7 aprile 2015
Sto quasi per finire di lavorare ed osservo il telefono.
Da: Giody
Devo raccontarti di ieri seraDa: Nicholas
Alle 21 al parcoNon rispondo a nessuno dei due per due motivi semplici: la prima la vedo tra poco, il secondo non ha fatto una domanda.
Mi slego il grembiule e lo ripongo sotto al bancone, prima di infilare la giacca ed uscire.
Parcheggio davanti a casa e vedo la bionda aspettarmi davanti alla porta.
"Dai vieni", dice.
"Sto arrivando"
"Tu non sai...", so che quando comincia così é perché deve comunicarmi qualcosa su qualcuno a suo parere vitale, a mio non tanto.
"Il proprietario della nuova discoteca é un figo assurdo. Lucas in confronto non è niente"
Aspetto che continui.
"Vuoi sapere il suo nome?"
"Mmm-mmm"
"Nick... mio dio é perfetto"
"Che aspetti a buttarti?"
"Bé ecco vedi, ho provato a flirtare ieri, ma non mi ha proprio considerata. Anzi liquidava subito le mie frecciatine con un'alzata di mano"
"Lucas in tutto questo?", chiedo divertita.
"Era troppo ubriaco anche per ricordarsi di respirare. Nick gli ha offerto di tutto"
Scoppio a ridere nel pensare al poverino collassato e Giody mi guarda incantata.
"Mi mancava vederti ridere", dice semplicemente.
"Ogni tanto..."
"Che mi consigli di fare"
"Lo sai che non sono una grande esperta in questioni amorose. Devi solo capire chi ti piace sul serio"
"Bella domanda"
"Vedrai, troverai le tue risposte nel momento giusto"
"Sta sera pizza e film?"
"Mmm... veramente dovrei uscire"
"Con Micheal?"
"No no... vado semplicemente a correre. Sai, per tenermi un po' in forma"
"Sei magrissima", mi guarda storto.
"Ho preso un po' di chili"
"Oh okay", dice sospettosa.
Salgo in camera e faccio una doccia rigenerante poi infilo un paio di leggings con una felpa enorme bordeaux, mentre ai piedi infilo delle all star del medesimo colore.
Quando mi guardo allo specchio sono combattuta se mettere un filo di mascara o no. Alla fine decido di non metterlo e scendo li scalini a due a due notando che manca all'incirca un quarto d'ora alle nove.
"Perché ti sei lavata se devi andare a correre?", la bionda diventa sempre più sospettosa e rimpiango quasi di essermi lasciata andare alle confidenze più del solito oggi.
"Così", ecco una delle mie risposte preferite, "a dopo".
Esco e vado verso il luogo dell'incontro. Quando lo vedo in lontananza mi blocco un attimo. Sta fumando una sigaretta e sembra davvero concentrato nel pensare a qualcosa. Si passa la mano un paio di volte nel ciuffo, mentre con l'altra continua a portare la sigaretta alle labbra per aspirare fumo. La sua mandibola é leggermente contratta e posso notare l'osso che gli da quella forma perfettamente squadrata.
"Signore delle tenebre", gli affibio questo stupido nomignolo per cercare di farlo pensare ad altro.
"Principessa delle fate", mi saluta lui.
"Come sarebbe a dire delle fate?"
"Di cosa vorresti essere la principessa?"
"Degli orchi, che domande fai?"
Lui comincia a ridere, mostrandomi i suoi bianchissimi denti.
"Grazie", dice quando smette.
"Per cosa?", chiedo e lui si limita a scuotere la testa. Mi infila il casco in testa e mi accomodo sulla sua moto, dietro di lui. Accende il motore e fa andare il suo gioiellino su di giri prima di partire. Mi attacco a lui e inspiro il suo profumo, che decreto essere il mio tranquillante.
"Ehi Koala", mi chiama.
Apro gli occhi immediatamente e noto che siamo davanti ad un ristorantino che non avevo mai notato prima d'ora.
"Benvenuta da Romeo, é un ristorante italiano"
Saliamo su per una scala ed arriviamo in una stanza dove sono apparecchiati diversi tavoli. Ci sono diverse luci, rosse verdi, blu e bianche che si infrangono sulle pareti in mattoni. Da un lato c'é un bancone bar, mentre dall'altro un bancone dove sono appoggiate diverse pizze fumanti pronte per essere servite.
"Ho prenotato un tavolo per due a nome Cohen", dice il ragazzo affianco a me.
"Certo, vi accompagno", dice una signora sulla cinquantina.
Ci fa accomodare in un tavolino vicino al muro, un po' più staccato dagli altri. Un po' più intimo.
"Come mai siamo venuti qua?", chiedo curiosa.
"Sono certo che questa pizza ti piacerá"
Prendo a leggere il menù e mi trovo terribilmente indecisa.
"Io prenderò un pizza col salamino, tu?"
Scorro velocemente e opto per una verdure.
Un giovane cameriere viene a prendere i nostri ordini e poi si congeda lasciandoci soli.
"Com'è andata la serata con tuo papà?"
"Bene e la tua?"
"Ho lavorato"
"Dove lavori?", chiedo curiosa.
"Oh non ti preoccupare, ti ci porterò presto principessa"
"Quanto presto?"
"Come mai sei così curiosa e socievole oggi?"
Quando me lo fa notare mi rabbuio e dentro di me le tenebre prendono il sopravvento. Non riesco a capire perché il fatto che qualcuno lo sottolinei porti a galla tutto lo schifo a cui cerco disperatamente di non pensare.
"Mi dispiace, Cloe", sentirlo chiamarmi per nome é davvero strano e non riesco a capire se mi piaccia o no.
"Ok", lo guardo dritto negli occhi e per un attimo lascio che veda oltre la mia barriera e capisca come mi sento.
"Scusate", é il cameriere ad interrompere questa nostra conversazione silenziosa. Mi trovo davanti una gigantesca pizza ed il profumo mi penetra nelle narici. Lo stomaco sembra risvegliarsi improvvisamente e ne taglio subito una fetta. Quando l'addento mi scotto la lingua. Altro peccato da aggiungere alla lista del perché finiró all'inferno: ingordigia.
"Rallenta Beep-Beep, non c'é mica Willy il Coyote a correrti dietro"
"Scemo", gli schiaffeggio il braccio, dopo aver sorriso.
Quando finalmente posso assaggiarla, mugugno di piacere.
"É buonissima"
"Sentiamo subito", me ne ruba una fetta dal piatto. Oh no, questo non dovevi proprio farlo. Mi corruccio e non appena si distrae per ridere, ricambio il gesto. Anche questa é davvero ottima.
Quando finalmente finiamo, Nicholas ordina un dolce da dividere e il mio stomaco esulta. Ci viene servito un piatto contenente una panna cotta con il caramello, una fetta di torta al cioccolato, una crepes contenente cioccolato e una pallina di gelato al fiordilatte con le fragole.
Assaggio subito la torta, mentre il ragazzo dagli occhi oceano prende un cucchiaino di gelato. Le scelte che abbiamo fatto rispecchiano esattamente come ci vedo io: il bianco e il nero.
Poi lui allunga il cucchiaino con un po' di gelato verso di me e lo picchietta sulle mie labbra affinché io le schiuda. Mi lascio congliere di sorpresa da quel gesto e accolgo nella mia bocca il freddo cibo.
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NON HO PIÙ PAURA.
RomancePer Cloe la vita è cambiata da ormai cinque lunghi anni. Non è mai riuscita a superare la perdita della persona che amava e vive come se la vita fosse stata tolta anche a lei. La paura di perdere tutto la porta a isolarsi da quasi tutte le persone c...