Le luci della notte ci fanno compagnia, mentre camminiamo per le varie stradine. Il silenzio regna intorno a noi. Solo il rumore delle nostre scarpe contro l'asfalto fa da sottofondo a questo momento. La mia testa é vuota e leggera e non riesco a concentrarmi su niente in particolare. Amo questa sensazione alla follia.
"Ti va di venire con me da una parte?"
"Certo"
Si gira verso di me e mi infila il cappuccio, prima di prendermi la mano e condurmi verso un imponente edificio, l'hotel più grande di Llandudno.
"Sta dietro a me principessa"
Mi fa segno di aspettare fuori di lì, mentre lui entra un attimo. Lo vedo guardarsi in giro un paio di volte e poi mi fa cenno di entrare. Arrivo affianco a lui ed intreccia di nuovo le nostre dita prima di attirarmi verso le scale che portano probabilmente alle stanze. Una voce però ci fa cambiare destinazione e ci nascondiamo dietro ad un muro in attesa che chiunque sia passi. La persona in questione, come se si sentisse osservata, scruta la zona attorno, ma fortunatamente non ci vede. Il cuore martella nella cassa toracica e mi sento molto agitata.
"Andiamo", dice semplicemente.
Saliamo per un'infinità di scale e ad un tratto mi fermo essendo veramente a corto di aria. Appoggio le mani sulle ginocchia e cerco di evitare il collasso. Lui mi guarda ghignando e poi mi esorta a fare un ultimo sforzo. A malincuore lo faccio, ma solo perché ho troppa paura di essere beccata.
L'ultimo piano ha le luci completamente spente ed é immerso nel buio più totale, come se fosse inutilizzato. Ci avviciniamo ad una porta e Nicholas la apre lentamente, facendo scontrare il mio viso con l'aria fredda. Mi conduce all'esterno e poi fino ad un parapetto. Mi si mozza il fiato in gola quando vedo tutta la cittadina intorno a noi. Osservo la piccola baia ed il Llandundno Pier. Poi guardo tutte le case viste dall'alto e le macchine che scorrono in mezzo alla strade e creano un po' di illuminazione.
"Ti piace?"
"Molto"
"Ne sono felice principessa. Quello che vedi intorno a te é il tuo reame"
Rido per la sua affermazione.
"Da quanto vivi qua?", chiedo curiosa.
"Perché?", la sua faccia si rabbuia.
"Perché conosci questo posto ed io che ci vivo da tutta la vita non ne sapevo niente"
"Ho vissuto qui fino ai 14 anni"
"Davvero?", chiedo curiosa.
"Già"
Rimaniamo in silenzio nonostante la mia mente continui a formulare domande che non posso porgli. Mi limito ad immaginare un piccolo Nicholas senza tatuaggi, con due grandi e profondissimi occhi blu.
Sento il suo braccio a contatto con il mio ed un leggero calore si irradia tra i nostri corpi, come a creare una bolla che ingloba solo noi.
Una folata di vento più forte delle altre fa scivolare via il mio cappuccio ed i capelli prendono a svolazzare in tutte le direzioni. Lui mi osserva in modo strano e poi ne raccoglie una piccola ciocca tra le sue dita, prima di portarla verso il suo viso.
"Profumi di cioccolato"
"Fondente", aggiungo, "amaro"
"Sei sempre stata così?"
"No"
"Cosa ti é successo?"
Quella domanda porta con sé mille brividi e mi cade addosso come il più pesante dei massi.
"Andiamo a casa", dico semplicemente.
Lui annuisce e mi fa strada. Mentre usciamo da quel posto la mia mente non é più qui, ma viaggia nel tempo e mi fa tornare verso momenti che spezzano leggermente le corde che tengono attaccata la speranza al mio corpo. Dentro di me, ci sono io, che urlo fino a disintegrare ogni cosa che mi sta attorno, come fosse di porcellana.
Nicholas non c'è più. I miei occhi non lo vedono ed il mio corpo non lo sente.
Corro a più non posso, anche una volta fuori da quel posto. Corro e non sento assolutamente niente se non un dolore lancinante al centro del petto. Corro e mi abbandono al buio, alla paura che mi tiene schiacciata. Tremo come se fossi attraversata da corrente elettrica, mentre la gola mi si serra come se qualcuno mi stesse soffocando. É quello che merito, ripeto dentro a me, mentre aspetto di essere trascinata negli inferi più profondi.
"Torna con me principessa", una voce in fondo al tunnel più lungo che esista.
"Sono qui", sento che qualcosa si è posato sulle mie spalle.
"Non mollare. Non lasciarti schicciare", mi incita la voce.
Mi concentro sul battito del mio cuore che arriva come un rumore sordo nelle mie orecchie. Immagino un piccolo orologio che scandisce i secondi e lentamente conto. Non so per quanto, non so come, ma quando riapro gli occhi sono in mezzo ad una stradina e di fronte a me c'è Nicholas.
Un suo braccio mi stringe contro il suo petto e mi evita di cadere a terra. Inalo la sua essenza e trovo un momentaneo sollievo. Mi solleva da terra per le gambe e d'istinto le lego intorno al suo bacino, mentre la mia faccia si incastra tra la sua spalla ed il suo collo. Ad ogni passo mi sento sempre un po' più stanca e le palpebre lentamente si chiudono. Finisco così in uno stato di dormiveglia, grazie al suo calore e alla sua mano che fa su e giù sulla mia schiena.
"Ti porto da me finché non avrai recuperato un po' di forze. Non posso caricarti in moto così principessa"
"Va bene", sussurro.
Lo sento armeggiare con le chiavi, nel tentativo di riuscire ad infilarle nella serratura. Dopo una serie di imprecazione ci riesce, ma i miei occhi sono troppo stanchi per aprirsi e concedersi di osservare casa sua. Mi adagia su un soffice piumino e vorrei tanto avere le forze per reagire ed evitargli un peso.
"Come avviso Giody?", riesco a dire.
"Prendo il tuo telefono e ci penso io"
Non riesco nemmeno ad obiettare sapendo che potrebbe vedere la foto di Stephan come sfondo del mio telefono. Cado in un sonno così profondo e dimentico tutto.
STAI LEGGENDO
NON HO PIÙ PAURA.
RomancePer Cloe la vita è cambiata da ormai cinque lunghi anni. Non è mai riuscita a superare la perdita della persona che amava e vive come se la vita fosse stata tolta anche a lei. La paura di perdere tutto la porta a isolarsi da quasi tutte le persone c...