21 marzo 2015
Passo la pezza sul bancone in maniera quasi maniacale, cercando di rimuovere non solo le briciole delle brioche mangiate dai clienti o le macchie di caffè, ma anche le loro impronte digitali.
Mi sembra quasi meschino da parte mia cancellare la prova del loro passaggio qui dentro, ma il bar dove lavoro é l'unico posto dove non ho ricordi, di nessun tipo, di lui.
Alla fine non mi sono più iscritta all'università. I miei sogni sono cambiati, anzi sono spariti. Quando mi sono diplomata non ho voluto viaggiare, non ho voluto festeggiare e nemmeno riposare. Il giorno stesso mi sono recata nel paese vicino al mio, Llandudno e mi sono messa a cercare un qualunque lavoro. Sono capitata qui, al "the bear's inn" per puro caso. Essendo estate avevo bisogno di bere qualcosa e quando ho varcato la soglia di questa locanda sono rimasta totalmente affascinata. Non mi ero mai accorta in tutti quegli anni che esistesse questo posto.
Il pavimento é in pietra sui toni del grigio, accostato al marrone intenso del legno utilizzato per qualunque mobilio all'interno. Nel bancone di legno sono incastonate tre barrique, le tipiche botti dedite all'invecchiamento di alcuni tipi di vino e birra. Gli sgabelli, come le sedie dei tavoli, hanno le gambe in legno mentre la seduta e lo schienale in pelle. Sul soffitto sono attaccate centinaia di bottiglie di differenti colori, in alcune delle quali sono state messe delle lampadine che creano un atmosfera calda, accogliente ma anche retrò del posto. La proprietaria é Marie, un'anziana signora cha ha deciso di portare avanti l'attività del marito quando lui é morto. La locanda é aperta dalle 7 di mattina fino alle 18 di ogni pomeriggio e in alcune occasioni speciali rimane aperta tutta la notte. Oltre a me, che sono la barista, lavorano qui Matt, che si occupa della cucina e Yolanda, una ragazza di trent'anni con il sogno di diventare una cantante. Non posso considerarli amici, ma nemmeno sconosciuti. Non mi hanno mai chiesto niente ed io non ho mai sentito la necessità di dire qualcosa a loro. Quasi tutti sanno chi sono, perché i giornali non hanno parlato di altro per mesi. Ciò che è successo a lui ha toccato il nostro paese, ma anche tutti quelli vicino.
Quando ho cominciato a lavorare qui, per mesi non ho sentito altro che il bisbigliare costante delle persone su di me. Ogni cliente che varcava la soglia della locanda sussurrava qualcosa alla persona vicina, oppure mi venivano riservati sguardi, per lo più curiosi, ma anche dispiaciuti, tristi e disgustati.
All'inizio non ci facevo nemmeno caso, ma man mano che aumentavano, io mi sentivo sempre più giudicata. Avere mille lame piantate nella schiena sarebbe stato più piacevole. Ci fu un giorno esatto dove tutto questo finì, non so cosa sia successo esattamente, ma credo che il merito sia dovuto a Marie.
È quasi l'ora di pranzo e presto comincerà a venire la folla, per questo mi preparo una serie di boccali già pronti vicino alla spina della birra.
Yolanda é pronta con il suo grembiule all'ingresso della locanda, in attesa di accompagnare i primi clienti al tavolo. La proprietaria invece é seduta alla cassa e osserva con occhio vigile tutte le persone che entrano.
Nel giro di una mezz'ora il locale é pieno ed io al bar sto lavorando tanto. Gli ordini sono molti e cerco di essere più veloce possibile per evitare che la clientela si innervosisca. Fino alle due di pomeriggio continuiamo a lavorare a ritmi estenuanti, al punto che quando finalmente la locanda torna ad essere vuota, sento la mia fronte imperlata di sudore. Vado al bagno per darmi una rinfrescata e poi mi viene concessa una pausa per mangiare qualcosa e fumare una sigaretta. Avremmo a turno tutti e tre un'ora di pausa, ma mi sono sempre bastati solo venti minuti. Fermarsi più tempo del dovuto significa pensare ed io non ho bisogno di questo.
Esco fuori e accendo la sigaretta, mentre il vento fresco mi scompiglia i capelli. Fisso un punto indefinito davanti a me, mentre mi concentro sui rumori del paese. Rumore di pentole, rumore di tacchi vertiginosi, rumore di signore che si urlano da una finestra all'altra, rumore di una porta che sbatte. É quello stesso e ultimo rumore a distogliermi completamente dallo stato di trance in un cui sono entrata. Un attimo dopo il mio sguardo é puntato sulla sua figura, scura e misteriosa, ma terribilmente affascinante. Lo vedo stretto nel suo giubbino in pelle che guarda alla sua sinistra. Noto i suoi occhi aprirsi leggermente e la sua incertezza nel seguire ciò che tanto lo sta attirando in questo momento. Capisco la sua indecisione dal modo in cui si passa nervosamente la mano tra i capelli. Poi é un attimo... le sue gambe si mettono in moto e lui scompare dietro ad una casa, lasciandomi lì, inebetita e curiosa di sapere. Questa nuova sensazione si impossessa di me tanto velocemente, quanto il fatto che senza rendermene conto lo sto seguendo.
Accelero il passo per paura di perderlo di vista e mi sento bene quando noto la sua figura in lontananza. Mi addentro verso diversi vicoli, fino a quando non lo vedo più e mi maledico per essere dannatamente lenta a differenza sua. Guardo il muro davanti a me e ci appoggio la testa. I pensieri invadono la mia mente e quando realizzo ciò che ho appena fatto mi maledico. Il viso del mio ragazzo si presenta prepotentemente nella mia testa e il mio battito comincia ad aumentare in maniera esagerata. Sento il respiro farsi sempre più corto e una sensazione di oppressione farsi largo nel mio petto, tanto da stordirmi. Vorrei urlare e piangere, ma non posso. Resto lì, ferma immobile, a cercare un'apparente calma dentro di me. Canticchio qualche stupida canzone con la voce che mi trema, per tornare ad una condizione di normalità, ma non sembra funzionare.
È un attimo, quello in cui sento gli occhi farsi dannatamente pesanti e due braccia toniche e calde afferrarmi.
STAI LEGGENDO
NON HO PIÙ PAURA.
RomancePer Cloe la vita è cambiata da ormai cinque lunghi anni. Non è mai riuscita a superare la perdita della persona che amava e vive come se la vita fosse stata tolta anche a lei. La paura di perdere tutto la porta a isolarsi da quasi tutte le persone c...