29.

5.7K 200 4
                                    

13 aprile 2015

La luce che squarcia debolmente le nuvole mi fa aprire molto lentamente gli occhi. Il petto tatuato di Nicholas è sotto la mia testa e si abbassa ed alza ad un ritmo regolare, quindi deduco stia ancora dormendo. Per il momento riesco a reprimere quella sensazione di senso di colpa che vuole nascere.
Deduco che mi abbia portata a letto una volta finito il film e gliene sono grata.
Osservo i piercing ai capezzoli e con mano tremante ne tocco uno. Questo ragazzo è totalmente particolare e devo dire che mi incuriosice. Il fatto che quasi tutto il suo corpo sia coperto di tatuaggi è misterioso e mi piacerebbe sapere perché ne ha fatti così tanti. Forse anche lui come me aveva bisogno di costruirsi una corazza oppure é il racconto della sua storia, che purtroppo non sono destinata a sapere.
"Buongiorno", mormora con voce roca e bassa. Mi ha decisamente colta inflagrante a sfiorare il contorno della dea, ma non mi vergogno di ciò che sto facendo e a giudicare dai brividi sulla sua pelle intuisco che il mio contatto gli provochi delle sensazioni. Continuo lentamente e lo sento grugnire quando arrivo all'altezza dell'ombelico.
"Ritorna verso l'alto, principessa", il suo tono sembra ancora più basso di prima.
Faccio come mi dice e mi sposto sul lato destro del suo torace, salendo lentamente, mentre il suo petto si alza e abbassa più velocemente di prima.
"Ti piace così tanto?", mi chiede.
"Molto"
"Stai giocando con il fuoco", dice ed allora faccio per togliere la mano, ma lui la riporta esattamente dov'era.
Rimaniamo così per minuti, forse addirittura un'ora e vedo che l'orologio segna appena le sei e mezza di mattina, quindi mi aspetta il lavoro. Mi metto dritta e mi stiracchio. I suoi occhi blu mi perforano e forse un po' me ne vergogno, per questo mi comincio a stringere il labbro inferiore tra i denti. Il suo sguardo si sposta automaticamente lì e il suo sguardo si fa più languido. Allunga la sua mano verso di me e lo libera dal mio morso nervoso, prima di passarci su il pollice delicatamente. Lo strofina più e più volte, provocando sta volta a me una serie di brividi.
"Sei bella, principessa"
Rimango imbabolata al suo complimento totalmente inaspettato ed il mio cuore sembra impazzito.
"Mmm... grazie", la voce mi trema leggermente ed è la prima volta dopo anni che mi sento particolarmente e pericolosamente vulnerabile. Si avvicina come un felino alla sua preda, fino a che solo qualche centimetro ci separa. Lo sguardo e posso vederlo concentrato ad affrontare una battaglia interiore. Mi guarda le labbra e gli occhi in maniera alternata e ho paura di cosa possa leggere nei miei. È già, perché nonostante io continui a pensare che questo mi distruggerà definitivamente, lo voglio. Il suo naso sfiora il mio e posso sentire il suo respiro caldo sulle mie labbra. Manca pochissimo, è una questione di alcuni millimetri. Chiudo leggermente gli occhi quando mi sembra ancora più vicino, ma li riapro subito quando sento le sue labbra posarsi dolcemente sul mio naso.
"Ti preparo qualcosa e poi ti porto al lavoro", sparisce dietro la porta della stanza e rilascio un sospiro.
Non sono ancora pronta per affrontare l'entità delle mie azioni perciò evito di pensarci. Rimetto i vestiti che a quanto pare Nicholas si è premurato di mettere in lavatrice e asciugatrice questa notte. Mi guardo allo specchio e nonostante le occhiaie sotto ai miei occhi sembrino sparite, il colorito della mia faccia mi tradisce. Vado fino al bagno e mi sciacquo il viso abbondantemente e poi prendendo coraggio mentre scendo le scale. Il profumo di pane tostato mi conduce fino alla cucina dove il ragazzo tatuato sta armeggiando con delle padelle.
"Ho preparato del pane con marmellata, una tazza di latte, ma se preferisci posso cucinarti delle uova con il bacon anche a te"
"No, grazie... va tutto benissimo", io amo il latte e vorrei tanto sapere come mai abbia optato proprio per quello, ma poi mi dico che ovviamente é stato il caso.
Ci sediamo sulle sedie dinnanzi al bancone, l'uno vicino all'altra, ma il mio stomaco è chiuso. Mangio ciò che ha preparato per non dare a vedere quanto io sia nervosa in questo momento. Lui sembra non ricordarsi nemmeno della mia presenza, visto che fissa un punto davanti a sé in maniera ossessiva, come se le cose a cui stesse pensando fossero tremendamente importanti.
Lasciamo la casa e in sella alla sua moto percorriamo la poca distanza che mi separa da dove passerò il resto della giornata. Non ricordo di avergli mai detto dove lavoro, ma probabilmente mi sbaglio.
Gli restituisco il caso, mentre lui nemmeno se lo sfila.
"Bene, devo andare..."
"Perfetto"
"Grazie"
Mi incammino verso l'entrata quando pronuncia il mio nome ed io mi giro a guardarlo. Si potrebbe tagliare l'aria con un coltello da quanto è pesante e tesa in questo momento.
"Forse è meglio se smettiamo di vederci", dice non troppo forte, ma che io riesca comunque a sentirlo.
"Ok", dico semplicemente e penso che infondo sia meglio così. Quello che stava per succedere questa mattina non deve più ricapitare. Mai più.
"Allora ciao", mi guarda.
"Ciao", gli do le spalle e varco la porta della locanda.
Gli occhi di Marie si puntano sulla mia figura e il suo sguardo inquisitore non mi lascia fino a che non sparisco sotto al bancone per prendere il mio grembiule nero. Rimango accucciata più del dovuto, ma quando mi alzo vedo solo Yolanda intenta a preparare i tavoli. Tiro un sospiro di sollievo e mi concentro solo sul lavoro, nonostante una piccola parte di me è consapevole che io debba affrontare la situazione che si è creata.
Ormai fuori è calata la sera e con il suo arrivo anche la poca luce è sparita. Mi rendo conto di essere venuta con Nicholas e quindi di non avere la macchina dietro perciò mi avvio verso la fermata dell'autobus. Passano dieci minuti e finalmente arriva, così salgo, contenta di tornare a casa, ma emotivamente destabilizzata.

NON HO PIÙ PAURA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora