomito al bancone e figo palesemente di essere interessata ai loro discorsi.
"Sei molto sexy, principessa", mi sussurra Nicholas nell'orecchio mentre gli altri chiacchierano. Lo guardo negli occhi e non vedo derisione o falsità nel suo sguardo.
"Scemo", gli mimo con le labbra.
La mia migliore amica torna a prestarmi attenzione e mi invita ad andare in pista a ballare. Mi stupisco del fatto che me lo abbia chiesto, sapendo che non andrò. Mi guarda con i suoi occhi da cucciolo implorante e sento che sto per cedere, controvoglia, alla sua richiesta.
"Ti prego! Per il mio compleanno", mi supplica.
La gente sembra essere davvero molta ed io vengo pervasa da un senso di disagio assoluto... una punta di panico di fa spazio in me e sento che non farà altro che aumentare, ma annuisco.
"Se non ti dispiace vorrei rubarti la tua amica per un po'... così per conoscerci meglio", interviene Nicholas in mio soccorso e per poco non mi va di traverso la saliva. Non so se questo sia un bene od un male. Sto cercando di capire dell'espressione di Giody il suo stato d'animo, ma è brava a non lasciare trapelare niente.
"Certo", il suo tono é quasi acido. Forse mi sbagliavo, vuole esattamente che Nicholas capisca quanto poco le piaccia la sua strana richiesta.
Il ragazzo tenebroso non se ne cura affatto e tiene lo sguardo su di me, nonostante le occhiatacce della bionda; mi fa segno di raggiungerlo dietro al bancone e non ci penso due volte. Voglio evitare di essere presa dall'ansia ancora una volta.
"Ciao principessa", mi sussurra all'orecchio, quando gli passo di fianco.
"Ciao signore delle tenebre", ghigno.
Mi indica di sedermi su un ripiano ed io faccio come dice, mentre lo osservo preparare gli ordini che gli sono arrivati. Anche Lucas lo raggiunge dopo una decina di minuti e dopo aver indossato il grembiule comincia a servire. Giody sembra incollata al bancone e non la smette di guardare prima nella mia direzione e poi in quella del mio "amico".
"Andiamo a fumare una sigaretta", mi prende per il polso e mi conduce, attraverso un'uscita secondaria, sul retro del locale.
"Allora questo posto è tuo?", chiedo.
"A quanto pare", risponde.
"È molto carino..."
"Ma tu non ami questi posti", conclude lui la frase per me.
"Già", confermo, "è da tanto che non ci vediamo"
Mi mordicchio il labbro, perché infondo sono un po' spaventata da ciò che potrebbe dire.
"È stato meglio così. Non credi?"
Nonostante una parte di me urli disperatamente "no!", quella più saggia e razionale mi spinge ad annuire.
"Sono qui per il compleanno della mia migliore amica. Se avessi saputo che sei il proprietario, non ti avrei dato fastidio"
"Sapevo anche che saresti venuta, tranquilla"
Lo guardo stranita.
"Lucas è il mio socio e lei é sempre qua.  Più volte nelle ultime settimane nominava una certa Cloe che se ne sta sempre a casa, che parla poco, che fa boxe da qualche settimana... non avevo dubbi che fossi tu"
"Uhm... io non avevo capito tu fossi il famoso Nick"
Lui ride ed io lo osservo attentamente. Forse la sua assenza l'ho sentita. Forse il fatto che ora sia qui davanti a me, mi fa sentire un po' più tranquilla. Forse il fatto che sia l'unico ad accorgersi delle mie paure e del mio disagio mi fa sentire capita.
Quando smette di ridere mi guarda anche lui e in un secondo mi tira a sé. La mia testa contro il suo petto caldo. Una sua mano appoggiata sulla nuca e l'altra sulla base della schiena. Il mio corpo è rigido, ma il suo profumo mi fa sciogliere in un attimo e mi ritrovo a pensare a quanto mi piaccia stare qui, mentre appoggio in modo quasi impercettibile le mie mani sui suoi fianchi.
La sua testa si intrufola tra i miei capelli e lo sento respirare il mio profumo.
"Mi sei mancata, principessa"
Il cuore batte un po' più forte.
"Vieni rientriamo", si stacca in un secondo e mi afferra la mano, prima di condurmi all'interno del locale. Guardo le nostre dita intrecciate. Le mie candide e pulite, le sue macchiate dall'inchiostro nero.
"Eccovi", dice Giody una volta che siamo abbastanza vicini. Guarda le nostre mani con sguardo confuso ed io ritraggo la mia come se mi fossi scottata. Lui se ne accorge e mi guarda in un modo cupo, oserei dire infastidito.
"Cloe, andiamo", se ne esce Giody e so già che ora pagherò per tutte le verità omesse o nascoste degli ultimi due mesi.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora