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9 maggio 2015

Mi sveglio consapevole di essere tra le sue braccia. Il calore del suo corpo mi ha scaldata tutta la notte. Un braccio circonda il mio fianco e osservo la sua pelle macchiata a contrasto con la mia.
Siamo così diversi eppure sento come un filo sottile che ci tiene legati. Qualcosa che non riesco a spiegarmi ma sembra molto forte.
"Buongiorno principessa", dice con la sua voce bassa.
Mi rendo conto che é la prima volta che un uomo dorme in questo letto. Mi sembra che nonostante io non abbia mai avuto intenzione di fare passi avanti con lui, se li sia presi e a me sta bene.
"Buongiorno Signore delle tenebre"
Mi stiracchio nonostante la sua presa rimanga ferrea attorno al mio fianco e mi giro verso di lui.
I suoi occhi sono ancora chiusi, ma il sorriso che ha stampato sulla faccia è in netto contrasto. Gli pizzico un fianco e lui per la sorpresa mi lascia, così scappo in cucina a mettere qualcosa sotto i denti. Tiro fuori una tazza, del latte e dei cereali, mentre comincio a preparare un toast per il ragazzaccio.
"Ehi", la voce di Giody mi fa pietrificare sul posto. É talmente triste che quasi mi viene voglia di scoppiare a piangere come una bambina.
"Ciao", sussurro, ma non ho il coraggio di voltarmi, "mi sono addormentata nella vasca ieri"
"Cloe... se c'è qualcosa che non va puoi dirlo? Capirei dopo tutto quello che hai dovuto passare"
Prima arrivo alla fase dello sgomento e poi la rabbia comincia a montare dentro di me.
"Parla chiaro Giody"
"Forse hai bisogno di parlare con qualcuno... potresti rifarlo un'altra volta e se non ci fossi io...", non termina la frase perché la sua voce si é incrinata.
Non mi giro nemmeno da quanto sono delusa da lei in questo momento. Capisco gli attacchi di panico, l'apatia e mille problematiche che ho dovuto affrontare, ma mai mi sarebbe venuto in mente di togliermi la vita. Lo dico sempre che la punzione che Dio ha voluto darmi per ciò che ho fatto è di avere il coraggio di viverla fino all'ultimo giorno questa vita, con i rimorsi.
"Cloe... i miei genitori conoscono uno bravo, se vuoi posso chiedergli di cont...", sta volta sono io che non le lascio finire la frase.
"Che cazzo stai dicendo?", le chiedo, più arrabbiata che mai.
"Hai bisogno di aiuto", dice alzando i toni.
"Tu non sai niente", sibilo.
Nicholas fa il suo ingresso in cucina e la sua espressione è glaciale.
"So che non puoi capire, ma diglielo anche tu Nick, dille che ha bisogno di aiuto"
Lui la guarda per un istante e poi si avvicina a me. Comincio a tremare al pensiero di cosa potrà dire. Temo la sua opinione ed ancora di più che scopra il mio passato senza che sia stata io a dirglielo. Mi si para davanti e mi guarda negli occhi. Il suo sguardo non mi sta dando certezze perciò mi rabbuio all'idea che adesso anche lui mi tradirà. Me lo meriterei comunque...
Si mette dietro di me e mette attorno alle mie spalle un braccio, poi lo sento dire una sola frase.
"Va da Lucas, Giody"
"Ma da che parte stai?", urla lei, "non la conosci nemmeno e ti permetti di decidere tu cosa è meglio per lei?"
"No, cara. Credo che Cloe sia in grado di decidere per sé stessa, ma soprattutto non la conosceró da tanto tempo quanto te, ma la capisco e mi basta"
Piego la testa all'indietro e gaurdo i muscoli del suo viso tesi. Guarda anche lui verso di me e sembra rilassarsi. Abbozza un sorriso ed io ricambio.
"Assurdo", urla la mia amica, prima di sbattere la porta e tornare nella sua stanza.
"È un po' troppo agitata per i miei gusti la ragazza", sembra riflette Nicholas, "sì, decisamente. A me piacciono quelle un po' strane, silenziose, amorfe e scontrose quando vogliono"
Mi lascia un bacio sulla testa e non so se la sua sia una specie di dichiarazione, ma mi sento comunque meglio.
L'odore di pane bruciato raggiunge le nostre radici e scoppiamo a ridere. Lui tira fuori il suo toast, ormai carbonizzato, dal tostapane.
"Che ne dici di andare a fare colazione da un'altra parte?"
Annuisco e corro a preparare l'occorrente da portarmi dietro per la notte. Giody avrà tutto il tempo di riflettere su cosa mi ha detto ed io allo stesso modo. Mi prendo questa giornata anche per sbollire la rabbia che non si è comumque dissolta completamente.
Quando torno da Nicholas, lo trovo intento a parlare con Lucas, ma sono troppo distante per capire ciò che dicono e hanno comunque la voce bassissima. La faccia del biondo è piuttosto tesa e scura. Mentre parla gesticola molto. Mi schiarisco la voce affinché mi notino e quando si voltano verso di me, uno mi guarda in cagnesco e l'altro, quello dagli occhi oceanici, con un sorrisetto stampato in volto.
Mi fa cenno di avvicinarmi ed una volta che sono lì mi prende la mano e ci voltiamo verso la porta d'entrata, senza il minimo cenno di saluto.
Mi passa il solito casco e lui si infila il suo. Saliamo sulla moto e da gas prima di partire e sfrecciare lungo le strade di Abergele. Il sole ci accarezza la pelle scoperta e mi concedo un sorriso.
Nonostante tutta la merda che mi merito mi è stato concesso un alleato in tutto questo casino.
Parcheggia lungo una stradina che costeggia la spiaggia di Rhyl e il profumo di salsedine si unisce al rumore delle onde che si infrangono sulla riva.
Penso all'ultima volta che siamo stati qui e alla scommessa che abbiamo fatto. Sta vincendo Nicholas perché sta riuscendo a farmi provare delle cose che pensavo di aver seppellito per sempre. Non sono ancora pronta però per confessargli la sua vittoria, preferisco che continui a stupirmi, finché non lo capirà da solo che infondo non sono la stessa ragazza che ha incontrato in quel locale quella sera. Non sono la stessa che non é riuscita a varcare il cancello di quel maledetto cimitero. Forse per questo non sono ancora pronta, ma ho paura che un giorno riuscirò ad esserlo. Ho paura che questo avvenga grazie al ragazzo che mi sta stringendo la mano adesso.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora