9 maggio 2015
"Questo gelato é buonissimo", mi porto la palettina alla bocca.
Io e Nicholas siamo seduti in riva al mare e ci godiamo i raggi solari che presto verranno coperti da minacciose nuvole nere.
Il venticello é leggermente più caldo del solito e questo rende il tutto ancora più piacevole.
"La seconda volta che ci siamo visti avevi un cane. Dov'é finito?"
"Oh Olivia. È il cane di mia sorella. Era venuta a trovarmi quella settimana e sono inspiegabilmente diventato il dog sitter della cucciola", si passa una mano fra i capelli.
"Sorella?"
"É già...", sospira.
"Non andate d'accordo?", mi sento un'impicciona.
"Non esattamente... ci vogliamo davvero molto bene ed è una delle donne più importanti della mia vita, ma l'ultima volta abbiamo discusso perché non eravamo d'accordo su una questione"
"É una cosa seria?"
"Sì, ma solo da poco mi sono reso conto che aveva ragione a lei"
"Chiamala"
"Oh no, principessa. É già tanto per me anmettere che lei abbia ragione, figuriamoci dirglielo. Il suo ego aumenterebbe in maniera sproporzionata"
"Scemo", gli tiro una sberla sul petto.
Quando finisco mi invita a prendere la sua mano e torniamo alla moto.
Man mano che ripercorriamo la strada fatta precedentemente mi torna un leggero stato d'ansia al pensiero di vedere Giody e i suoi occhi pronti a giudicarmi.
"Arrivati a casa principessa", dice il ragazzo.
Sono pronta a farmi inghiottire dalla sua quotidianità, perciò scendo velocemente e lo seguo verso la porta.
Entriamo ed io mi sento un po' meno estranea della volta precedente, ma ancora sulle mie. Infatti rimango impalata davanti a lui, che si è buttato sul divano, incerta sul da farsi. Si volta di scatto e mi guarda curioso per poi battere una mano sul posto vicino al suo, invitandomi ad accomodarmi.
"Ti conviene sederti, perché sta sera ti porto al lavoro con me e ti farò sgobbare"
"Sul serio? Perfetto", esclamo in preda ad un attimo di felicità improvvisa.
"Non gioire mia piccola principessa, posso essere un capo molto cattivo", il suo tono sembra quasi malizioso.
"Le tenebre non mi spaventano", ed è vero, ci vivo nelle tenebre e non posso uscirne.
"Bene bene, perché se oserai disobbedire potrei non rispondere delle mie azioni"
"Non ti chiederò cosa, perché cadremmo nel più tremendo dei cliché dove tu risponderai con qualche punizione a sfondo sessuale ed io in teoria dovrei arrossire, ma non succederà"
Riesce a rimanere serio per almeno cinque secondi, poi comincia a ridere fino a che non deve tenersi la pancia dal male.
"Mi piace il fatto che io ti stimoli a fare discorsi stranamente lunghi per te"
"Ah-ah, ma che simpaticone"
"Non fare la permalosa. Sei la persona meno chiacchierona che abbia conosciuto, i monosillabi ormai vivono insieme, anzi, dentro di te"
Gli lancio un cuscino che lo colpisce in faccia e poi incrocio le braccia al petto, mettendo un finto broncio. Non so cosa mi stia succedendo, ma con lui riesco a tirare fuori parti del mio carattere che credevo di aver seppellito per sempre.
Sento il suo sguardo percorrere il mio profilo e posso solo immaginarmi il ghigno stampato sulla sua faccia nel guardarmi.
"Permalosa", appoggia una mano sulla mia guancia sinistra e mi obbliga a guardarlo negli occhi. Quando incontro il suo oceano mi nasce un sorriso stranamente spontaneo che cerco di trattenere con tutta me stessa. Mi lascia un bacio delicato sulla punta del naso e socchiudo gli occhi per imprimere nella mia testa questo momento. La purezza e la dolcezza delle mie emozioni adesso.
Le sue labbra si posano delicate sulle mie e mi sento più leggera, come se fossi un pezzo di puzzle e fossi stata inserita al punto giusto, l'unico dove devo stare. Non abbiamo gli occhi chiusi, ma ci guardiamo. Ci fissiamo intensamente come per essere sicuri che quello che stiamo vivendo sia vero. Non avrei comunque dubbi, perché il mio cuore sta martellando come un tamburo nel petto e sembra scoppiare quando le nostre lingue si incontrano.
Giochiamo, ci stuzzichiamo, ci mordiamo e succhiamo le labbra fino a che il suono del mio telefono non ci interrompe. Lui sbuffa, ma mi fa cenno di rispondere quando nota sul display "mamma".
"Pronto, mamma"
"Cloe, come stai?"
"Bene e tu?"
Non riesco a sentire la sua risposta perché le labbra carnose di Nicholas cominciano a tracciare un percorso lunga la mia mandibola, per poi scendere sul collo.
"Allora che ne dici?", riesco a capire solamente.
"Scusa, mi sono persa", prendo un respiro e cerco di allontanarlo con la mano, "potresti ripetere l'ultima cosa?"
"Mi dispiace Cloe. Non voglio metterti sotto pressione, se domani non ci sei fa lo stesso"
Nicholas si é letteralmente appoggiato al telefono per ascoltare la conversazione.
"Va bene per domani. Dove?"
"Abergele? Papà usa la mia macchina per andare a lavoro visto che la sua é dal meccanico"
"Merda la macchina", impreco, ricordandomi solo adesso di aver lasciato la mia a casa. Anche il tenebroso vicino a me deve aver capito.
"Ti porto io con la moto quando finisci di lavorare", asserisce convinto.
"Non hai altri impegni?"
"Tu non preoccuparti principessa"
"Principessa?", la voce di mia mamma mi fa ghiacciare sul posto. Sono così persa oggi che mi ero totalmente dimenticata che lei fosse ancora in linea.
"Sono Nicholas, un amico", urla il cretino, e poi sottovoce aggiunge "speciale", affinché lo senta solo io.
Lo fulmino e mi alzo subito dal divano per sgattaiolare in cucina.
"Allora quando ho finito di lavorare vengo diretta lì", dico atona.
"Benissimo. A domani", la sua voce sembra decisamente più alta ed allegra, ma preferisco non darci troppo peso.
Quando finalmente metto giù, mi lascio andare in un sospiro. Poi carica come un toro torno dal maledettissimo Signore delle tenebre.
"Io ti picchio", gli punto l'indice contro.
"Benissimo, non vedo l'ora di averti spalmata addosso a me, mentre provi a colpirmi"
"Non so se riuscirò a fermarmi e a non ucciderti"
"Uomo avvisato, mezzo salvato", dice alzando le spalle.
Mi avvicino fino a trovarmi davanti a lui, ma prima che riesca a rispettare le mie parole, mi mette le mani dietro alle ginocchia e mi fa cadere a cavalcioni su di lui.
STAI LEGGENDO
NON HO PIÙ PAURA.
RomancePer Cloe la vita è cambiata da ormai cinque lunghi anni. Non è mai riuscita a superare la perdita della persona che amava e vive come se la vita fosse stata tolta anche a lei. La paura di perdere tutto la porta a isolarsi da quasi tutte le persone c...